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Intervento scoliosi
Mi chiamo Martina, ho 16 anni, e la mia storia inizia più o meno un anno fa, quando incontrai il dottor Piazzolla per una visita dall'esito inaspettato; mi disse che la mia scoliosi, di 42°, si doveva necessariamente operare perché col tempo non avrebbe fatto altro che peggiorare. Fu una notizia che mi spiazzó. L'idea di dovermi sottoporre ad un intervento non mi rendeva per niente tranquilla, in più avevo paura delle conseguenze e dei rischi. Un anno dopo, lunedì 13 novembre 2017, alle 7:00 più o meno, mi preparavo per l'intervento, e la situazione era diversa: era finito il tempo di attesa ed ero felice perché di lì a poco tutta l'ansia e tutti i dubbi sarebbero spariti. I dottori mi dicevano di stare tranquilla e che per me sarebbe stato come chiudere e riaprire gli occhi, ed avevano ragione. Mi sono risvegliata nel letto della mia stanza, e mi sembrava che fosse passato un secondo. Mercoledì 15 novembre ero in piedi e camminavo sulle mie gambe, venerdì 17 sono uscita dall'ospedale e sono andata a casa mia, dopo tre settimane circa sono tornata a scuola, e ora, che è passato poco più di un mese, faccio ciò che una ragazza della mia età dovrebbe fare: vado a scuola, esco con i miei amici, mi diverto e soprattutto, sono più forte di prima. Lo sono perché so quello che ho passato e so che tutto ciò che ho fatto l'ho fatto per migliorarmi e per stare meglio, ora ho un corpo migliore e di ciò non posso che esserne fiera. È stato un periodo difficile, ma ho capito che la difficoltà riguarda solo il periodo precedente all'operazione, quando non sapevo a cosa andassi incontro; solo dopo infatti ho capito che tutti gli sforzi fatti, le giornate no e i brutti pensieri, vengono ripagati giorno dopo giorno, quando sono riuscita a riprendere l'autonomia che, per poche settimane, avevo perso, e che ora ho ripreso forse anche meglio di prima, perché so chi ero io prima, e guardandomi, capisco chi sono io adesso.
È una esperienza che, se necessaria, va fatta e non dico che va affrontata con tranquillità perché non è possibile, ovviamente. Ci saranno i momenti in cui si pensa di non poter fare più niente o di non essere capaci neanche più di piegarsi, ma è in quei momenti che bisogna rimboccarsi le maniche e con grande forza di volontà capire che una cosa se la si vuole fare, la si fa, e che se non si riesce a fare una cosa oggi, la si fa domani; pian piano si faranno sempre più passi avanti, e ogni piccolo passo diventa un traguardo: piegarsi, allacciarsi le scarpe da solo, camminare tanto.
Parlando con la gente, l'intervento spaventa in generale un po' tutti, ma solo chi lo fa capisce che non c'è niente di cui aver paura, perché tutto va bene e perché dopo ci si sentirà molto meglio, con un peso in meno. Questa è la mia esperienza e quello che posso dire da operata; un grazie ovviamente ai dottori e al dottor Piazzolla, che da sempre è stato capace di trasmettermi sicurezza e tranquillità.
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