Oncologia Ospedale Fatebenefratelli Benevento
Recensioni dei pazienti
3 recensioni
Soddisfatta
Personale altamente qualificato. Ottima accoglienza e assistenza.
Abbandonati a noi stessi
Mio padre a luglio scorso è stato operato per una resezione del sigma retto; l'intervento è andato bene, solo mi chiedo perchè non abbiano fatto un'altra tac di controllo prima di iniziare le chemioterapie. Quando siamo andati dall'oncologo Dott. Febbraro per sapere l'esito dell'esame istologico, ci è stato detto che papà aveva un sarcoma all'intestino, ma che era pulito e le chemioterapie erano puramente precauzionali, anzi: doveva farle perchè dei 9 linfonodi prelevati, 3 erano reattivi, altrimenti non sarebbe stato neanche necessario. Senza una Tac di controllo iniziamo il ciclo di chemio.
Ora, a distanza di tempo e di consulti vari, mi chiedo come noi non dovevamo preoccuparci con un sarcoma a cellule fusate, maligno per eccellenza e con un indice di aggressività del 90% (dati presi dall'istologico nella cartella clinica). Perchè non ci è stata detta la reale situazione????
Iniziamo le chemioterapie, papà ne ha fatte solo tre, ogni volta lamentava dolori di pancia sempre maggiori, noi lo dicevamo al dottore, il quale attribuiva questi dolori non alle chemio, ma neanche gli faceva una visita all'addome. Visita che c'è stata quando l'abbiamo richiesta privatamente. Dalla visita, nonostante si sospettasse ascite, abbiamo fatto ecografia e dopo tac a casa - non so perchè immediatamente non abbiano fatto ricoverare papà visto che stava in ospedale. Da lì gli è stata diagnosticata la sua condanna a morte: carcinosi peritoneale. Quando siamo andati a colloquio con il dottor Febbraro non ha neanche guardato il dischetto della tac, come facevano tutti, ma si è limitato a leggere il referto. Più volte ci ha invitato a chiedere pareri per un intervento chirurgico, definito impossibile dai dottori contattati visto che papà non rispondeva minimamente alle chemio e vista anche l'estensione della carcinosi.
Papà nel giro di pochi mesi si è aggravato e da una settimana è venuto a mancare. Io più volte ho ricontattato il dottore chiedendogli di venire a casa per una visita privata, lui lo aveva seguito dal principio e quindi conosceva tutta la sua storia clinica, ma il dottore ha detto che non faceva visite private ed alla fine ci ha detto di portarlo in ospedale.
Ora io mi chiedo, sapendo già le condizioni non poteva venire a visitarlo, una persona malata vuole l'affetto dei suoi cari, perchè obbligarlo ad andare in ospedale? Alla fine non ho più contattato il dottor Febbraro, ma ci siamo rivolti ad un altro oncologo per far seguire papà.
Il decorso della malattia di mio padre non poteva essere cambiato, ma noi avevamo il diritto di sapere le cose già il 5 settembre, giorno della visita. Non c'era niente da stare tranquilli, dovevamo correre e chiedere pareri prima che subentrasse la carcinosi.
Competenza e professionalità
In questo reparto ho trovato competenza, professionalità, umanità e tanta, tanta disponibilità.
Altro che ospedali pubblici o universitari...
Altri contenuti interessanti su QSalute