Radioterapia Istituto Humanitas
Recensioni dei pazienti
8 recensioni
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Trattamento di noduli polmonari
Mio papà viene seguito costantemente nella sua malattia da quattro anni. Nell’ultimo periodo abbiamo incontrato il dottor Luca Dominici che, oltre ad essere una persona cordiale, empatica che mette a proprio agio, è preparato, efficiente e molto disponibile con il paziente. Voto 10!
Radioterapia (e chemio) per carcinoma lingua
Struttura efficiente e ben organizzata con apparecchiature moderne e procedure di ultima generazione. Un particolare ringraziamento al Prof. Ciro Franzese che ha ottimizzato e calibrato la terapia alla patologia del paziente. Medico di non comune umanità e competenza, dotato di una naturale empatia capace di infondere fiducia anche nei momenti più difficili e dolorosi.
Grazie Ciro.
Radioterapia sarcoma tessuti molli
Un elogio ai chirurghi Cananzi e Bertuzzi, alla Prof.ssa Marta Scorsetti e ai loro sottoposti di competenza, che mi hanno ridato completamente la vita dopo che mi ero rivolto ad Humanitas con un cancro raro e di alto grado.
Da dimenticare
Il centro detto di "eccellenza" di questo Istituto ha iniziato una radioterapia per sospetto sarcoma raro alla prostata (raro perchè ci dicono non lo hanno mai trovato tra i loro casi) a seguito di Tac e PET dove viene interpretato che delle cosiddette luminescenze, visibili nella zona delle vertebre/schiena, potevano anche essere un'artrite e su queste non si approfondisce altro. Con riunione multidisciplinare si decide di trattare il sarcoma prostatico con radioterapia di 35 sedute a doppia unità (molto pesanti dunque), che portano a mio padre infiniti problemi. A quel punto mio padre non camminava più.
Dopo due mesi, a marzo di un anno fa, non potendosi più muovere e spostare ed essendo un LORO paziente e loro lo avevano in cura, inviamo le analisi complete dalla nostra città, ma... finita la radio, finito il rapporto. Ci viene infatti solo risposto che si evidenziava creatosi un ascesso al retto, forse (non si chiarisce) per l'attacco della radio sui tessuti e che era meglio contattare un chirurgo - cosa che facciamo. Nessuna parola sulle metastasi, poi da noi scoperte già visibili o quanto meno sospette alla data del referto. Nessuna indicazione a fare ulteriori controlli oncologici, nessuna nuova riunione multidisciplinare coi referti alla mano, nessuna idea se indirizzarci a pensare a una terapia ormonale. Nessuna indicazione su come muoverci. Le loro parole finiscono lì.
Era un loro paziente, pensavo. A un contatto telefonico, non so bene quale medico ci risponda, ci sentiamo rispondere ai nostri dubbi sulle analisi che "non è che di queste cose possiamo parlare al telefono": gli aveva solo chiesto se determinati sintomi potevano essere conseguenze della radioterapia che LORO avevano fatto su di lui. Con la dottoressa Scoretti più nessun contatto. Non siamo medici, no, ma lo capiamo da soli che tutto questo non va proprio, anche se non è da soli che si deve capire.
Rivolti a un altro oncologo e dopo una infinita serie di problemi per mio padre, si evidenzia che, trattato come sarcoma, ora era proprio un tumore della prostata (cosa fosse prima, era solo un sospetto?), tumore ormai uscito e con metastasi che attaccavano proprio le vertebre e schiena (vedi PET di un anno prima e mai approfondita); metastasi visibili e forse ancora attaccabili già alla data dell'invio di quel referto a Milano a marzo.
Nuova radioterapia sulla zona delle metastasi e inizio di terapie ormonali, ma era tardi... mio padre non c'è più.
Ancora mi chiedo: ma se non avessi perso questo tempo credendo nelle eccellenze di questo istituto e mi fossi rivolta prima a chi avrebbe avuto più attenzione e competenza per curarlo?
Medici che dovrebbero guardarli i loro pazienti, parlarci, capire che sintomi raccontano.
Da dimenticare.
Lamentele
Molto gentili e accattivanti quando il paziente PAGANTE inizia il suo iter prenotando le varie prestazioni e programmando il periodo dedicato alla radioterapia. Dopo di ciò il paziente (mio marito) è stato abbandonato e trattato esattamente come coloro non muniti di assicurazione, e quindi non paganti. Finito il ciclo, finito il rapporto. La dottoressa non si è più sentita e i suoi collaboratori si sono rivelati disinteressati alle domande di mio marito che, in seguito alle radioterapie tanto esaltate così all'avanguardia, si è sentito sempre più male.. Infatti dopo 35 giorni dall'ultima seduta di radioterapia è morto.
Vi ringrazio per la vostra HUMANITAS.
FIORELLA Carbonetti Fortini
Glioblastoma
Mio marito è stato sottoposto a sedute di radioterapia per un glioblastoma multicentrico che già dopo l'intervento era implacabile. Durante la radioterapia sono nati nuovi focolai nel suo cervello! Dopo 6 mesi dalla diagnosi è deceduto e col senno del poi sono certa che sarebbe stato meglio non fare questa radioterapia, che gli ha causato un danno conclamato al sistema linfatico con gonfiore abnorme dell'occhio, lacrimazione purulenta e molti fastidi intorno all'occhio, stati di ansia esagerati per claustrofobia. I danni subìti sono stati negati dai medici che, con l'esperienza che hanno, avrebbero dovuto evitare tutto questo, che viene applicato in modo standard a determinate patologie e che al malato ha portato solamente tanto malessere sia fisico che psicologico. Ogni tanto bisogna avere il coraggio di dire ai pazienti e alle loro famiglie che sarebbe meglio vivere tranquilli ciò che rimane da vivere, invece di sprecare il tempo prezioso con attraversate oceaniche della Lombardia per sottoporsi a terapie, già sin dall'inizio inutili. E che non dicano che bisogna tentare tutto, loro sanno benissimo in quali casi può esserci un lume di speranza e in quali proprio no. Ci vuole però il coraggio di essere trasparenti di fronte a certe situazioni irrisolvibili.
Ottima struttura e medici molto competenti
Notevolissime competenza e professionalità dei medici: dott.ssa M. Scorsetti e dott. C. Franzese, oltre che di tutta l'equipe medica e non, del centro di radioterapia. Struttura molto funzionale.
Chirurgia cruenta o no?
Per aggredire una prostata invasa da carcinoma si può scegliere tra farsi tagliare l'addome e poi sottoporsi a tante sedute di radioterapia e chemioterapia, oppure sottoporsi alle nuove tecnologie tipo Cyberknife o la tecnologia assistita da GPS utilizzata da HUMANITAS. Sembra impossibile, ma tanti pazienti preferiscono la chirurgia truculenta, quella del buon tempo antico, gli italiani non si fidano delle novità.
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