Dettagli Recensione

Nella notte fra il 31 Gennaio e l’1 Febbraio 2023, accusando problemi di respirazione, mi sono fatto portare dal 118 al pronto soccorso. Referto: broncospasmo.
Ritorno a casa, i problemi si ripresentano ancora più gravi. Mi faccio riportare dal 118 al pronto soccorso, dove vengo abbandonato. Dopo tre ore in quella maniera, chiedo a un energumeno se posso avere un poco di attenzione. “Ma che vuole?” sbotta quello. “Lei è stato qui anche l’altro giorno”. Guardi che non ci vengo in villeggiatura, rispondo.
Non posso nemmeno andare in bagno perché mi hanno sistemato su una specie di barella con le sponde laterali boccate. Chiedo a un infermiere e mi manda a quel paese (ho il filmato eseguito col cellulare, a prova). A mezzanotte mi dicono che devo andare a casa. Impossibile, rispondo, non ho auto, abito a quindici chilometri e fa un freddo cane. Questo è un ospedale, non è un albergo. Lei adesso esce o chiamo i carabinieri, mi dice un’infermiera. "Chiama i carabinieri", dico alla tizia, "così mi spiegano con che coraggio mettete un invalido di 66 anni con la polmonite (me l’avevano nel frattempo diagnosticata) in strada all’una del mattino". Fra l’altro, mi hanno lasciato senza cibo per ore, nemmeno una minestrina da moribondi. Sarei curioso di sapere se ai pazienti del PS è previsto il vitto, e se sì, dove vanno a finire i soldi. Ho comunque preferito lasciar perdere, ho sentito un’amica che fa i turni e quel giorno sapevo smetteva tardi.