Neurologia Policlinico Foggia
Recensioni dei pazienti
5 recensioni
Tossina botulinica
Su consiglio del mio oculista, sono stata inviata da un neurologo che si occupa del trattamento del blefarospasmo con tossina botulinica.
A seguito di una visita sommaria, concordata la data del trattamento, il neurologo mi ha iniettato tre dosi di tossina nella parte inferiore dell'occhio. Iniezione effettuata senza guanti e con un dosaggio a mio avviso empirico. Avrebbe dovuto iniettarla, penso, nel muscolo orbicolare, ma nella sua fretta forse mi ha preso anche il sovrazigomatico, o qualche altro muscolo, dato che mi è caduta mezza faccia e mezzo labbro superiore.
Il risultato è una disimmetria facciale antiestetica bruttissima che mi provoca molto disagio. Spero si risolva con lo smaltimento della tossina.
Il blefarospasmo è rimasto.
Sconsiglio fortemente il trattamento botulinico eseguito da questo neurologo.
Sensibilità e umanità zero
Speravo avrei trovato una soluzione ad un'emicrania che, col passare degli anni, è aumentata di frequenza e stamattina mi trovo davanti proprio chi dovrebbe dare l'esempio di umanità e sensibilità verso chi ha bisogno, ma non mi ha nemmeno ascoltata e non mi ha guardato nemmeno in faccia, mi ha quasi impedito di parlare e di raccontare qualcosa di me.
Era alquanto scocciato e desideroso che io andassi via e che non gli stessi a raccontare i miei problemi .È stato impassibile, frettoloso ,e ha criticato aspramente la richiesta del medico curante con la quale mi sono presentata. Avrei avuto tanta voglia di andare via, non mi sono sentita presa in considerazione.. In conclusione: l'emicrania mi è aumentata. Credo sia la prima volta che mi si presenti un medico così sgarbato. Spero che si leggano queste recensioni. Chiaramente non tutti i medici sono così, per fortuna. Ringrazio molto invece l'infermiera dell'accettazione che è stata molto disponibile ed educata. E poi basterebbe un sorriso per aiutare la gente!!
Maleducazione
Mio papà di 83 anni è stato ricoverato il giorno 1 dicembre per sospetta ischemia; dico sospetta perché nessun medico ci ha ancora parlato. Arrivo la sera del 2 da Lodi (dove abito) e al mattino presto vado in reparto per vedere come sta. Una ragazzina che aveva fatto la notte per un parente, comincia a gridare che mio papà voleva alzarsi la notte e si toglieva il pannolone (messo per la prima volta in vita sua). Mio papà è evidentemente anziano e in via di demenza, oltre che confuso. La signorina continua a urlare come fosse al mercato del pesce, mi chiede di togliere gli effetti personali di mio papà dal suo armadietto perché sennò suo zio li prende e io le rispondo che non ho dove metterli. Mi ordina anche di aprire la finestra perchè secondo lei c'è puzza (erano appena passati a pulire e rifare i letti) io dico di no perché mio papà è seduto proprio davanti in pigiama e ha anche la bronchite cronica. La signorina esce sempre urlando e chiede man forte ad uno studente infermiere, che mi ordina di spalancare il balcone con assoluta maleducazione. In un reparto con maschi anziani ammalati neurologici, forse non sarebbe il caso di permettere a ragazzine impressionabili e maleducate di restare per la notte; e agli studenti forse bisognerebbe insegnare anche il rispetto per pazienti particolari e i loro parenti.
Cefalea acuta
Oggi, dopo circa 2 mesi che stavo aspettando il giorno che mi visitassero al centro cefalee degli Ospedali Riuniti di Foggia, posso dire che avrei preferito essere da tutt'altra parte.
Ringrazio vivamente la dottoressa del reparto che questa mattina si e' rifiutata di visitarmi, di trattare nello specifico il mio caso e di darmi una cura, utilizzando tutte queste affermazioni: è la decima persona che mi racconta la stessa minestra oggi; a furia di sentire le stesse cose è venuto a me il mal di testa; per il tuo problema non c'è soluzione, non hanno ancora inventato la cura per l'emicrania, dovete essere voi a farvela passare invece di agitarvi e farvela aumentare, quindi te la devi tenere a vita; se tutte le cure che ti hanno dato gli altri dottori non hanno funzionato, io cosa ti posso fare? le hai provate tutte! piuttosto rilassati e quando ti viene mettiti a dormire.
Ed altre frasi del genere che non sto ad elencare. Da precisare che 4 giorni fa sono stata in ospedale perche' non riuscivo a riprendermi dai forti attacchi di emicrania; li' mi hanno iniettato il Toradon per star meglio e il dottore del pronto soccorso voleva addirittura ricoverarmi. Poi mi ha lasciata andare perche' sapeva che avrei dovuto fare a distanza di pochi giorni la visita nel centro cefalee e si e' raccomandato di fare altri accertamenti.
Invece la dottoressa di Foggia era scocciata di dovermi prescrivere altri esami dicendomi: se c'era qualcosa di grave in tanti anni ora non saresti qui..
Quindi io ora devo aspettare non so quanti mesi per richiedere un'ulteriore visita e devo nuovamente pagare. Ma se nel frattempo mi sento male o mi succede qualcosa, ne ripaga lei? Non e' giusto che in un'italia con crisi e disoccupazione, ci sia gente che ha la fortuna di avere un lavoro (che paghiamo noi cittadini con le tasse) e lo svolge con i piedi. Chiudo solo dicendo che sempre la stessa dottoressa ha invitato mia madre a portarmi da uno psicologo, anzichè dal neurologo!
esperienza negativa
E'un reparto in cui spesso si consuma una tra le più grandi tragedie che possa succedere nella vita di una persona: la perdita dell'autosufficienza. Mia madre era una donna attiva, la sua vita era fatta di piccole, innocenti cose che però la facevano sentire importante e vitale. Con l'ictus le è stato tolto tutto questo. In un attimo, in un soffio. Ho visto la sua disperazione mentre questo avveniva, attimo dopo attimo. Insieme alla sua c'era anche la mia di disperazione... per la mia impotenza. A tutto questo si aggiungeva purtroppo la totale mancanza di umanità, sensibilità da parte di buona parte dei medici che operano in questo reparto e del personale. Nessuna forma di umanità e garbo nel trattare una patologia così grave. Gli infermieri spesso si esprimevano in dialetto foggiano, in maniera scurrile e volgare. L'assistenza era quasi totalmente delegata ai parenti. Perchè pazienti non autosufficienti erano un peso gravoso. Nessuna forma di intesa o collaborazione era possibile! Il tutto avveniva con l'indifferenza dei medici del reparto.. Quando mia madre cadde dal letto dell'ospedale fratturandosi l'omero e il gomito dell'unico braccio, il destro, che riusciva a muovere, uno dei "sensibili" medici del reparto volle solo sapere come mai la badante, che ero stata costretta ad impiegare temporaneamente accanto a mia madre a causa delle loro disfunzioni, non era stata più attenta! Solo questo. L'incidente rappresentava una semplice scocciatura. C'è voluto anche del tempo perchè a mia madre fasciassero il braccio fratturato che le faceva male. Queste cose si fanno in ortopedia, non era di loro competenza! In questi termini si era espresso un infermiere. Ovviamente, data la gravità dei fatti, ho denunciato il tutto alle autorità competenti. Ma quanta amarezza e desolazione! Un ultima osservazione...: il direttore del reparto chi l'ha visto?
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