Dettagli Recensione

 
Ospedale Cardarelli di Napoli
Voto medio 
 
2.8
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
2.0

Esperienza negativa

A fine aprile a mio padre viene trovata una macchia al polmone destro. I primi di maggio ci rechiamo dal dottor Riccardi per una prima visita, ci dà degli esami da fare ma già per poterglieli portare ci fa aspettare quasi un mese. Poi ci prenota degli esami al reparto di pneumologia e passano ancora 20 giorni. Arriva il risultato dell'ago aspirato: Adenocarcinoma polmonare con più di 20 metastasi ad entrambi i polmoni. E' il 20 giugno. Ci manda dal chirurgo che, poverino, nemmeno lui sa che cosa dirci, visto che da subito è stato chiaro fosse inoperabile. Ebbene, torniamo da lui e il 17 luglio, dopo due mesi e mezzo dalla prima visita, e mio padre inizia 4 cicli di chemio, che purtroppo lo hanno solo debilitato. All'ultima chemio aveva piedi gonfi e difficoltà forti respiratorie, così ho chiesto al dottore (che era a pochi metri) di visitarlo, e mi ha risposto che dovevo portarlo da un cardiologo.
Morale della favola, dopo due ricoveri in pneumologia, il passaggio con la dolcissima dottoressa Ambrosio, che è stata l'unica, insieme al dottor Filippo Manzi, ex primario di pneumologia, ad averci trattato con delicatezza e umanità, mio padre il 21 novembre viene definito in fase terminale e il 30 novembre è morto. Nutro profonda rabbia nei confronti di quasi tutto il personale del padiglione Palermo. Addirittura quando gli hanno inserito il PICC mi hanno fatto acquistare dei cerotti (4 per la modica cifra di 100 euro) invece di darmi loro una richiesta con la quale potevo (e ho fatto dopo un mese) prendere quei cerotti privatamente alla farmacia della mia Asl di competenza!

Patologia trattata
Adenocarcinoma polmonare.
Esito della cura
Nessuna guarigione

Commenti

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Per Ordine 
 
Inviato da Pina
10 Gennaio, 2019
Gli stessi periodi di mio padre: ad aprile riscontro di adenocarcinoma polmone sinistro, a giugno esportano tutto il lobo superiore del polmone, quindi via ai 4 cicli di chemio, ma ad agosto nella tac con contrasto noi familiari leggiamo che ci sono delle metastasi al cervello. La dottoressa non se ne accorge e non se ne accorge neanche di un’altra al surrene. Lo riferiamo, ma la tac al 4° piano è sparita; ne riportiamo la copia e quello che ci viene detto è un semplice uuuuhh scusate. Nel frattempo passano circa 3 settimane e via alle radio al cervello (10). Finite le radio siamo in attesa della risonanza magnetica per vedere l’esito di tutta la terapia, ma il mio povero papà è debole, non mangia ecc. Lo riportiamo al pronto soccorso il 20 novembre e..: come si fa a tenere un malato oncologico per 3 giorni buttato lì?? Aveva i valori ematici a terra e a noi viene detto dalla dottoressa che ha una forte anemia, però il resto lo abbiamo scoperto nella cartella clinica.. In poche parole, dopo varie telefonate lo portano al reparto oncologia, era in stato confusionale, non parlava più, non mangiava, non beveva.. E nessuno ci ha detto perché mio padre stesse così.. "aspettiamo che si riprenda e poi facciamo una RMN". Cosa che non è più stata fatta perché dopo 10 giorni c’è il decesso.
Non parliamo degli infermieri - salvo solo Mariano - li chiami e non vengono.
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