Dettagli Recensione

 
Ospedale di Asti
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
2.0

Efficienza

Esattamente un anno fa a dicembre, fui ricoverata presso l'ospedale Cardinal Massaia di Asti nel reparto di medicina A, perchè seguita da ben 12 anni dal dottor Saracco come endocrinologo, a causa di un forte attacco intestinale, ora diagnosticato -grazie all'efficiente professor Bortolotti specialista delle patologie del colon del Policlinico Sant'Orsola di Bologna- come enterocolite da lattosio.
Nell'attesa penosa e dolorosa di fare determinati esami, se pur invasivi, e di venire magari anche curata, oltre ai crampi e contrazioni addominali seguite da dissenteria, si è aggiunto un nuovo male: un dolore persistente nella parte destra dell'addome.
Inizialmente si pensava che si trattasse di appendicite, ma questa supposizione è stata subito esclusa sia dall'ecografia che dagli esami del sangue, anche se un po' sballati.
Un giorno facendo la doccia sentii di avere come una pallina proprio nella zona inguinale destra, ma la sentii solo una volta.
Lo feci presente al dottor Saracco di cui erroneamente mi fidavo. Subito mi fece vedere dal dottor Sorisio che però non trovò nulla al tatto e anzi, sapendo che sono un soprano lirico e che mi faceva male anche quando cantavo, mi consigliò: "canti che le passa!"
Da quel momento pensavano che il mio fosse un dolore inventato, o derivante da stress psicologico, tanto da mandarmi ad un consulto da una psicologa. Ci andai tre volte tanto per ingannare quel lungo tempo di attesa per poter fare gli esami e per avere una cura ai miei dolori e tanto per vedere cosa era capace di dire o di fare. Dopo la terza volta, dato che il mio male non era la testa, ma ben altro, la liquidai!!! Per chiacchierare mi basta la mia mamma eccezionale e tutta la mia solida famiglia.
A me non serviva una psicologa, ma che mi dessero una cura per i dolori che avevo giorno e notte e che inoltre, avendo perso ben 6 chili, non avevo quasi più le forze di stare in piedi.
Finalmente feci quei terribili esami quali la colonscopia, di cui ringrazio il dottor Niola che me l'ha praticata con molto rispetto e delicatezza, e l'enterorisonanza, di cui ringrazio il personale della radiologia: infermiere Angelo e la dot.ssa Angela Carbone, che sono stati dei veri angeli di nome e di fatto!!!
Dopo di che sono stata messa in cura dalla dott.ssa Battaglia della gastroenterologia di Asti con la diagnosi di colite aspecifica...
La suddetta dott.ssa mi ha curata con "budesomide", cioè cortisonici che mi hanno poi successivamente spiegato sia al Presidio Gradenigo di Torino sia dal Policlinico Sant'Orsola di Bologna, si trattava di un farmaco che di solito viene somministrato a chi è affetto da morbo di Cron.
Sono stata bene per 2 mesi perchè il cortisone mascherava sia i dolori intestinali sia quello inguinale, ma terminata questa cura inutile, il dolore è riesploso ancora più potente di prima ed accompagnato da febbriciattola persistente.
A quel punto il dottor Saracco mi fece rivedere dal chirurgo Sorisio, il quale disse o di fare una tac, o di mandarmi a Torino per fare una laparoscopia per aprire e vedere.
Ovviamente in quel caso, il dottor Saracco scelse di farmi fare altre ecografie e una tac con mezzo di contrasto, da far scoppiare il cuore, da cui però non si vedeva nulla ed anche il chirurgo Amerio che mi visitò al pronto soccorso disse che non sapeva cosa dire, e difatti non rilasciò alcuna diagnosi.
Venni nuovamente ricoverata nel reparto del dottor Saracco e solo grazie ad una dott.ssa della sua equipe, che per caso passò in visita una mattina e che suggerì di farmi fare un'ecografia in ginecologia dalla dott.ssa Ragno, arrivai a capo del mio calvario durato ben 5 mesi.
Infatti la più che efficiente dott.ssa Ragno mi ha creduta e considerata come una persona veramente bisognosa e che aveva davvero male, e dopo un'ecografia durata ben 45 minuti, ha scoperto la causa del mio male: un lipoma inguinale posizionato all'interno della parete addominale, ma che fortunatamente non intaccava alcun organo anche se continuava a crescere, se pur lentamente.
Con questa diagnosi pensavo proprio che si prendessero dei provvedimenti, invece...
Venne chiesto un consulto chirurgico e il dottor Amerio che mi vide per la seconda volta, ma questa con una diagnosi ben precisa, mi consigliò di convivere con il mio male, che non era nulla, che dovevo tenermelo e che non sapeva cosa dire... e nuovamente non rilasciò nulla di scritto.
A questo punto mi sentii proprio presa in giro e derisa, così decisi di uscire dall'ospedale di Asti che mi sembrava un branco di incompetenti, escluse ovviamente quelle poche persone di cui ho citato sopra, che mi hanno trattato con rispetto come una persona normale, dato che io sono una ragazza non vedente dall'età di 5 anni a causa di un craniofaringioma.
Grazie ad una conoscenza di alcuni miei parenti, contattai il dottor Rosina, primario della gastroenterologia del Presidio Gradenigo di Torino, grazie al quale ottenni entro 2 giorni una visita dal primario professor De Paolis della chirurgia generale del Gradenigo, il quale restò esterrefatto di quanto gli raccontai e nel vedere ben 3 ecografie ed una tac sbagliate che contrastavano l'unica giusta, cioè quella della dott.ssa Ragno. Così propose ed io accettai di rifare subito gli esami presso suddetto ospedale e così avvenne.
Rifeci gli esami il 24 aprile e, sia dall'ecografia e dalla tac fatta senza mezzo di contrasto endovenoso, si vedeva molto bene il lipoma.
Entro un mese risolvetti il problema. Infatti il 30 maggio 2014 sono stata operata al Gradenigo dal professor De Paolis, che ha asportato con intervento tradizionale il lipoma del diametro di 3,5 cm. per 5 cm. e che continuava a crescere e che stava indebolendo i tessuti inguinali; infatti il professore mi ha spiegato che oltre agli 8 punti esterni ha dovuto fare anche della sutura interna perchè c'era della debolezza dei tessuti e ha fatto anche una buona pulizia.
Mi domando: se i tessuti cedevano che sarebbe accaduto? Visto che dovevo conviverci e tenermelo?
Posso solo ringraziare l'eccellentissimo professor De Paolis, che oltre essere primario vanta anche titoli lodevolissimi e che, nonostante ciò, è di una umanità ineguagliabile e strabiliante come anche tutto il personale infermieristico che ho conosciuto sino ad ora.
Ringrazio altresì il dottor Rosina e l'endocrinologo del Gradenigo dottor Arecco, che ora mi segue con attenzione e una perspicacia non indifferente.
Dot.ssa Prof.ssa Elena Canale

Patologia trattata
Lipoma.

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