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Posizionamento porth per terapie
Ho un carcinoma infiltrante al seno. Dovrebbe essere questo il mio incubo. Invece al Campus sono stati capaci di trasformare in incubo il banale posizionamento di un porth. Sono stata affidata ad una giovanissima dottoressa, il cui nome non compare neanche nello staff di reparto qui indicato. La giovane dottoressa mi ha letteralmente lasciata nelle mani di una specializzanda alla quale è stato consentito di effettuare una serie di inutili tentativi (sono state necessarie tre anestesia, poco meno di tre ore, per allungare i tempi dell'esercitazione). Solo quando ho chiesto di interrompere, la dottoressa ha indossato camice e cuffia e si è attivata a concludere l'intervento. I danni, però, erano fatti. Dolori, ematomi, infezione. Al momento della chemio, il personale addetto, vista la situazione, chiama la dottoressa in questione la quale, negando evidenze lapalissiane, con l'ago attraversa l'edema e fa procedere con la chemio, che termina tra zampillamenti di sangue.
Impossibile dilungarmi nel racconto di quello che è accaduto e che ho patito dopo. Oggi il porth è inutilizzabile e il mio calvario continua.
Ho fatto due reclami all'Urp, che dopo oltre un mese mi liquida con un "le faremo sapere", ovviamente senza un seguito.
Ho segnalato in più direzioni il caso, sperando in un aiuto per risolvere, ma pare che la cosa non interessi nessuno. Evidentemente qui i danni li fanno, ma non tentano neanche di rimediare. Tra l'altro, mi è stato negato anche di conoscere il cognome della specializzanda.
Il mio giudizio è assolutamente pessimo.
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