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Gamma knife: molti dubbi, poche certezze
Sono profondamente rammaricato per il comportamento assunto dal dott. Corrado D'Arrigo per essere stato poco esaustivo sin dal primo incontro, per aver illuso mia madre prima con le parole (96% di riuscita e 4% esito contrario)... e poi con i fatti. Perché il tanto stimato dottore ha sottaciuto, o meglio, omesso gli effetti collaterali a cui si va incontro con questo trattamento, causando un edema cerebrale al meningioma vicino al cervelletto (motivo di pressione intracranica sottovalutata per un eccessivo trattamento con i raggi gamma, senza una complessiva ed attenta analisi delle possibili ripercussioni sulla paziente. La letteratura americana, e non solo, riporta numerosi casi di pazienti trattati valutando gli effetti post trattamento). Un comportamento poco eccepibile è stato assunto dalla Signora Cantore (segreteria Gamma Knife) per le informazioni alquanto vaghe e forse fallaci profuse nei mesi che precedettero l'intervento; le rarissime volte che rispondeva al telefono (ho chiamato tantissime volte al numero indicato senza risposta alcuna, a volte viene messa la cornetta fuori posto - ho pure inoltrato un fax con avvenuta ricezione idem senza riscontro, invito a verificare i tabulati telefonici) ci veniva detto: "prima i tumori maligni e poi quelli benigni". Storia che si è protratta per mesi senza avere effettiva contezza della presunta, o meglio presumibile, lista e la reale cronologia. Mi sono chiesto di rimando a quella affermazione: e i tumori benigni quando il turno? Fra tanto mia madre, dopo due successivi ricoveri in ospedale, è stata pure dimessa che non era, a loro dire, suscettibile di successiva ospedalizzazione. E' stata a casa per mesi immobile fra il letto ed una poltrona, incapace di muoversi, parlare, udire, mangiare (si trattava forse di stato vegetativo post intervento emerso dopo qualche tempo - evidenzio che sono stati trattati simultaneamente ben due meningiomi con un quantitativo di raggi gamma che ha certamente prodotto i suoi effetti nel tempo). Allora io ho chiesto ancora una volta spiegazioni, ma nessuno mi ha risposto (perché in Sicilia nelle strutture sanitarie pubbliche sono in pochi a comunicare, spesso i numeri di telefono sono virtuali). Al carissimo dottore D'Arrigo, in un colloquio verbale tanto atteso presso la struttura ospedaliera, gli comunicai che le condizioni di mia madre stavano peggiorando ed egli mi rispose che se fosse stato il caso, si sarebbe ricorsi all'intervento. Ma purtroppo non c'è stato il tempo, in quanto inspiegabilmente mia madre è deceduta (agosto 2016) sapere come sono andati realmente i fatti, dovuti forse ad imperizia, o meglio incauta competenza? Purtroppo non mi è dato sapere (avrei gradito certamente una risposta veritiera ed attendibile, in modo da porre fine ai numerosissimi dubbi che mi affliggono). Sarebbe utile che questi eccellentissimi neurochirurghi fossero reperibili in caso di urgenza (e non per pochi intimi), pubblicassero il numero di interventi effettuati (come peraltro fanno i loro illustri colleghi, ad esempio a Verona), patologia ed esito, in modo che il cittadino comune possa farsi una idea circa la professionalità del soggetto che ha davanti e non per passaparola. Concludo con l'affermare che i fatti avrebbero potuto avere un esito differente (dopotutto si trattava di due meningiomi benigni) se in generale l'agire umano fosse meno superficiale.
Io ho perso mia madre, ritrovandomi una famiglia spezzata senza un perché.
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