Dettagli Recensione
Esperienza negativa
Mia madre è giunta al filtro di rianimazione in seguito ad una grave insufficienza respiratoria, manifestatasi nel reparto di pneumologia dello stesso ospedale. Lei aveva altre patologie serie, che curava comunque con discreti risultati, e quindi non afferenti a quanto accaduto. Nel filtro è stata sottoposta ad una terapia forzata di ossigeno, mediante un casco. Il filtro non è accessibile ai familiari, per cui le uniche notizie, per noi, sono state quelle fornite dai medici; i quali, da subito, hanno detto che non c'erano speranze e (più o meno velatamente) hanno suggerito di "portarcela". I ns. rifiuti sono stati da subito netti e perentori, in quanto sapevamo benissimo che, se c'era una chance di sopravvivenza, era in ospedale. nel filtro mia madre c'è stata 10 giorni, dieci giorni in cui le notizie fornite dai medici sono sempre state approssimative e contraddittorie. Infatti secondo alcuni era entrata in coma irreversibile, secondo altri in coma progressivo dovuto alla scarsa ossigenazione, secondo altri c'era stato un improvviso scoppio di metastasi (in una paziente settantenne la cui tac recente non evidenziava nulla), secondo altri ancora una neoplasia polmonare! il tutto senza aver fatto un esame! dopo dieci giorni mia madre è uscita ed è stata trasferita in medicina d'urgenza, sveglia, senza dolori (tipici in caso di metastasi diffuse o neoplasie polmonari..) piena di lividi, ferite alle labbra ed alla gola, e con una piaga da decubito causata dal fatto che, in 10 giorni, le hanno messo un pannolone (lei prima era pienamente autonoma ed autosufficiente!) e non l'hanno mai cambiato! dopo due giorni mia madre ha ripreso a mangiare e a parlare (se pur con voce flebile) e ci ha raccontato che è sempre stata sveglia e vigile (ha da subito riconosciuto tutti, ha fatto una buona scansione temporale, quindi la testa le funzionava benissimo) e che l'ossigeno le provocava una forte sete, nonché secchezza alle labbra, ma, nonostante le sue sempre più disperate richieste d'acqua, nessuno glie ne dava!
Andrea Aliberti.
Commenti
E' stato per ben due volte in rianimazione e condivido con Andrea che le notizie fornite cambiano da medico a medico, come se il quadro clinico fosse lasciato alla libera interpretazione del medico che ti appare sulla porta del filtro: una faccia seria che ti dice subito che il quadro è seriamente critico e che ti devi preparare al peggio e mezz'ora dopo un altro che con modi gentili e rassicurante ti spiega che la terapia sta avendo effetto e che il paziente è molto collaborativo. Un altro particolare mi ha lasciato un'inquetudine addosso: gli infermieri avevano appena risposto al citofono (dopo che ci avevano fatto chiamare dalle guardie giurate all'ingresso) ma lo avevano incautamente lasciato aperto, così potemmo udire distintamente la sigla del telegiornale e le notizie dello speacker, segno che il volume della tv all'interno doveva essere abbastanza alto. Possibile che in un reparto così delicato medici e infermieri possano tranquillamente guardare la tv laddove dovrebbe regnare il silenzio massimo e occhi e orecchie unicamente puntati sui monitor e lettighe dei degenti? Ovviamente ciò che affermo è documentato dal mio telefonino.
Io non auguro a nessuno di finire in rianimazione ma, credetemi, se finiste lì per qualsiasi problema e i medici non fossero bravi, difficilmente ne uscireste vivi. E mi permetto di dirlo per esperienza personale.
NB: sono stati trattati bene in mia presenza anche il resto dei pazienti presenti quella notte. Colgo quindi l'occasione anche per ringraziare!
Sono sicura che anche tuo padre è stato trattato bene.
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