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Una brutta esperienza
Certo, finire in psichiatria non potrà mai essere una bella esperienza per nessuno. A me è successo un po' di anni fa. Non ero lucidissima e quindi non ho tutti ricordi precisi. Ma se devo dare un'opinione, credo che soprattutto gli infermieri, non tanto i dottori, dovrebbero essere specializzati in questo settore. Certo, immagino che non ci siano abbastanza risorse per qualificare personale adeguato, ma non si tratta di bronchite, si tratta di pazienti che hanno dei disturbi mentali, almeno in quel lasso di tempo in cui sono ricoverati.
Mi ricordo infermieri troppo impazienti e arrabbiati perché magari avevo risposto male o me l'ero fatta addosso senza volerlo, facendomi sentire estremamente a disagio e in colpa per cose che avevo fatto contro la mia volontà e in un ospedale! Quindi era anche lecito. Anche se capisco che possa essere estenuante stare a contatto con malati mentali tutti i giorni, penso che le persone che lavorano in un reparto come questo dovrebbero avere più competenze di psicologia, o almeno si dovrebbe far capire loro che se un paziente usa parole offensive, non è perché è maleducato, ma perché sta male e non capisce cosa fa, quindi è inutile prendersela con lui facendolo stare ancora più male... Tra l'altro dopo aver sporcato la mia biancheria, mi ricordo che vagavo inconsapevole con un lenzuolo attorno alla vita, nuda sotto, e che nessun infermiere avviso' i miei familiari che avevo bisogno di un cambio.. Per non parlare del fatto che i miei genitori mi hanno portato delle forbicine e un rasoio per la mia cura personale e un infermiere ricordo benissimo che ha visto le mie cose nella trousse e me le ha lasciate... Capisco la gentilezza e il buon cuore, ma se non io ma qualche paziente me li avesse presi e avesse fatto del male a qualcuno, o si fosse fatto male?
Poi in ogni caso, purtroppo, non ci sono le possibilità... ma credo che i reparti psichiatrici debbano essere lontano dall'ospedale e avere quanto meno un piccolo spazio aperto controllato, perché cosi è peggio delle prigioni... uno non si riprende più così, dato che giustamente non ci sono finestre... Io sono rimasta per poco, ma non credo che comunque faccia bene alla mente non prendere mai aria e non vedere mai il sole, magari per un mese intero..
Per quanto riguarda la diagnosi, non posso dire se sia stata accurata o meno, resta il fatto che ora mi è stato detto che più che di un supporto farmacologico, avrei avuto bisogno di un supporto psicologico; infatti ho tolto quasi tutte le medicine per fortuna e sono quasi arrivata alla fine di questo calvario farmacologico. Ne prendevo veramente tante e forse troppe, anche se questo è ancora da chiarire.
Per questo credo che il supporto psicologico in questi reparti sia altrettanto importante quanto quello farmacologico, anche perché molti dei pazienti hanno più bisogno di parlare che di prendere sedativi per non fare danni. Anche perché se sono arrivati ad essere fuori controllo, per molti casi vuol dire che c'è un problema psicologico di fondo, a parte ovviamente malattie tipo la schizofrenia dove il farmaco è necessario. Ma oltre me conosco diverse persone a cui sarebbe bastato parlare con un buon psicologo invece che riempirsi il corpo per anni di psicofarmaci, che tra l'altro non fanno neanche tanto bene al fegato, oppure sono obsoleti e pesantissimi come il litio, ma purtroppo questo supporto in ospedale non l'ho avuto.
Ho scritto ora perché proprio in questi giorni una persona a me vicina è stata male e, sapendo che stava andando ad Asti, l'ho indirizzata da un'altra parte per timori a causa della brutta esperienza che ho avuto io. Ora è passato qualche anno, ci sono stata nel 2013 a trovare un mio amico e la situazione mi sembrava uguale.. Non posso dire come sia in questo momento, ma per qualsiasi problema io evito di andare in generale all'ospedale di Asti anche perché, forse essendo una costruzione antisismica, e avendo tutti quei ballatoi sospesi, a me gira la testa a camminarci sopra, non è per nulla confortante (esperienza a parte).
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