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Grazie
Carissimo dott. Piazzolla, ci siamo conosciuti in un pomeriggio prenatalizio ed eravamo senza mascherina.
Ugualmente fui colpita dai suoi occhi scuri così espressivi, si muovevano velocemente con guizzi dalle mie carte al mio volto
Per me quel giorno si aprì la lista d'attesa per l'intervento alla colonna vertebral.e
Poi la vita di tutto il mondo si fermò e lei ci mandò un messaggio di speranza invitandoci ad aspettare sostenendo le forze in campo, solo che non si trattava di soldati ma di medici, infermieri e operatori sanitari.
In questi mesi di attesa l'avevo immaginato bambino con quei suoi occhi neri, poi studente e infine medico (chissà cosa sognava lo specializzando ed il giovane medico Piazzolla...).
Alcuni giorni fa la telefonata e l'inizio di tutto.
Quella porta si è aperta e lei mi ha accolto con una battuta forse per sciogliere la tensione "andiamo in crociera", mi ha detto scherzando, invece aveva proprio ragione
È stato un viaggio e, per la prima volta nella mia vita, sono partita da sola a causa di questo maledettissimo virus.
Avrei rivisto tutti gli affetti alla fine di tutto.
Lei dottore, mente e braccio del reparto, direttore di un'orchestra, il suo staff, che non sbaglia mai un tempo, regista che lavora nascosto, mi avete preso per mano e portata nel "viaggio".
È vero, si sente la mancanza di un familiare accanto, ma al posto di due mani che accarezzano, fuori dal suo reparto non si può immaginare quante mani abbiano sfiorato il mio volto e le mie mani, quanti sorrisi dietro quelle mascherine, i sorrisi veri quelli che vengono fatti con gli occhi, quante parole di conforto...
E così ho capito cosa immaginava il giovane dottore se qualche volta ha sognato un reparto tutto suo.
Sognava una equipe di medici, infermieri, operatori sanitari dove non bastasse l'eccellenza in campo medico e l'abnegazione al lavoro: la prerogativa principale di chi lo avrebbe circondato dovevano essere l'umanità ed il cuore.
Ed è con queste componenti che lei e tutto il suo reparto ha continuato a lavorare durante una pandemia mondiale ed è così che avete schiaffeggiato il Covid-19.
Ebbene, non so se era davvero questo il suo sogno, ma posso dirle con tutto il cuore, ora che il mio viaggio è finito e quella porta si è chiusa alle mie spalle, che quello che lei ha realizzato è davvero quello che i miei occhi hanno visto e che con queste parole di ringraziamento ho descritto.
Non cambi mai dottore, e non cambi una virgola di quello che ha concretizzato perché la sua orchestra non sbaglia mai un tempo.
Con infinita gratitudine a lei e tutto il meraviglioso reparto di Chirurgia della colonna vertebrale — presso Ospedale Policlinico di Bari.
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