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Infermiere allo sbando
Non voglio fare di un'erba un fascio, nel reparto non posso dire nulla dei medici presenti, nè di alcune, e solo alcune, infermiere. La mia lamentela è rivolta a quelle donne (e le definisco tali perché attribuire a loro una figura professionale mi risulta difficile) che non sono dotate nè di efficienza, nè di professionalità, nè tantomeno di umanità; quelle persone che sono solo capaci di lamentarsi perché un paziente, o meglio, il genitore di un paziente (perché i pazienti sono piccoli e indifesi) le chiamano più volte durante la notte e li insultano in dialetto perché sono extracomunitari. Mi lamento perché impiegano 45 minuti per cambiare un letto vomitato, con naturalmente un reparto semi vuoto perché ti dicono di spogliare tuo figlio e poi spariscono per mezz'ora e tu che fai? Lo rivestì perché è malato e loro ti guardano come se gli facessi perdere tempo. Oppure si lamentano perché tuo marito entra fuori orario la mattina per darti la possibilità di farti una doccia o, ancora peggio, quando chiedi loro una sedia più comoda perché non stai bene, ti dicono che quelle sedie sono per le donne incinta... Peccato che in reparto non ce ne siano di donne in stato interessante e quindi tu passi il giorno su una sedia di legno. Premesso che per mio figlio questo ed altro, ma umanamente non mi piace pensare che una mamma preoccupata, e a volte anche stremata, non possa trovare nè un minimo di comprensione, ne umanità. I disservizi ci sono ovunque e possono essere tollerati, dove naturalmente si incontra altrettanta tolleranza e umanità, ma dove questo deficita è giusto parlare o scrivere. Ecco perché oggi porto a casa mio figlio. Ribadisco, non tutte le persone incontrate in reparto sono così, ma alcune dovrebbero cambiare lavoro.
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