Pronto Soccorso Ospedale Argenta

 
3.8 (3)
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Il reparto di Pronto Soccorso dell'Ospedale Mazzolani Vandini di Argenta in provincia di Ferrara, situato in Via Nazionale 7, ha come Direttore il Dott. Daniele Cariani; Responsabile è la Dott.ssa Laurenza Jannotti. Il reparto è attivo 24 ore su 24 e garantisce un servizio integrato con la postazione ambulanza di Portomaggiore, con la quale costituisce una unica struttura funzionale. E' garantito il trasporto assistito urgente verso ospedali di livello superiore. L'equipe medica è composta da 12 medici che svolgono attività sia in PS ad Argenta che sulla ambulanza di Portomaggiore. Attività d'eccellenza i percorsi condivisi per il trattamento di IMA STEMI, TIA, Sincope, Vertigine, Stroke, Emorragie digestive, Trauma cranico.

Recensioni dei pazienti

3 recensioni

Voto medio 
 
3.8
Competenza 
 
3.7  (3)
Assistenza 
 
4.0  (3)
Pulizia 
 
4.0  (3)
Servizi 
 
3.3  (3)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Emergenza urologica

Ottimo servizio con basso tempo di attesa. Sostituzione catetere a seguito di dolori intensi alla prostata.

Patologia trattata
Catetere fuori posizione.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
4.3
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Grazie a tutti

Mi sono dovuto recare al pronto soccorso per un brutto trauma alla caviglia. Ero quasi più preoccupato della pessima accoglienza che avrei ricevuto che del dolore, invece devo dire che ho trovato personale stupendo, gentile e attento.
Ringrazio davvero tutti, dallo staff del triage al tecnico della radiologia (mi hanno fatta fare la radiografia), all'ortopedico.
Grazie!!!

Patologia trattata
Distorsione caviglia.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
2.0

Trattamento pessimo

Episodio nella notte del 23- 24 novembre. Signora di 78 anni (mia zia) con improvvisa incapacità di riconoscere la persona con cui vive (sorella) e che riferisce di aver cenato con la madre (morta nel 2007...), e presenza di una ptosi palpebrale. Dopo 2 ore vengo chiamata dalla dottoressa che con un tono decisamente altezzoso e strafottente mi accoglie con "signora dica quello che ha detto a me"... Ovviamente la signora chiede di essere riportata a casa perché sta bene e non vuole essere visitata. Allora io faccio presente alla dottoressa che forse la persona potrebbe avere una ischemia cerebrale e non rendersi conto della propria condizione. La dottoressa risponde che lei non poteva fare niente se la signora diceva di stare bene e che non si devono convincere le persone a farsi visitare... La discussione è così rapidamente degenerata, perché io trovavo (e trovo) inammissibile un trattamento e una disumanizzazione tale da lasciare una persona anziana che presenta un improvviso squilibrio, libera di decidere se curarsi o meno, come dire ai parenti "andatevene a casa, se le prende una paresi o sviene, richiamate il 118!!
Quindi sospetto una ischemia ma non faccio niente finchè non si aggrava?! (domanda fatta diretta). Risposta: la signora può avere avuto qualche episodio di amnesia (che ovviamente noi contestiamo perché non si trattava di amnesia, tanto è vero che la stessa dottoressa nella dimissione del pronto soccorso scrive "sospetto TIA". Cioè, con sospetto di ischemia cerebrale transitoria la mandano a casa senza fare nulla, quando le linee guida dicono che se dopo un episodio di TIA e con la presenza di altri fattori di rischio (che mia zia ha, e più di uno) il rischio di ictus aumenta per cui il paziente va inviato ad ulteriori indagini.
In tutto questo, la dottoressa ha fatto la visita senza mascherina e anche quando la discussione si è protratta nel corridoio fino all'uscita del pronto soccorso, non l'ha mai indossata.
Siamo tornate a casa senza sapere cosa fare nè a chi rivolgerci fino al giorno successivo, dove un geriatra ci ha dato delle indicazioni (per fortuna non tutti i medici sono uguali..).
Unica nota positiva un questa vicenda, la gentilezza e la professionalità delle infermiere del 118 e la gentilezza dell'infermiere che ci ha accompagnato per andarcene.

Patologia trattata
TIA.
Esito della cura
Nessuna guarigione