Medicina Ospedale Castelfranco Veneto

Medicina Ospedale Castelfranco Veneto

 
3.6 (2)
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Il reparto di Medicina Generale dell'Ospedale San Giacomo Apostolo di Castelfranco Veneto in provincia di Treviso, situato in Via dei Carpani 16/Z, ha come Responsabile la Dott.ssa Sabina Villalta. L'Unità Operativa, dotata di 69 posti letto, di cui 59 collocati al 6° piano e 10 al 5° piano del monoblocco, si occupa principalmente della diagnosi e cura dei malati acuti di tipo internistico, svolgendo attività di medicina interna e di altre specialità quali pneumologia, endocrinologia, gastroenterologia, epatologia, diabetologia, cardiologia, angiologia e geriatria: branche queste per le quali offre attività di consulenza agli altri reparti. Afferisce inoltre alla U.O. l'Ambulatorio Centro Regionale Malattie Rare - Emofilia. Fanno parte dell'equipe medica i dottori Brocco Stefano, Carraro Riccardo, Giordano Giovanni, Mantineo Giovanni, Cavallin Marta, Pepe Veronica, Radossi Paolo, Sabbadin Elisa, Simmini Stefano.

Recensioni dei pazienti

2 recensioni

Voto medio 
 
3.6
Competenza 
 
4.5  (2)
Assistenza 
 
3.0  (2)
Pulizia 
 
4.0  (2)
Servizi 
 
3.0  (2)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

SOLO ELOGI

Sono stato ricoverato in questo reparto e posso solo dire che ho trovato competenza, professionalità, amore, dedizione e assistenza top, oltre che una grande umanità.
Un grazie di cuore ai medici, infermiere e OSS.

Patologia trattata
Insufficienza respiratoria e scompenso cardiaco.
Esito della cura
Guarigione parziale
Voto medio 
 
2.3
Competenza 
 
4.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
1.0

Ricovero anziano per polmonite no Covid

Il 1° Dicembre 2020 un anziano viene ricoverato per polmonite (non da Covid) all'Ospedale San Giacomo, nel reparto di Medicina Generale. A causa delle procedure Covid, l'assistenza non è permessa; tuttavia il paziente soffre di varie patologie e, oltre ad essere infermo, qualsiasi cambiamento scatena in lui reazioni di smarrimento e di sconforto. Per questa ragione, la figlia chiede più volte di essere sottoposta al tampone e di poter dare assistenza al padre, ma gli viene negata dicendo che il paziente è tranquillo. Passano i giorni e continuano le chiamate al reparto da parte della figlia per chiedere il permesso di entrare dal padre e per chiedere aggiornamenti sullo stato di salute; dal lunedì in cui è stato ricoverato, il mercoledì viene concesso di vederlo perché il quadro clinico era peggiorato. Il giovedì la figlia viene contattata dal reparto e le viene detto che la situazione si è stabilizzata. Il venerdì sera la figlia viene a conoscenza che uno dei figli del paziente è andato a fargli visita, in qualità di prete. Il prete riferisce alla figlia che il padre era legato al letto con le polsiere. Alla luce di ciò, il sabato mattina la figlia del paziente chiama il reparto ed esige di entrare dal padre per dargli assistenza. Se così non fosse stato, avrebbe denunciato l'ospedale per detenzione. Non è stato chiesto ai familiari il consenso per legare il paziente. E a cosa fatta, non sono stati avvisati i familiari che il paziente era stato legato.
A quelle parole, il reparto acconsente alla richiesta. La figlia viene sottoposta al tampone (con esito negativo) e le viene permesso di dare assistenza 24 ore su 24 al padre in ospedale. Ovviamente deve indossare camice, maschera, guanti; tutte i dispositivi medici da procedura Covid.
Quando arriva dal padre, lo trova in uno stato pietoso: seguita a piangere almeno per due ore finché tra i singhiozzi, il padre dice di voler andare a casa. La figlia guarda sul tavolo di fronte al letto e trova le polsiere con le quali l'anziano padre infermo è stato legato al letto. La figlia resta in reparto 4 giorni e 4 notti e nel frattempo constata che:
- i medici hanno fatto il loro dovere
- la maggior parte degli operatori socio-sanitari (a parte uno o due) è poco sensibile, maleducato e non presta il servizio necessario ai pazienti. Qualche esempio: tre ore con gli escrementi addosso in attesa di essere pulito e cambiato; modi bruschi nel muovere l'anziano pieno di dolori e altri comportamenti adottati per nulla ortodossi.
Nonostante lo stato di salute del padre fosse grave, la figlia ha chiesto la dimissione, e così è stato.

A chi si trova nella situazione di avere un genitore anziano ricoverato, suggerisco di chiedere di dare assistenza personalmente e di non fidarsi.

Patologia trattata
Polmonite (NO Covid).
Esito della cura
Guarigione parziale