Dettagli Recensione
Le parole pesano...
Proprio come descrive l'utente bosio, nel reparto malattie infettive si perde il privilegio della libertà e ci si ritrova in cella. Ho portato mio figlio e abbiamo passato una settimana difficile. Le preoccupazioni, quando c'è una malattia grave, sono normali, quello che non trovo normale, o lo trovo di cattivo gusto per dirlo di qualche modo, è che siano dei professionisti non molto gentili, freddi e arroganti. Salvo la Dott.ssa Mascolo, che ha dimostrato sensibilità verso i pazienti e la famiglia del paziente, non abbiamo trovato un solo medico con un po' di interesse per stare con noi nella camera a rispondere alle nostre domande (che tante volte sorgono delle nostre paure) e pronto a perdere con noi più di 3 minuti. Dicono che il primario è una persona deliziosa, noi abbiamo chiesto di lui ma l'infermiera aveva dimenticato la nostra richiesta... come tante altre. Abbiamo incontrato 5 o 6 infermiere, di cui solo una era gentile. Ho delle critiche al Dott. Vitullo per il suo atteggiamento non gentile, non salutava me nel corridoio e non capisco perchè... forse perchè avevo fatto delle richieste, come ad esempio più pazienza con mio figlio? Ma la cosa che mi ha stupito di più era che, nel momento di scegliere la terapia da seguire, lui ha lasciato a noi la scelta.. parliamo di una terapia che deve essere valutata e in accordo col paziente in base alla resistenza, a certe caratteristiche.. a me il suo atteggiamento è sembrato leggero e poco attento alle nostre domande, alle nostre preoccupazioni, alle nostre paure... Ma Dott. Vitullo, lei ha dei figli? non ha mai pensato che se un giorno si trovasse in una situazione come la nostra, a Lei piacerebbe che suo figlio spero non si trovi mai nella situazione nostra) sia ben accolto da professionali gentili e pazienti? E' vero che in camera ci sono televisore (non digitale terrestre però), frigorifero e telefono. Tutto sommato è come una stanza d'hotel, ma un po' di umanità non fa male a nessuno, anzi.
I medici passano solo una volta al giorno 5 minuti.
Il cibo non è male, ma su alcune richieste, tipo cibo vegetariano o almeno non carne, nessuno ha mai ascoltato: abbiamo portato cibo extra da fuori perchè siamo vegetariani e continuavano a portare carne.
Credo però che i pazienti segregati meriterebbero un po' più di sostegno psicologico, e non solo medicine, perchè a volte un gesto gentile può fare tanto per un paziente malato. Nel totale isolamento dopo pochi giorni si perde il senso della terza dimensione e le pareti gialline della stanza sembrano venirti addosso e schiacciarti. Il reparto sarebbe perfetto se venisse fornito ai pazienti uno psicologo, almeno una volta alla settimana. Penso anche io che il reparto dovrebbe attivare una persona che faccia visita ai malati, non dal vetro, ma in camera con le dovute precauzioni, così il malato si sentirebbe meno solo nel ricevere visite che non siano soltanto per piantare in vena aghi o somministrare medicine.
In fondo incontrare i propri parenti dal vetro, come in carcere, è un'esperienza agghiacciante. Che Dio benedica tutto il personale e tutti i pazienti di questi reparti, magari cosi loro possono vedere più umanamente i pazienti e questi possono guarire più rapidamente.
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