Pronto Soccorso Policlinico Siena
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Ringraziamento
Dopo una pessima esperienza al PS di Montevarchi, il giorno dopo, cioè il 05/02/2024, sono dovuta ritornare al pronto soccorso, ma questa volto ho scelto Siena, dove ho trovato accoglienza, professionalità ed umanità. Non ho sentito o visto nessuna infermiera trattare male un paziente, all’accoglienza c’è l’acqua ed i biscotti per i parenti dei pazienti che fra l’altro possono aspettare dentro (e non fuori come alla Gruccia).
Sono tornata a casa dopo 3 ore con diagnosi e cura.
Grazie ospedale di Siena.
Esperienza inqualificabile
Caduta accidentale sulla schiena (lombare), ma eseguono Tac al collo e al cranio.
Fanno RX alla colonna ma nè il radiologo, nè l'Ortopedico di turno, rilevano un'importante frattura alla quarta vertebra lombare, poi evidenziata da successivi controlli a Pisa (Cisanello).
Ottima professionalità e cortesia
Sono stata al pronto soccorso di Siena per forte tosse e dolori diffusi nel torace, conseguenza di un virus influenzale preso dalla mia bambina. Il mio dottore mi aveva visitato 2 giorni prima diagnosticandomi una semplice tracheite e prescrivendomi 2 Oki al giorni per sfiammare. In realtà, dopo essere stata visitata al pronto soccorso e dopo aver eseguito una Rx del torace, mi hanno diagnosticato una polmonite da curare con 10 giorni di antibiotici per 4 volte al giorno; quindi mi sento in dovere di ringraziare tutto lo staff del pronto soccorso che è stato gentilissimo e molto professionale, in particolar modo la Dott.ssa Rossella Palmieri. Grazie ancora, senza il Vostro aiuto chissà quali conseguenze gravi avrei avuto seguitando la cura del mio medico di base... se così si può chiamare un medico che scambia una polmonite per una tracheite!!!
La mia esperienza
In tutta la mia vita (33 anni) fortunatamente non ho MAI avuto bisogno di gravare sul SSN, ma in questo mese ho dovuto recarmi al PS due volte a distanza di poco tempo l'una dall'altra.
La prima volta sono andata con una febbre a 39.5 che perdurava da due settimane, dolore nucale, cefalea fortissima, tutti sintomi che per il mio "medico di base" erano imputabili ad una "influenza da manuale" e per i quali, nonostante la mia richiesta, non ha voluto farmi fare nemmeno una banale formula leucocitaria perchè "tanto, dalle analisi del sangue non si vede niente". Ma questo è un altro discorso.
Ad ogni modo, questa prima volta al PS sono stata trattata con molta gentilezza, mi hanno messa in quarantena essendoci il dubbio di una meningite, poi fortunatamente fugato in favore di una diagnosi di mononucleosi. Devo dire che nell'unica notte in cui sono stata ricoverata al DEA, ho riscontrato un atteggiamento molto professionale, ed una estrema gentilezza da parte del personale infermieristico.
Vengo dimessa il giorno dopo con suddetta diagnosi e con l'avvertimento di stare attenta a non fare sforzi pesanti e a non subire traumi, perchè la milza era gonfia e c'era rischio di rottura.
SECONDA VOLTA: Dopo una decina di giorni cado dalle scale, mi faccio una decina di scalini di travertino rotolando. Vado alla guardia medica, che mi consiglia di andare in PS per vedere che non ci siano lesioni alla milza.
In PS c'erano 3 persone in attesa. Vado all'accettazione e tutto ok, ma poi mi mandano dal medico. Lo trovo seduto al pc che mi dava le spalle, senza rispondere al mio "permesso?" se non dopo un po'.
Quest'ultimo mi chiede, sbuffando, cosa è successo. Io glielo dico e lui mi dice che "ci si faranno dei bei crostini con la milza", e si accinge a spiegarmi la ricetta prendendosi tutto il tempo del mondo e continuando a guardarmi e a sbuffare.
Alla fine io (che in tutto ciò ero confusa sia dall'atteggiamento che dalla caduta) gli chiedo cosa fare, e lui non mi risponde. Alchè gli chiedo se era lui il medico e lui, reprimendo un moto di rabbia, mi risponde di sì, ma che ero io a dover fare la paziente. Sempre più allibita, senza riuscire a capire come fare per comunicare con tale individuo, gli chiedo di dirmi cosa voleva che facessi. Alla fine mi intima di raccontargli l'accaduto (di nuovo). Lo faccio. Conclude con un "Sicchè te vorresti l'ecografia?".
Non voglio farla troppo lunga, ma alla fine me la prescrive come se fosse un favore e, mentre scrive le mie informazioni personali, provvede puntualmente a commentare il fatto che attualmente io non abbia figli nè un lavoro. Queste le tre frasi, che voglio riportare per far comprendere la levatura del personaggio:
"Rischio di gravidanze?" "No".
"Rischi a lavoro?" "No" .
"Rischio che tu faccia qualcosa di utile nella vita?"
Ecco come sono stata trattata.
Tralascio (anzi no) l'ultima frecciatina sul fatto che secondo lui era sfiga prendere la mononucleosi senza fidanzato, conclusione a cui è arrivato assolutamente da solo perchè io il fidanzato ce l'ho. Gliel'ho detto e lui "Sì, ma lui non ha te". Forse, trattandosi della malattia del bacio, implicava che io l'avessi tradito? strano, visto che un medico dovrebbe sapere che ci si contagia anche con lo scambio di bicchieri e simili. Ma su questo sorvolo.
Per l'appunto il fidanzato (che era fuori ad aspettarmi) al racconto di ciò che mi era successo si è trattenuto a stento, perchè un paio di crostini VERI, a quel fulgido esempio di deontologia medica, glieli avrebbe fatti avere volentieri.
Comunque alla fine lesioni non ce n'erano e per fortuna l'ecografia me l'ha fatta un altro professionista.
Se mai mi dovesse ricapitare di andare in PS, porterò con me il mio ragazzo anche dentro, munito di telecamera. Un comportamento simile, in qualsiasi altro lavoro privato, non sarebbe tollerato e non vedo perchè debba esserlo in un ambito così delicato come quello della relazione con il paziente.
Il dolore del paziente che fa sbuffare il medico
Sono trascorsi 3 anni e mezzo e non ho ancora dimenticato la delusione e la rabbia che ho provato vedendo il medico che sbuffava davanti a me, dopo il mio racconto, guardando l'infermiera alla quale disse di farmi una flebo tanto per accontentarmi. Secondo lui era inutile che fossi andata al pronto soccorso, bastava che a casa prendessi un antidolorifico. Spiegai che già avevo provato di tutto e speravo che in P.S forse avrei potuto trovare sollievo con qualcosa che a casa certo NON ABBIAMO. II dolore all'occhio era bestiale da giorni, l'occhio era completamente chiuso, una pupilla piccolissima, il bulbo oculare tutto gonfio. Secondo lui ci voleva il centro cefalee, non il P.S.
Lo rivedrei volentieri questo grande professionista, perché io ho ancora questo problema che è un problema cerebrale grave, che non è operabile - e il dolore di un paziente sopportato da parecchi giorni, non si può sottovalutare, il malato va ascoltato, ascoltato! Dopo 10 giorni mi ricoverarono per 20 giorni in neurometaboliche, ma uscii senza diagnosi, poi fatta all'ospedale di Careggi (meningioma del seno cavernoso sinistro).
Ancora oggi sto male, ho trovato medici straordinari, ma quello che ti tratta come ho raccontato, non lo dimentichi.
Squallido evento di vita
Forse non è questo il significato della parola D.E.A., il reparto di medicina d'urgenza.. Qui siamo morti in due, mio padre Dino e il figlio Paolo: lui, lasciato in completo abbandono, privo di cure e nell'indifferenza dei medici e infermieri.
Forse è stato sbagliato il momento del ricovero, il fine settimana del mese di agosto? Io dopo questa tragica e triste esperienza di vita, cosa posso dire riguardo a queste persone?
Pessimo
Ho portato alle 14.00 mia moglie al PS delle Scotte con forti dolori. All'interno del PS abbiamo aspettato fino alle 17.00 senza che il medico (che ci girava le spalle seduto davanti al suo computer a pochi metri di noi) si occupasse di mia moglie. Accanto a noi c'era una donna anziana che ha gridato per 2 ore senza provocare reazione alcuna nel medico.
In tutto c'erano solo 5 pazienti nella sala. Alle 17.30 ha fatto la prescrizione per l'ecografia, che è stata eseguita alle 19.00. Alle 20.00 siamo potuti andare a casa. Un incubo.
Ricovero in medicina d'urgenza
Ho trascorso 4 giorni nel reparto di Medicina d'urgenza del pronto soccorso per assistere mio padre di 94 anni, ricoverato per grave edema polmonare con scompenso cardiaco. Considerata la diagnosi e l'età di mio padre, la mia preoccupazione era enorme, tenuto conto anche della scarsa attenzione che i pazienti anziani purtroppo frequentemente ricevono. Ho invece trovato disponibilità e professionalità da parte di tutti, che hanno consentito a mio padre di riprendersi in fretta, senza perdere quella lucidità di pensiero, così preziosa alla sua età e che spesso cambiamenti di ambiente e ricoveri ospedalieri compromettono.
Un grazie di cuore a tutto lo staff!
Pessimo
Sono approdata più volte a questo pronto soccorso, al quale non mi rivolgerò mai più. Tempi di attesa insostenibili, scortesia da parte degli infermieri e del personale al triage, dove spesso non c'è nessuno. Buon servizio invece degli oss. Il medico lo vedi appena cinque minuti, visite sommarie e non sono mai uscita con una spiegazione al problema. Ringrazio che finalmente durante l'ultimo attacco di dolore addominale mi sono recata in un altro PS, dove sono stata degnamente visitata e mandata il giorno dopo a passare una visita urgente da un loro specialista. Al pronto soccorso di Siena non sapevano nemmeno da quale tipo di specialista indirizzarmi. Questa è solo l'ultima esperienza che riporto, ma ne ho una collezione intera. Ti trattano non come un paziente, ma come un numero!
Tempi di attesa lunghi
Ho dovuto portare al p.s., tramite chiamata al 118 e successivo intervento di ambulanza ed auto medica, mia mamma di anni 84 per una sospetta ischemia con rallentamento dell'attività motoria della parte destra. Subito assistita dagli infermieri, gentilissimi e preparati, è stata messa poi in attesa di una tac che, dal momento del arrivo al p.s. (circa le 13.00) è stata eseguita alle 18.00. La mia contestazione non è per la lunga attesa, anche se questo è estremamente fastidioso, soprattutto per una persona di 84 anni, ma per il fatto che a seguito della richiesta del medico di p.s. della tac, venga chiesta ai familiari l'autorizzazione per l'uso o meno del mezzo di contrasto. Io non sono un medico, come posso sapere se è necessario o meno e se può arrecare danni a mia mamma? Il familiare deve sapere se il mezzo di contrasto può creare schock anafilattico? ed inoltre come può sapere quale tipo di esame è necessario per la giusta diagnosi?
Grazie comunque a tutto lo staff del p.s.
Elogi alla professionalità
Sono stato ricoverato due volte al Pronto Soccorso Policlinico Siena e devo ringraziare il Dott. prof. Fulvio Bruni per la professionalità, l'umanità, la pulizia del personale da Lui diretto.
il secondo ricovero per emoglobina molto bassa - 8 - dovuta ad una ulcera.
PESSIMO
Nonostante la quantità di affluenza, è assolutamente non scusabile un'attesa di 4 ore per accedere al P.S. e poi, con la richiesta di radiografia (rilasciata solo dopo 10 minuti), dover attendere ulteriori due ore. Faccio presente che i pazienti in attesa erano 5 in tutto e la cosa si è sbloccata solo dietro insistenza e manifestazioni di insofferenza. Faccio notare che oltre a me c'erano bambini piccoli ed anziani.
Vergogna!!!!
Perché pago le tasse
Non è stata una prima volta in un Pronto Soccorso, ma - nonostante l'angoscia che mi pesava addosso - è stata un'esperienza tutta positiva: per la prontezza, l'efficienza, la competenza e l'estrema gentilezza (condita di toscanità) che ho riscontrato.
Può succedere di capire fino in fondo perché si pagano le tasse (troppe, a dire il vero). A me è successo: per voi, per come siete e per come mi avete trattata, pago davvero volentieri le tasse. Bravi.
Esperienza pessima
Al Pronto Soccorso e Medicina d'urgenza delle Scotte ho riscontrato inaccettabili lunghissimi tempi di attesa e mancanza di professionalità.
Disservizio incredibile
Il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Siena è difficile da trovare. Trovatolo il giorno 28/4/2011 alle ore 5.50 era vuoto. Nessuno all'Accettazione Triage. Nessuno nei corridoi interni. Nessuna risposta al campanello. Nessuna risposta a chiamata vocale. Sembrava fosse in atto un allarme atomico. Dalle ore 6 alle ore 7 del 28/4/2011. Poi è arrivato qualcuno vestito informale (infermiere?). Niente scuse, niente giustificazioni, solo arroganza, zero professionalità. L'infortunata che accompagnavo è stata in qualche modo poi trattata, ma il personale che ho visto dalle ore 6 alle ore 7.30 ha avuto un comportamento disdicevole.
Ma perchè non mettono l'orario??
Vivo in provincia di Siena ed il P.S. di questo ospedale mi ha colpito in negativo.
Elvino Tinti
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