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Domenica 03/09/2023, mentre ero intento a rasare l'erba del mio giardino, accidentalmente mi ritrovo un ferro che mi attraversa il polpaccio inferiore della gamba sinistra. Con molta determinazione mi rivolgo al pronto soccorso di Marina di Ginosa dove, dopo una accurata medicazione primaria e tamponamento della ferita, decidono di trasportarmi d'urgenza al presidio ospedaliero di Castellaneta. Al mio arrivo vengo subito assistito dal chirurgo dr. Carlo Scoletta, che decide di iniettarmi immediatamente una antitetanica e di suturarmi la ferita con dei punti, facendo un ottimo lavoro.
Dopo tutto questo, mi fa fare dei raggi X alla gamba interessata, indirizzandomi successivamente presso l'ortopedico di turno - una dottoressa - per un consulto.
Al mio arrivo si lamenta della sutura e decide di ritogliermi i punti e di ispezionare il tendine con una piccola anestesia praticata sulla parte interessata, causandomi un ulteriore dolore e tanta infiammazione alla parte gia' compromessa e fasciandomi la gamba con una valva con i punti all'interno, consigliandomi di ripresentarmi dopo 15 giorni per la rimozione del gesso e dei punti. Alla fine di tale calvario, mi consiglia di operarmi per vedere l'entità del danno. Io rifiuto e vado via.
Nei giorni successivi, accompagnato da dolori lancinanti, mi convinco di recarmi in ortopedia presso l'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, dove si accorgono che la gamba è in grave stato di gonfiore generale causato da una inutile ispezione del tendine e manipolazione, quando dai raggi X era emerso non ce ne fosse bisogno.. Nella rimozione del gesso si accorgono anche che la ri-sutura fatta dall'ortopedico si era infettata, causandomi ulteriori dolori.
Ringrazio il pronto soccorso, soprattutto il chirurgo Scoletta, e tutti gli infermieri, ma stendo un velo pietoso su tutto il resto.