Pronto Soccorso Ospedale L'Aquila

 
2.3 (2)
Scrivi Recensione
Il reparto di Pronto Soccorso - Medicina e Chirurgia d'accettazione e d'urgenza dell'Ospedale Civile San Salvatore di L'Aquila, situato in località Coppito in Via Vetoio 1, ha come Direttore il Dott. Angelo Flavio Mucciconi. Il reparto è una Unità Operativa Complessa facente parte del Dipartimento di Emergenza e Accettazione cui il cittadino può accedere direttamente per prestazioni urgenti. L'Unità di Pronto Soccorso assicura il primo accertamento diagnostico, clinico, strumentale e gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente, nonché il collegamento con le specialità di cui è dotato l'ospedale per gli interventi diagnostico terapeutici successivi. Il Triage è un metodo di valutazione e selezione utilizzato per assegnare il grado di priorità di accesso dei pazienti alla visita medica; definisce un ordine nei tempi d'attesa sulla base dell'urgenza oggettiva. All'Osservazione Breve (OBI) accedono i pazienti che, a giudizio del medico di Pronto Soccorso, necessitano di osservazione clinica, trattamenti e approfondimenti diagnostici.

Recensioni dei pazienti

2 recensioni

Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
2.5  (2)
Assistenza 
 
1.0  (2)
Pulizia 
 
3.5  (2)
Servizi 
 
2.0  (2)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
Informazioni
Inviando il modulo si dichiara che quanto scritto corrisponde al vero e si assume responsabilita' legale in caso di commenti falsi. L'invio di commenti non veritieri positivi o negativi costituisce reato.


Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
2.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Girone infernale

Orribile sotto tutto i punti di vista. Arriviamo al pronto soccorso intorno alle dieci di mattina, su pressione del Dr. Ciocca, che ci ha detto di aver parlato con la dottoressa di turno per non lasciar passare molto tempo, visto che mio marito era molto provato, reduce da un ricovero di 22 giorni per intervento all’aorta. Meno male che non doveva passare molto tempo! Alle 16:30 eravamo ancora in attesa, con l’unico contatto di una infermiera di nome Fiorella, molto gentile, che ci ha detto che probabilmente avremmo dovuto passare la notte lì, perché non c’era posto nel reparto che serviva a mio marito. Decidiamo di andare a casa e tornare l’indomani mattina presto. Alle 8:00 eravamo in pronto soccorso, oltre a noi solo due persone. Messi in attesa. Dopo circa tre ore ci mettono in “isolamento”. La stanza n. 2 del p. s. è un buco ricavato nello spazio dove transitano le ambulanze, con la porta che non si chiude, tutti i fumi dei furgoni da respirare, i muri rotti e i tubi del bagno in bella vista. Un orrore. Per mio marito portano una lettiga da utilizzare come letto, per me c’è una sedia rotta. Tutto il giorno lì, e un dottore di malattie infettive viene a ripeterci che non c’è posto. Passiamo la notte in quell’inferno, con mio marito che sta male e le ambulanze che arrivano una dietro l’altra, senza sosta. Ho coperto con un asciugamano l’apertura che ci esponeva a tutti i passanti. La mattina nessuna notizia, il pomeriggio finalmente la stessa Fiorella di due giorni prima dice che mio marito avrà un letto in appoggio in un altro reparto. Aspettiamo ancora. Senza alcuna assistenza. Da rilevare che il dottore di malattie infettive aveva stabilito la terapia da fare ogni sei ore. Inutile dire che ogni sei ore non accadeva nulla, e che ogni volta dovevo andare in cerca di qualcuno che mi desse la terapia. Aggiungete che ogni volta prendevo delle sonore sgridate. Aggiungete che io ho problemi alle ginocchia e cammino con le stampelle. Devo aggiungere altro? Il trasferimento è arrivato alle 20:30, in medicina 1, e da lì ci è sembrato di essere arrivati in paradiso… Esperienza allucinante, credo che non ci siano parole sufficienti per esprimere il dolore, il disagio, l’incredulità di fronte a personaggi fuori dal mondo civile, sgarbati, indifferenti, sicuramente stressati dalla mole di lavoro, ma ingiustificabili per il trattamento riservato ai poveri disgraziati che ci capitano.

Patologia trattata
Clostridium
Esito della cura
Nessuna guarigione
Voto medio 
 
2.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Esperienza

Sono il papà di un bambino di 9 anni che lo scorso 2 gennaio ha subìto una ferita lacero contusa dovuta ad una caduta dagli sci durante un allenamento di gigante. Scivolando sulla neve il bambino ha urtato, con il dorso della mano sinistra, la base di un palo non completamente inserito nella neve per il basso livello di innevamento, riportando una ferita semicircolare con taglio di tutti gli strati di pelle, fino a scoprire i tendini, e con una superficie poco più grande di un quadrante di orologio. Il lembo di pelle rimasto appeso è stato riposizionato con 18 punti di sutura, fasciato ed applicato al braccio un mezzo gesso per non far piegare il polso e non far tirare i punti. Il 7 gennaio, come richiesto dal medico del pronto soccorso, ci siamo recati di nuovo in ambulatorio per la medicazione. Arrivati intorno alle 8:30 abbiamo preso il nostro numeretto "elimina code" ed atteso il nostro turno. Alle ore 12:30, mio figlio ed io eravamo ancora in attesa di chiamata. Mi sono così recato presso la direzione sanitaria dell'ospedale per recriminare sul fatto che non era possibile far attendere un bambino di 9 anni per così tanto tempo solo per una medicazione e sono stato ricevuto dalla Dott.ssa Giovanna Micolucci, la quale, pur comprendendo il disagio, sosteneva che non dipendesse da lei ma dal responsabile U.O.C. Medicina e Chirurgia d'accettazione e d'urgenza, dott. Giuseppe Sambenedetto. Non avendo altro tempo da perdere in giro, visto che mio figlio doveva ancora essere visitato, le ho chiesto cortesemente di farsi portavoce del disservizio anche nei confronti di altri "pazienti" che, con me, erano lì a protestare. Sono così tornato nell'ambulatorio, dove finalmente alle 12:45 si è concluso l'intervento, durato solo 5 minuti, a fronte di una attesa di oltre 4 ore! Questa mattina mi chiama mia moglie proprio qualche minuto fa (ora sono le 12:50 del 13/01/2014) dal pronto soccorso dove si trova per la rimozione dei punti di sutura dalla ferita e di nuovo mi racconta di essere lì dalla ore 8:15 con mio figlio e di essere ancora in attesa! Mi chiedo a cosa servano allora le nostre proteste! Cadono come sempre nel vuoto e nessuna le ascolta! Avevo chiesto che quantomeno istituissero un corridoio preferenziale di accesso almeno per i bambini. Come si può far attendere ore un bambino, che oltretutto dovrebbe essere a scuola e che è costretto a saltare le lezioni, per una pessima organizzazione sanitaria?! In non ho parole e lo sdegno che ho è frustrato dall'impotenza nei confronti di queste situazione che ormai giornalmente dobbiamo sopportare.

P.S. Alla domanda sottostante "consiglierei questo reparto" ho risposto "no". Ma dove dovrebbe andare un paziente se gli viene indicato il pronto soccorso per una medicazione successiva ad un infortunio!?

Patologia trattata
Ferita lacero contusa.