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Non solo parti, anche aborti
Purtroppo nel reparto di ginecologa si trattano sia parti che aborti, almeno avrei creduto fosse così. Arrivo al PS in data 10, con una emorragia, a 10 settimane di gravidanza. Mi visita una dottoressa che chiede per telefono al medico di turno, il dott. C., cosa fare: avevo un polipo emorragico. Costui dice nulla, non viene nemmeno a visitarmi, se il feto è intatto, e lo era, mandala a casa con Tranex. Dopo 6 giorni l'emorragia non si ferma, torno allora al PS, stavolta c'è anche un distacco e mi tolgono un residuo del polipo. "Signora, La devo ricoverare, è imminente l'aborto e il raschiamento". Mi mettono infatti già nel blocco parto. Il mattino dopo mi visita la dott.ssa L. e la teoria cambia. "Al PS hanno sbagliato a ricoverarLa, è un banale caso di distacco amniocoriale, la terapia è riposo e alcuni medicinali, si può fare a casa. Si riassorbirà, ne ho viste tante". Nel frattempo controllano l'emocromo, pericolosamente crollato data l'emorragia, quindi mi tengono un giorno in più per la cura di ferro e mi spostano in reparto. Le emorragie non si fermano, chiedo anche della carta igienica, ma l'infermiera mi dice che lì occorre portarsela da casa, arrangiati. L'indomani la stessa dottoressa dà per scontato che non abbia nemmeno perdite. Le dico che ne avevo eccome, mi riferisce che le infermiere non lo avevano annotato. Mi attaccano antiemorragico, ma mi si conferma che sono imminenti le dimissioni. Cambia di nuovo tutto quella stessa mattina, il primario mi visita durante il suo giro, conclude che la situazione è molto grave, non posso assolutamente essere dimessa, sono in pericolo io stessa in quanto anemizzata, il distacco è aumentato, alimentato da vaso, le perdite sempre vive, il feto per ora ha battito ma la situazione è delicata. "Signora, La dobbiamo tenere qui qualche altro giorno, vediamo che si può fare, la situazione è critica, ma ci proviamo". Conferma il tutto durante le visite del giorno dopo, cercando evidentemente di essermi di conforto data la situazione grave (grazie per la Sua professionalità, professore) disponendo di nuovo analisi emocromo, che si scoprirà poi non essere risalito granché (da 8 a 8.6). L'indomani però il primario non c'è, mi rivisita la dottoressa dei primi 2 giorni, che conferma che tutto è in regressione, il professore si sbaglia, io la dimetto. "Vedrà signora, questa gravidanza sono certa andrà assolutamente avanti, ne ho viste tante". Io sono a terra fisicamente, chiedo qual è la mia situazione fisica, qual è il mio limite per capire se devo tornare al PS dato che perdevo ancora ingenti quantità di sangue rosso vivo e non mi reggevo in piedi; mi risponde che è normale, che il battito c'è e che loro pertanto non intervengono, essendoci il battito, in alcun modo. Si intromette un altro medico che era con lei, mi dice "d'altronde signora, vorrebbe mai avere sulla coscienza una vita se c'è ancora battito? Deve continuare". Ok dottori, grazie. Mi dimettono. Chiedo se serve una sedia a rotelle, di nuovo assolutamente no. Vada a casa e stia a riposo lì. Scendo, entro in auto, vado a casa, mi infilo a letto, a riposo assoluto come detto. Mio marito corre in farmacia a comprare tutti i medicinali prescritti. Io sono un fantasma, ho 3 kg. in meno e il colore del latte, forse peggio. Il tempo per lui di rientrare, iniziano le contrazioni, fortissime, insopportabili, dolore folle. Chiamo di corsa in reparto, ma i medici non ci sono. Chiamo il PS, mi dicono di prendere una tachipirina. Le contrazioni continuano per 18 ore consecutive, con me che vado e vengo dal bagno, incapace di capire nulla, di reggermi in piedi, nemmeno di pensare di mettere un pantalone e raggiungere il PS. La mattina dopo torno al PS raccontando tutto, mi visitano: "Signora, una brutta notizia, non c'è più niente. Deve espellere qualche altro coagulo, ma il feto non c'è più".
Mi limito al racconto dell'accaduto, che è di certo il miglior commento.
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