Dettagli Recensione
Un modello da prendere come esempio
Dopo un buon intervento di angioplastica subito in un'altra struttura di rilievo nazionale, ma conclusosi con un'errata e devastante emostasi tramite Proglide, stavo per perdere l'arto inferiore in preda a necrosi, contraendo tra l'altro la peggiore delle infezioni ospedaliere.
Essendo un ricercatore scientifico e conoscendo la realtà e le eccellenze mediche del settore, mi sono rivolto tempestivamente all'A.O.R.N. "A. Cardarelli" di Napoli: se avessi fatto un'altra scelta, forse, non sarei qui a descrivere questa mia esperienza.
Sono stato sin da subito indirizzato presso l'Unità di Chirurgia Vascolare, diretta dal dott. Carlo Ruotolo.
Essendo personalmente affetto da complicanze nefrologiche, diabetologiche ed altre ancora, sono stato subito oggetto di un approccio multidisciplinare che ha generato, con tempestività, svariate consulenze specialistiche, che solo in una grande Azienda Ospedaliera è possibile concretizzare.
Infine, è stato proprio il dott. Carlo Ruotolo a condurre di persona il lungo e minuzioso intervento di bonifica e ricostruzione vascolare. Si, perchè il dott. Carlo Ruotolo è di fatto il Dirigente della U.O., ma non si limita semplicemente a "dirigere" il reparto, perchè è sempre l'attore principale ed è costantemente in prima linea anche nel controllo giornaliere dei suoi pazienti.
Nel corso della mia degenza, ho potuto constatare che sono più le domeniche che trascorre tra i suoi pazienti, che quelle con i suoi familiari...
Alla sua enorme professionalità si aggiunge una grande passione, che contagia visibilmente i suoi collaboratori medici e paramedici tutti. Vorrei citarli uno ad uno, ma ho il timore di ometterne qualcuno e questo non sarebbe giusto.
Una cosa è certa: la Chirurgia Vascolare del Cardarelli di Napoli è il risultato tangibile di un lavoro di squadra, altresì comprensivo delle svariate collaborazioni e consulenze esterne.
Non vorrei sembrare ripetitivo e troppo osannante nel redigere questo mio commento, ma ho una mia personale giustificazione.
Ho lavorato per circa 40 anni in un Dipartimento di Ricerca Scientifica sul Cancro, adiacente a vari reparti di degenza; circa mezzo secolo fa, quasi non esistevano le "camere di degenza", ma solo enormi "corsie" e gli aghi per siringa si affilavano sui davanzali di marmo delle finestre...
Ho impiegato una vita, nel mio piccolo e da protagonista, per cambiare certe realtà.
Sono stato consulente ministeriale per l'informatizzazione della Sanità;
sono stato segretario dell'Istituto Italiano di Bioetica;
nel mio Istituto sono risultato il primo in assoluto per titoli scientifici e professionali dell'intero Comparto Sanità,
al termine di un sondaggio durato 10 mesi;
sono stato insignito della stessa Medaglia di Benemerenza conferita al Premio Nobel per la Medicina Renato Dulbeco, al Ministro della Sanità e, per finire, a Papa Wojtyla Giovanni Paolo II - un Papa Santo.
Ho aggiunto questo mio profilo, non certamente per vanto personale, ma per aggiungere ulteriore credibilità a questa mia recensione e far comprendere meglio il mio disagio iniziale nel trovarmi per la prima volta dall'altro lato della barricata...
Ho rilasciato con ritardo questo mio commento, ma ho voluto aspettare prima la completa guarigione.
Al momento della mia dimissione ospedaliera, ho abbracciato con sincera commozione tutti gli operatori sanitari del reparto, che per alcuni mesi sono stati parte della mia famiglia; mi sono poi diretto verso il primario, dott. Carlo Ruotolo, che stava in un angolo in disparte, quasi fosse l'ultimo, e gli ho detto semplicemente: grazie per avermi salvato la vita!
Un ultimo grazie va, da credente e da Terziario Francescano, a mia sorella Maria Rosa Scerbo, per aver continuamente pregato per me sulla tomba di un ben più illustre Terziario Francescano, attualmente in corso di Beatificazione: il Rev. Padre Don Dolindo Ruotolo.
Francesco Scerbo
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