Dettagli Recensione

Conosco il professor Luigi Pinchera da molto tempo e alla sua sapienza e gentilezza si affida la mia famiglia, nella consapevolezza di trovare non solo un’eccellenza della sanità italiana, ma anche una professionalità umana e rassicurante, capace di curare insieme le malattie e i timori e di dosare con il giusto equilibrio medicine e parole.
Qui racconto una mia esperienza, che credo sia comune a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo e di farsi curare bel reparti da lui diretto.
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La mattina del mio intervento per la cataratta arrivai per primo in ospedale. Avevo passato una notte agitata.
Puntualissimo, alle 7.30, vidi arrivare il Professor Pinchera con un mazzo di chiavi in mano, proprio come San Pietro. Aprì tutte le porte del suo reparto oculistico, evidentemente chiuse da lui stesso il giorno prima. Ciò mi sorprese tanto: lo considerai un atto di estrema cura e democrazia, abituale forse solo per i paesi scandinavi.
Lui mi appariva come il motore di tutto, il direttore d’orchestra che, dopo aver distribuito gli spartiti ai singoli musicisti, li dirige con maestria e professionalità. Lo aiutano molto l’entusiasmo, la forza che imprime alle sue idee, la necessità di “vederci chiaro” e la voglia dell’ordine, della precisione.
I suoi collaboratori gli assomigliano per umanità, discrezione, laboriosità. Il contatto che ha con i suoi pazienti è diretto e garbato.
Le mie ombre notturne si dileguarono a vederlo: mi sentii subito tranquillo e tutto infatti filò liscio come l’olio. In pochi giorni riassaporai il gusto della scrittura e della lettura. Puntualmente ritrovai le mie certezze, le mie fantasie.
Il suo reparto oculistico dell’Ospedale di Cassino è un’isola felice, un approdo sicuro, una eccellenza della nostra sanità. Forse la sua voglia di fare bene viene da lontano, parte dalla sua famiglia, dal ricordo e dall’esempio della sua guida principale: suo padre.
Un grazie di cuore al professor Luigi Pinchera e ai suoi collaboratori.

Franco Delicata
(Atina, luglio 2017)