Dettagli Recensione
Trattamento per Covid da terzo mondo
MA mio padre, 84 anni, con diverse patologie, dopo un ricovero tramite 118 al PS di Acireale (CT) per una febbre molto alta con spasmi, viene diagnosticato il Covid. Viene collocato in una stanzetta di circa 10 mq esterna all'ambiente del PS, tra l'accesso carrabile delle ambulanze e la zona di accettazione del triage. La stanzetta, senza finestre, senza riscaldamento, senza bagno, senza letti, senza pulsante di chiamata, senza comodino e armadio, ospiterà mio padre posto su una vecchia barella per quasi 5 giorni. Nella stanza giunge il giorno dopo una seconda persona disabile non vedente, con la stessa problematica. Mi sono trovato così ad assistere mio padre e la persona disabile: ad ogni richiesta e problemi di mio padre e dell'altra persona provvedevo se possibile direttamente io, o avvisavo gli infermieri posti dietro la vetrata del triage; inoltre ogni giorno e in orari diversi cercavo di parlare con i medici per chiedere informazioni sullo stato di salute e per sollecitare un trasferimento in un reparto, o in un altro ospedale. Solo un medico l'ultimo giorno ha capito la situazione e la gravità di mio padre che, man mano che passavano i giorni, peggiorava nelle sue condizioni di salute non tanto per il Covid ma, a mio avviso, per una trascuratezza nell'essere seguito e per le pessime condizioni di degenza. Negli ultimi giorni in cui mi sono trovato presente, riscontravo come mio padre e l'altra persona saltavano il pranzo perché si dimenticavano di portarlo in quella stanza, posta "fuori mano" rispetto all'ambiente del PS. La mattina del quinto giorno vengo contattato dal reparto di Medicina, che mi comunica che mio padre era stato portato lì nella nottata, e poi è morto. Di fatto non so esattamente a causa di che cosa sia morto mio padre.
Commenti
Altri contenuti interessanti su QSalute