Dettagli Recensione
xx
Voto medio
2.5
Competenza
1.0
Assistenza
1.0
Pulizia
4.0
Servizi
4.0
Prolasso dell'utero
Sono stata operata alcuni mesi fa per il prolasso dell'utero dal primario in persona dr. Di Vagno, che tengo a precisare non è il mio ginecologo. Sin da subito ho notato che anche se l'utero mi era stato tolto, continuavo ad avere la sensazione che qualcosa mi uscisse dalla vagina. Per farla breve, continuo ad avere il prolasso.
Non ho risolto il problema e sembra che dovrò essere sottoposta ad un nuovo intervento, naturalmente mi rivolgerò altrove.
Consiglio a tutte le donne di accertarsi su chi le opererà, io sono avvilita.
Patologia trattata
Prolasso dell'utero.
Commenti
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Per Ordine
Alla gentile signora non firmataria della doglianza (tuttavia identificabile!) ed ai lettori che rischiano di formarsi opinioni errate e preconcette corre l'obbligo di un chiarimento.
Il medico, anche lo specialista più bravo e scrupoloso, ha un obbligo di diligente prestazione e NON DI RISULTATO, perché a volte le complicanze iatrogene sono purtroppo previste o prevedibili e dipendono da fattori estranei all'operato del medico.
Così è capitato nel caso in questione.
Dalla letteratura infatti la correzione anatomo-funzionale del prolasso uterino avviene con successo nell'80% dei casi ed è legato ad alcuni fattori individuali della paziente. Nel caso specifico occorre evidenziare che la paziente nell'immediato post operatorio ha riferito TOSSE INSISTENTE per intercorrente malattia da raffreddamento (tempo medio di guarigione 7-10 giorni) che rappresenta DA SOLO UN SICURO ELEMENTO DI DISTURBO DELLA CORREZIONE CHIRURGICA essendo sufficiente a provocare L'INDEBOLIMENTO SE NON IL COMPLETO DISANCORAGGIO DELLA SOSPENSIONE/CORREZIONE CHIRURGICA DEL PROLASSO VAGINALE.
Cosa ci si deve attendere allora in caso di complicanza prevedibile o prevista indipendente dalla corretta condotta dell'operatore sanitario?
Che questi la riconosca e che la fronteggi prontamente.Orbene nel caso in specie già dalla prima visita NON SOLO E' STATA RICONOSCIUTA l'intervenuta complicanza ma è stata anche prontamente proposta la correzione...purtroppo la scelta della paziente di non presentarsi al controllo uroginecologico successivo al primo non ha consentito un tempestivo ed efficace rimedio.
Il medico, anche lo specialista più bravo e scrupoloso, ha un obbligo di diligente prestazione e NON DI RISULTATO, perché a volte le complicanze iatrogene sono purtroppo previste o prevedibili e dipendono da fattori estranei all'operato del medico.
Così è capitato nel caso in questione.
Dalla letteratura infatti la correzione anatomo-funzionale del prolasso uterino avviene con successo nell'80% dei casi ed è legato ad alcuni fattori individuali della paziente. Nel caso specifico occorre evidenziare che la paziente nell'immediato post operatorio ha riferito TOSSE INSISTENTE per intercorrente malattia da raffreddamento (tempo medio di guarigione 7-10 giorni) che rappresenta DA SOLO UN SICURO ELEMENTO DI DISTURBO DELLA CORREZIONE CHIRURGICA essendo sufficiente a provocare L'INDEBOLIMENTO SE NON IL COMPLETO DISANCORAGGIO DELLA SOSPENSIONE/CORREZIONE CHIRURGICA DEL PROLASSO VAGINALE.
Cosa ci si deve attendere allora in caso di complicanza prevedibile o prevista indipendente dalla corretta condotta dell'operatore sanitario?
Che questi la riconosca e che la fronteggi prontamente.Orbene nel caso in specie già dalla prima visita NON SOLO E' STATA RICONOSCIUTA l'intervenuta complicanza ma è stata anche prontamente proposta la correzione...purtroppo la scelta della paziente di non presentarsi al controllo uroginecologico successivo al primo non ha consentito un tempestivo ed efficace rimedio.
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