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Esperienza in Pronto soccorso
Il giorno 26 aprile alle ore 17.00 mio marito ha fatto accesso presso il p.s. per forti dolori alle gambe e alla schiena.
E' un malato oncologico ed ha insufficienza renale, per cui non poteva prendere altro che tachipirina senza avere alcun beneficio. Premetto che il triage l'ho fatto io, in quanto lui, avendo dolore, era seduto in sala di attesa e lì è rimasto fino alle ore 1.30 della notte, senza che nessuno si degnasse di vederlo.
Dopo qualche ora ho chiesto se almeno avessero potuto dargli 1 antidolorifico, visto che erano ore che stava seduto su delle sedie di ferro e non ce la faceva piu' dal dolore; mi è stato risposto che loro erano infermieri e finché non lo vedeva un medico non potevano dargli niente - naturalmente senza nemmeno venire a vedere le condizioni in cui era.
Alle ore 1.30 finalmente viene chiamato. Fatta una flebo di paracetamolo e prelievi ematici, aspettiamo fino alle ore 5.00 del mattino, ora in cui viene dimesso con il consiglio di andare dall'oncologo (appuntamento che avevamo il 3 maggio). Era andato in pronto soccorso pensando potessero nel frattempo alleviare la sua sofferenza, invece è stato un incubo.
Anche il fatto che il bar alle 20.30 chiuda e non ci sia una macchinetta per prendere una bottiglia d'acqua, è un'altra vergogna. Mi dispiace perché, per quanto riguarda il resto della struttura, mi ero sempre trovata bene, ma il pronto soccorso è vergognoso e di sicuro non ci metteremo più piede.
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