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Scarsa empatia
Mio padre, dopo essersi riammalato con metastasi ossee, ha avuto un sostegno pessimo da parte dell'Oncologia.
Curato prima con terapia a bersaglio molecolare e poi con l'immunoterapia, ad ogni visita per prendere la cura trovava sempre tempi di attesa lunghi (anche quando aveva difficoltà per il dolore), dottoresse ogni volta diverse, di umore instabile, frettolose, infastidite da qualsiasi domanda, rigide nel protocollo delle cure, senza un briciolo di iniziativa per personalizzare le visite e migliorare lo stile di vita, ma soprattutto a mio avviso poco attente alla sensibilità di un malato oncologico e dei famigliari.
Forse quest'ultima è stata la cosa più sgradevole: la mancanza di empatia verso persone che soffrono nel corpo e nell'anima.
Nel momento in cui poi è stato ricoverato nel reparto di Oncologia, ho trovato infermieri preparati e sensibili e grande pulizia nelle stanze, ma l'atteggiamento delle dottoresse sempre pessimo.
Inoltre l'oncologa che avevamo come riferimento, mai più vista! (anche se già si vedeva poco, prima del ricovero).
Mio padre purtroppo è morto, anche per altre cause, dopo un lungo e sofferto ricovero in vari reparti dell'ospedale.
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