Neurologia Ospedale Campi Salentina
Recensioni dei pazienti
2 recensioni
Ottimo consulto
Inizialmente appena arrivati la porta era chiusa e non si vedeva nessuno. Dopo mezz'ora dall'ora dell'appuntamento abbiamo dovuto cercare il personale sanitario affinché potessimo fare la visita. Il dottore ha accolto la paziente che accompagnavo senza presentarsi, senza dire nemmeno “buongiorno”, anzi chiedeva a voce alta "SI? chi ha bussato", limitandosi a stare seduto alla scrivania e, scocciato. La paziente si era recata in visita su consiglio della medico curante, un professionista. Il medico curante aveva richiesto degli accertamenti visto il costante dolore, e aveva diagnosticato una neuropatia periferica e quindi ha richiesto un consulto neurologico.
Invece secondo il dottore il dolore erano dovuto ad una protrusione discale e non ad un problema neurologico. Visita la paziente sommariamente, con qualche test, si limita a dirle: “alzati e fammi vedere come cammini”. Tempo della visita 2 minuti. Scrive due parole e richiede un accertamento diagnostico al fisiatra che era già stato chiesto dal medico curante, e per congedarsi dice: “a posto, abbiamo finito”. Nè arrivederci, nè niente.
La qualità assistenziale della professione medica passa non solo dalla capacità scientifica del professionista, ma anche dalle competenze umane.
Visita per vertigini
Il dottore ha accolto la paziente che accompagnavo senza presentarsi, senza dire nemmeno “buongiorno”, limitandosi a stare seduto alla scrivania e, scocciato, con la porta parte verso il corridoio dove attendevamo: “allora, chi deve essere visitato?”, quando si vedeva chiaramente che eravamo solo noi due, io e la paziente. La paziente si era recata in visita su coniglio della cardiologa, una professionista indiscussa, responsabile di una famosa struttura privata del leccese che si occupa di lavorare unicamente con i post infartuati, con tanto di pubblicazioni e lavori di ricerca. La cardiologa aveva riscontrato delle vertigini soggettive e quindi ha richiesto un consulto neurologico.
Invece secondo il dottore le vertigini erano dovute alla postura errata e non ad un problema neurologico. Non visita la paziente, si limita a dirle: “alzati e fammi vedere come cammini”. La paziente fa per alzarsi e viene interrotta: “ho visto già, va bene così”. Scrive due parole e richiede un accertamento diagnostico CHE ERA GIÀ STATO CHIESTO DALLA CARDIOLOGA, e per congedarsi dice: “a posto, abbiamo finito”. Nè arrivederci, nè niente.
La qualità assistenziale della professione medica passa non solo dalla capacità scientifica del professionista, ma anche dalle competenze umane.
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