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A TORINO CI SONO GLI ANGELI E I MIRACOLI AVVENGONO
Si può cominciare col dire che il massimo dei voti per la NeuroUrologia di Torino non è abbastanza. Oltre la lode ci vorrebbe anche il non plus ultra.
Sono toscano, ma per trovare la soluzione alla mia vescica neurologica non potevo che arrivare a Torino, la città del Toro, la squadra dei romantici sognatori che sono abituati pur nella sconfitte a trovare la forza per ripartire più forte per vincere la partita più importante, quella per la vita. Per caso, nel mio cammino da tifoso granata, incontrai un tifoso dottore che è diventato l'amico, il riferimento senza il quale non potevo trovare la Neurourologia di Torino. Il suo nome è Corrado Lauro, la sua missione salvare vite affiancandosi anche umanamente ai pazienti in lotta con tumori. Ed insieme a lui un altro angelo che faceva parte del suo staff all'Ospedale di Cuneo, il dr. Germano Chiapello, ora primario di Urologia all'Ospedale di Mondovì, che mi ha consigliato di rivolgermi proprio alla Neurourologia di Torino per cercare di risolvere il mio problema di vescica neurologica con il quale convivevo male dal 2009, essendo costretto negli ultimi anni a portare un catetere a dimora fisso. Fu Chiapello, quando presi l'appuntamento a Torino con la dr.ssa Paola Bertapelle, a dirmi che avevo incontrato il top nella disciplina. In visita la dottoressa fu di poche parole con me, ma piene di fiducia. Non pensare all'ansia, hai tutti i mezzi per farcela. Nonostante un'emiparesi spastica dalla nascita, c'era ancora chi credeva che io potessi farcela da solo a farmi i cateteri da solo. Non essendoci la possibilità di interventi chirurgici per risolvere il problema, quella era l'unica via. Dopo varie vicissitudini mediche negli anni scorsi, ho prenotato da solo l'albergo a 500 metri dalla struttura. Confidavo tanto nelle promesse della dr.ssa Bertapelle ed a testa libera, senza supporti di genitori, confidavo tanto anche in me stesso e nelle mie capacità di sapermi gestire. L'incontro del 25 settembre mattina con l'infermiera Liliana è determinante. Per farsi il catetere da solo mi fa capire che devo trovare la posizione piu' comoda che mi permetta di farmi il catetere in sicurezza. Occorre che trovi una posizione comoda appoggiato con la schiena ed il sedere ad un qualcosa di stabile. Disinfezione della mani e della parte interna del pene, presa del catetere secondo le norme e la mano sinistra, quella debilitata da sempre che tiene il pene in posizione eretta. E ci riesco da solo a farmelo il catetere in ambulatorio e poi nel bagno della mia camera d'albergo. Poi al ristorante, poi quando rientro al lavoro, senza problemi anche lì. Ora debbo invertire piano piano la pipì che esce dal catetere con la pipì spontanea. Sono certo che con pazienza ce la farò. I miei amici angeli fanno il tifo per me e mi custodiscono nel cammino. Grazie a loro il sentiero della vita schiude finalmente orizzonti di pace.
I nomi degli angeli: Dr.ssa Paola Bertapelle, le infermiere dello staff di Neurourologia Liliana e Stefania, il dr. Corrado Lauro, oncologo presso l'Ospedale di Candiolo, il dr. Germano Chiapello, primario di Urologia presso l'Ospedale di Mondovì.
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