Dettagli Recensione

 
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
3.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
3.0

un numero per alcuni, una persona per altri

Questa più che una recensione è quello che vorrei dire ad ogni mamma e papà che come me è finito nell'incubo peggiore che la vita possa dare.
Nel maggio 2004 ero una spensierata mamma di 4 figli meravigliosi e credevo, nonostante tutto cio che molti pensano su chi ha un figlio con la sindrome di down, di essere molto fortunata. Era il nostro baricentro e ogni giorno scoprivamo insieme nuove mete da raggiungere, desideri da realizzare, sogni da condividere, pensavamo al futuro come tutte le mamme fanno per i propri figli credendo che nulla sia impossibile se lo si vuole. Poi, la notizia, la corsa, il cercare di capire la cosa migliore da fare, il posto migliore a cui rivolgersi per curare il proprio figlio... mettere nelle mani di un uomo la vita del proprio figlio che nonostante tutto continua a sorridere e a lottare contro statistiche probabilità e stupidità, si perchè la presunzione dell'uomo è stupidità, perchè essere colto conoscere la medicina non serve a nulla se dimentichi di tenere tra le mani una vita che ti parla e chi lo ha fatto sa di cosa parlo!!!!!!
Le infermiere, la caposala, il prete, tutti sapevano chi era Andrea un bambino che non piangeva, che non si lamentava mai, che negli ultimi giorni di vita urlava in un silenzioso pianto, una richiesta d'aiuto che nessuno ha ascoltato, maledetta presunzione... non so se qualcuno leggerà cio che scrivo, ma se così fosse, una persona in particolare vorrei ringraziare, perchè se chiudo gli occhi e penso a mio figlio vedo lei che gli accarezza i piedini e che come me, avrebbe voluto che lui le sfilasse la penna dal taschino sorridendo come era sua abitudine fare durante le sue visite... grazie dott.ssa Alessandra Lombardi per non aver mai lasciato l'anima a casa come molti suoi colleghi usano fare.
Grazie dalla mamma di Andrea

Patologia trattata
Leucemia mieloide acuta.

Commenti

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Inviato da Petra
22 Giugno, 2014
Carissima Debora, forse tu non ti ricordi di me, ma io mi ricordo di te, di tuo marito e soprattutto del tuo ragazzo, Andrea, che scriveva il suo nome sulla porta della stanza :) . Dal mese di agosto mia figlia è stata ricoverata nello stesso reparto in cui tu e tuo marito assistevate il vostro figliolo senza lasciarlo mai solo... Lo sentivo cantare la mattina, passeggiava con voi per i corridoi e parlava con quel vocione da grande.. E quando è stato spostato nella camera singola, mia figlia ha occupato il suo letto.. Da agosto sono stata in reparto ogni mese per lunghi ricoveri e voi eravate sempre lì fino a quando una sera, rientrando in ospedale per l'ennesimo ciclo, nella sala degli infermieri vedo affissa in bacheca una foto bellissima di Andrea, avvolto in una sciarpa colorata, felice e fiero del suo aspetto, con quell'espressione piena che solo gli adolescenti sanno fare, era raggiante... Non ho chiesto nulla, ma ho capito che Andrea sarebbe rimasto sempre in reparto per essere vicino a tutti i bambini che soffrono, che come lui combattono la malattia.. Io e te abbiamo scambiato solo poche parole, ma non servono molte parole per sentire vicina una mamma che, come me, ha un figlio malato.
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