Oncologia Ospedale di Este
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Grazie
Sono giorni che il mio pensiero ricorre almeno una volta alla mia mamma, mi sono ritrovato a pensare più volte al modo in cui se n’è andata, di fatto con mio immenso dolore, senza che io l’abbia in quel triste periodo mai vista piangere.
Ho pensato quindi che anche questo abbia fatto per noi, poi ho pensato che in questo è stata anche aiutata dalla persone che prima l’hanno sostenuta moralmente, creando speranza e poi accompagnandola per l’ultimo viaggio senza farla soffrire e, così facendo, non hanno aiutato solo lei, ma anche tutti noi che le stavamo accanto.
Ho pensato quindi a quei medici che seguono questi reparti e ho pensato che secondo me non dovrebbero chiedere mai come mai non hanno più visto il tal paziente, pur avendolo seguito passo dopo passo nella sua malattia; queste persone probabilmente vengono ringraziate da chi riesce a sconfiggere la malattia, oppure citate in un necrologio sul giornale come atto dovuto.
In questo mi sono sentito in debito, e pertanto in dovere, di dover dare atto, nel mio piccolo, del loro operato.
Avendo lavorato per la società e stando in mezzo a coloro che la compongono per difenderli, o in altri momenti per perseguirli, penso di sapere come questi luminari si sentano quando, guardando negli occhi i loro pazienti, li devono rassicurare pur rendendoli edotti della loro malattia e questo lo devono fare cinque, dieci, venti volte, con la medesima persona.
Io penso non sia per niente facile e che qualche volta avrebbero il bisogno di essere ringraziati anche da chi, come me, ha accompagnato sino alla fine i propri cari ed è riuscito a non provare rabbia, ma tristezza e rassegnazione.
Ecco che con queste mie righe, pur profondamente private, rese pubbliche, io intendo ringraziare chi svolge il proprio lavoro in quei reparti, con gentilezza, affabilità e massima professionalità.
Grazie.
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