Neonatologia Ospedale L'Aquila

 
3.9 (4)
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Il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell'Ospedale Civile San Salvatore di L'Aquila, situato in località Coppito in Via Vetoio 1, ha come Direttore la Dott.ssa Sandra Di Fabio. Il reparto dispone di 4 posti di patologia neonatale, alloggiati in moderni ambienti per l'assistenza di neonati patologici, pretermine o necessitanti di cure intensive. I neonati normali sono sistemati in lettini vicino alle madri (Rooming-in). Attività specialistiche Ambulatoriali: Ambulatorio Neonatologico, Ambulatorio Ecografico, Follow-up neonati a rischio. Un importante servizio che la Tin dell’Aquila ha introdotto per prima in Abruzzo nel 2011, è l’ipotermia che serve ad assistere il neonato a termine nei casi di asfissia.

Recensioni dei pazienti

4 recensioni

Voto medio 
 
3.9
Competenza 
 
3.5  (4)
Assistenza 
 
4.0  (4)
Pulizia 
 
4.5  (4)
Servizi 
 
3.5  (4)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Hanno salvato Diana e la mamma

Hanno salvato la vita di Diana e della mamma. Sacco rotto per infezione, cesareo d’urgenza alla 25ma settimana + 4. Trattata con cortisone e specifico trattamento respiratorio, hanno spianato la strada ai 4 mesi passati al Bambino Gesù.
Professionalità, umanità, competenza, affetto.

Patologia trattata
Grave prematurità.
Esito della cura
Guarigione parziale
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
2.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
1.0

Esperienza negativa

Purtroppo ho dei brutti ricordi per quanto riguarda questo reparto e se non ho denunciato nessuno è stato solamente per stare accanto alla mia bambina. Dopo innumerevoli insistenze da parte mia, finalmente il giorno della dimissione decidono di farle questa benedetta ecografia (a livello renale). A me, essendo molto debole, hanno consigliato di aspettare in camera. Mi dicono molto soddisfatti che si era risolto quasi tutto, c'era soltanto una lieve dilatazione del rene destro. Allora io più felice che mai vado a casa, non avendo minimamente il dubbio su ciò che mi era stato riferito!! Dopo 3 mesi ci rechiamo in ospedale per i soliti controlli e.. SORPRESONA!! Il medico che la visitò non sapeva dirmi cosa avesse (mi parlò di possibili cisti) e mi invitò ad aspettare il primario, che alla fine ci mostrò la stessa incertezza dell'altro medico, ma ci offrì un grande aiuto: ci prese immediatamente un appuntamento presso l'ospedale di Pescara. Ed è da lì che è iniziato il nostro calvario!
Dimenticavo: la famosa ecografia dove era venuto fuori il miracoloso miglioramento, non è mai venuta fuori, chissà?! Vorrei dire a quella dottoressa che mia figlia ne ha passate di tutti i colori e la inviterei a non eseguire più ecografie se non è in grado!
Grazie soltanto al medico che ha avuto il grande coraggio di mostrare la sua incertezza, ed un grazie al primario (dottoressa Di Fabio): questo vuol dire essere medici, cioè, se capita che non mi sai dare la risposta giusta, almeno mi indirizzi verso qualcuno che probabilmente ne sa un pochino in più.

Patologia trattata
Renale.
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Competenza e umanità

La mia bambina è stata ricoverata una settimana in reparto perché nata con lieve prematurità. Ho riscontrato professionalità e cortesia in tutti, dai medici al personale non sanitario.

Patologia trattata
Prematurità.
Voto medio 
 
3.5
Competenza 
 
3.0
Assistenza 
 
4.0
Pulizia 
 
4.0
Servizi 
 
3.0

Un robot mostra più umanità..

La mia esperienza risale a pochi mesi fa: al momento della dimissione dal reparto di ginecologia e ostetricia dimisero me ma non il mio bambino a causa di alcuni valori alterati delle analisi. Fortunatamente nulla di grave, ma questo non sono certo venuta a saperlo dalla dottoressa che in quel momento era di turno! La dottoressa Marciano ha avuto zero sensibilità, fu glaciale, per nulla rassicurante e manco' di tatto verso me, il mio compagno e i miei parenti.
Affermo questo perché non si rese neanche conto di avere fra le mani un neonato di quattro giorni e dinanzi due genitori alle prime armi, accompagnati da parenti che erano ormai entrati in uno stato di ansia a causa della lunga attesa che si protraeva dal mattino.
Con la meccanicità di chi smonta e rimonta gli ingranaggi di un'automobile, eseguì il protocollo a menadito.
Ricoverò il piccolo paziente e si mise all'opera e quando il mio compagno le chiese cosa avesse il nostro bambino, lei si servì di termini tecnici; io chiesi esplicitamente di far ascoltare il discorso appena fatto a un mio parente che in tal campo possedeva conoscenze migliori delle nostre, ma mi venne negato con la scusante che il regolamento prevedeva che lei potesse parlare solo con i genitori.
Avendo il bambino già nell'incubatrice, decidemmo di quietare gli animi.
Come se non bastasse, dopo questo comportamento e dopo che misero il neonato nell'incubatrice con una tale urgenza che non fece altro che aumentare la nostra ansia, poiché credevamo ormai che fosse accaduto qualcosa di molto grave, al momento in cui il mio compagno chiese chiarimenti sulla "malattia" e chiese esplicitamente:
"ma è una cosa risolvibile, vero?"
La glaciale dottoressa Marciano rispose:
"Vedremo!"
Uscimmo con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore abbracciati l'uno all'altra.
Ora, a distanza di tempo, mi chiedo se non fosse possibile evitare di farci prendere uno spavento simile per una faccenda facilmente risolvibile.
Mi chiedo perché insegnano a questa gente a curare il fisico ma mai l'animo.
Mi chiedo perché non ci si accorga di avere fra le mani più vite in un momento solo e soprattutto una appena iniziata.
Mi piacerebbe avere delle risposte.
Nulla da dire invece sul resto del personale del reparto (dottori e infermieri) e sulla loro pulizia, poiché hanno saputo compensare le carenze di questa persona.
Qualora servisse il mio nome completo, sono disposta a darlo.

Patologia trattata
Stress post parto.