Pronto Soccorso Policlinico San Pietro
Recensioni dei pazienti
9 recensioni
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Tempistiche assurde
Arrivati pronto soccorso con mia suocera di 90 anni alle 15.30, con forti perdite di liquido dalle gambe, che erano gonfie come salami, alle 22.30 non è ancora stata visitata. la trovo una vergogna assoluta.
Pazienza e cortesia
Sono stata al pronto soccorso con mia madre che era caduta in casa sbattendo la testa. Ci hanno accolto con cortesia, e con pazienza hanno tranquillizzato mia mamma, tenuta sotto osservazione per 24 ore. Io le sono stata accanto perché era ansiosa e irrequieta. Non solo si sono presi cura di lei, ma sono stati anche attenti con me a farmi stare il meno scomoda possibile per la notte, e durante queste ore ho visto quello che non si vede dalla sala d'aspetto, cioè tutta la mole di lavoro che devono affrontare e la pazienza che hanno nell'accudire e assistere al meglio i malati.. Nonostante la stanchezza, mai una risposta sgarbata. Io quella notte ho pensato siano degli angeli - e sono in pochi per la quantità di gente che si rivolge al pronto soccorso.
Grazie infinite a tutti gli infermieri e ai dottori.
Eroi? Non tutti!
Martedì mio figlio ha avuto un incidente in bici mentre tornava dalla nonna, dove dormiva da 2 notti perché mia moglie Domenica è caduta ed è stata ricoverata per frattura del polso.
Il lunedì purtroppo ci hanno chiamato dicendoci che mia moglie era positiva al virus, quindi il ragazzo è rimasto dalla nonna, mentre io e la bambina a casa mia. Il giorno dopo il ragazzo, tornando a casa, cade e sbatte la testa; chiamano ambulanza, i nonni e poi me.
Quando arrivo, domande di routine da parte del personale medico e, alla domanda se qualcuno fosse stato a contatto con una persona positiva, subito confermo che mia moglie lo era.
Loro mi dicono gentilmente che non potevo accompagnare il ragazzo al p.s., quindi decidiamo che lo faccia mio padre, risultato negativo al virus e con gli anticorpi. Nel frattempo il ragazzo continuava a piangere in stato confusionale, tant’è che non si ricorda neppure l’accaduto.
Arrivati in pronto soccorso vengono verbalmente aggrediti prima dall’infermiera e successivamente dal medico di turno non volendo sentire nessuna spiegazione da parte del nonno, anzi, chiedendo in malomodo per quale motivo anche lui non fosse in quarantena, deridendo il ragazzo che pensava alla bici e non al fatto che era in giro quando secondo loro doveva essere a casa, non sapendo (e nemmeno lo volevano sapere) che lui stava raggiungendo la casa.
Peraltro il ragazzo continuava a piangere e a scusarsi con il personale medico.
Preoccupazione principale del medico è stata di chiamare i carabinieri, poi la pediatra, chiudendo con un verbale di pronto soccorso con delle affermazioni non veritiere del fatto che “L’ATS avrebbe imposto la quarantena all’intera famiglia“.
Nessuno ci ha dato comunicazione, ma noi da soli ci siamo fermati.
Concludo chiedendo 2 cose:
- le scuse a mio padre che ha rispettato in toto il lockdown senza MAI uscire di casa, come il ragazzo che a sua volta è SEMPRE rimasto in casa quando non era consentito uscire.
- seconda cosa, la rettifica del verbale con attinenza al vero e non a quello che il medico con estrema leggerezza aveva supposto.
In pronto soccorso abbiamo bisogno di gente che accolga i pazienti facendoli sentire al sicuro e non aggredendoli, tanto più se sono in stato confusionale e piangenti.
La morale non è compito vostro farla.
Ottimo trattamento
Giunto con mezzi propri il 31/1/2020 al P.S. (strapieno) lamentando forti dolori addominali, sono stato subito assistito e, valutando la criticità, si e' iniziato il trattamento con antidolorifici ma, dato che il dolore non si attenuava, sono stato sottoposto ad ecografia eseguita dal Dott. Bruno Iiriti, diagnosticando calcoli alla cistifellea. Sottoposto immediatamente a T.A.C. e RX, veniva confermato quanto risultato dall'ecografia. Valutando la situazione, il Dott. Iiriti mi informava che se fossero riusciti a controllare il dolore mi avrebbe dimesso, ma avrebbe immediatamente programmato l'intervento chirurgico. Dato che i dolori, nonostante i farmaci, persistevano, sono stato ricoverato in reparto. Oltre al Dott. Iiriti, l'unico nome che ho presente, devo ringraziare il personale per la sollecitudine dimostrata nonostante fossero sommersi dal numeroso afflusso...
Grazie.
Ottimo trattamento al pronto soccorso
Sono arrivato in p.s. alle 4.58 del 16/5/2017 e devo congratularmi per l'assistenza avuta, in particolare per la gentilezza e professionalità del dott. Serboli e della infermiera Irene.
Flavio
Per me è NO
Avuto incidente luglio scorso; dopo svenimento mi accompagnano i vigili con la loro macchina di corsa al pronto soccorso (era stata chiamata ambulanza e dopo 10 minuti a 100 metri dal Policlinico non era ancora arrivata). Gli addetti del p.s. "sgridano" i vigili perché non avrebbero dovuto portarmi loro, così, morale della favola, mi hanno accolta come paziente con arrivo autonomo e mi hanno lasciata in un corridoio in preda ad attacchi di ansia e dolorante...
Non appena son tornata in me, e dopo lunga attesa (quasi 2 ore e mezza), ho firmato e son uscita andando a prendere cure al mio paese.
Capire cosa sia successo..
La sera del 16 maggio 2015 porto mia sorella al pronto soccorso di Ponte San Pietro per una forte pressione alla testa, terzo episodio nell'arco di mezz'ora. In ospedale non viene fatta neanche una Tac , mia sorella viene dimessa con una diagnosi di stato ansioso (..) e le viene somministrato il Lexotan. Rientrati a casa, dopo 2 ore mia sorella è morta nel sonno e ancora oggi stiamo lottando per capire cosa sia successo. Dimenticavo: mia sorella aveva 41 anni e stava benissimo.
Trattamento al pronto soccorso
Cosa oscena e da arroganti e maleducati nel turno delle ore 19.00.
Posso anche dare i nomi della dottoressa e dell'infermiera.
Il colmo è stata la minaccia di rimandarti in sala d'attesa per aver chiesto spiegazioni..
Il giorno successivo volevano 25 euro per provare la pressione.
Pronto Soccorso
Sono arrivata al pronto soccorso di Ponte San Pietro dopo un tamponamento a catena.
Paralizzata dal dolore sul sedile della mia auto, con l'intervento dell'ambulanza mi hanno prelevato ed accompagnata in Pronto Soccorso. Non sapendo l'entità del danno, i volontari presenti sull'ambulanza mi hanno vietato di fare qualsiasi tipo di movimento e giustamente mi hanno paralizzata sulla barella.
Una volta arrivati in Ps, l'infermiera esorta dicendo: "su dai alzati e mettiti da sola sul lettino, non sei mica morta!" sottolineo che ancora non si sapeva da cosa dipendessero i dolori che avevo in tutto il corpo.
Gli stessi volontari dell'ambulanza hanno ricordato all'infermiera che accusavo dolori dal collo fino alla fine della spina dorsale e che quindi non era conveniente farmi muovere autonomamente.
Una volta sdraiata, mi dicono che dovrò andare a fare le lastre e che per questo motivo è necessario che io mi tolga tutti i piercing che ho alle orecchie - peccato che io non riuscissi a muovere neanche un braccio. L'infermiera spazientita mi dice:" io di certo non te li tolgo quegli orecchini, muoviti a toglierteli da sola". Sempre più sconcertata e in preda ai dolori, molto lentamente riesco a togliermi gli orecchini a gran fatica, e deponendoli in un sacchettino che mi viene detto, verrà consegnato a mio padre che era in sala d'attesa (peccato che questo sacchettino a mio padre non verrà mai consegnato, se non personalmente dalla sottoscritta dopo che mi hanno fatto uscire dal Ps.)
Nella saletta dove mi avevano lasciato c'erano anche altri due malati anche loro ad aspettare le cure sdraiati sul lettino. L'infermiera si accorge che i lettini sono finiti (3 lettini in un PS!!!) e decide che uno dei tre dovrà alzarsi per permettere ad una signora anziana di sdraiarsi.
Io fino a quel momento non ero ancora stata visitata ed ero in lacrime per i dolori lancinanti che avvertivo in tutta la colonna vertebrale. Arriva finalmente una dottoressa che urlando mi dice:" Magari se la smettiamo di piangere e mi spieghi il problema..." io arrabbiata per il comportamento e dolorante spiego a fatica le dinamiche dell'incidente e indico i punti dove sento più dolore. La dottoressa prende una sedia a rotelle e mi invita poco gentilmente ad alzarmi (NUOVAMENTE DA SOLA, SENZA L'AIUTO DI NESSUNO) e ad accomodarmi sulla carrozzina cosi mi avrebbero accompagnata a fare le lastre. In quel momento arriva l'infermiera che tutta felice si complimenta con la dottoressa per aver liberato cosi in fretta un lettino.
Come se non bastasse, la dottoressa molto irritata mi chiede come mai fossi cosi nervosa, proprio non riusciva a capire come mai fossi cosi arrabbiata. "sei forse arrabbiata per l'incidente?"
In sala d'attesa intanto nessuno sapeva dare notizie a mio padre, che dopo un po', allarmato, ha tentato di chiamarmi al cellulare; l'infermiera mi prende il telefono dalle mani e lo mette nella bustina dove mi avevano fatto depositato gli orecchini, esclamando: "che cosa chiamerà a fare tuo padre, se l'ho visto che è in sala d'attesa, è una cosa incredibile!"
Grazie al cielo, a farmi le lastre ho trovato un ragazzo gentilissimo che mi ha aiutata, tranquillizzata e mi ha accompagnato anche dai miei genitori.
In tutto erano passate due ore dal mio arrivo in PS. Dopo aver atteso mezz'ora il risultato delle lastre, mi riaccompagnano nuovamente dalla dottoressa che mi dice:" scusa, ma non è che tu eri senza cinture di sicurezza e magari stavi anche parlando al cellulare e non hai guardato la strada?". Peccato che i volontari dell'ambulanza avessero segnato che:
1- avevo la cintura.
2- NON STAVO GUIDANDO IO.
3- il tamponamento non è avvenuto a causa mia, anche perché la mia auto è stata l'ultima coinvolta.
Prima di dimettermi, l'infermiera mi ha chiesto se volevo un antidolorifico - PRIMA DI DIMETTERMI, NON APPENA ARRIVATA IN PRONTO SOCCORSO!
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