Medicina d'Urgenza San Camillo
Recensioni dei pazienti
21 recensioni
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Ottima assistenza per polmonite
Il mese scorso (luglio 2024) sono stato ricoverato al San Camillo di Roma, Medicina d'urgenza, per una brutta polmonite che, avendo già un'insufficienza respiratoria piuttosto importante, poteva avere esiti fatali. Ma io ho capito subito, con la pancia, che ero finito in ottime mani, e ne sono uscito.
A Medicina d'urgenza non ho trovato solamente competenza professionale, ma anche gentilezza e una profonda umanità in tutti. Monia, Sandra. Jaqueline, Linda, Roberta, Elena, la bella dottoressa salentina e tante altre che non cito mi hanno lasciato un bellissimo ricordo. Mi mancano.
Ben diverso il comportamento della Asl Rm3. Ne parlerò, ma un'altra volta.
Recensione e valutazione
Nulla da eccepire: supporto medico, infermieristico e assistenziale ottimo.
Somministrazione di antibiotico endovena e necessità di 2 sacche di sangue e ferro in vena per emorragia post polipectomia in sede di colonscopia (eseguita per la ricerca di batterio nocivo alle valvole cardiache impiantatemi l'anno scorso).
Reparto ristrutturato recentemente, funzionale e pulito.
Lesione tendine di Achille
Sono stata ricoverata lunedì 29 gennaio al pronto soccorso del San Camillo per lesione del tendine di Achille.
Scrivo per denunciare ciò che ho visto nei quattro giorni in cui sono rimasta parcheggiata lì e raccontare ciò che mi è successo la notte tra l’1 e il 2 febbraio.
Voglio denunciare, non solo lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il pronto soccorso, cosa che già si sa, ma anche lo stato di umiliazione a cui vengono sottoposti i pazienti perlopiù fragili e anziani.
Capisco tutto, capisco la mancanza di personale e la carenza di fondi, ma se un paziente chiama per farsi cambiare il pannolone e l’infermiera risponde “io faccio solo un culo per volta” mentre altre infermiere sono sedute col cellulare in mano, chiacchierano tra di loro a voce alta e con un linguaggio spesso volgare, questa non è carenza di personale, è maleducazione, indifferenza, non assolvere ai propri doveri professionali.
Ed ora racconto la mia vicenda.
Verso le 23.30- 24.00 comincio a sentirmi male, mi sentivo prudere tutto il viso, sentivo il sangue alla testa, avevo paura.
Mi sono alzata e sono andata verso il banco dei medici e delle infermiere, descrivendo il mio stato. La loro risposta è stata ”Lei è una paziente ortopedica, stia tranquilla e se ne torni a letto”.
Così ho fatto, cercando di rilassarmi, ma non ci sono riuscita, sono ritornata da loro, dicendo che non sapevo cosa fare, risposta “Vada nella stanza dell’ortopedico, lei sa dov’è, no?”, mentre un’infermiera diceva “ Ecco la paranoica!”.
Sempre più agitata, me ne sono tornata di nuovo a letto in attesa di veder passare qualcuno del reparto ortopedia.
Ciò è avvenuto verso le 1.30 del 2 febbraio, l’ortopedico mi ha misurato la pressione, mi ha fatto fare un elettrocardiogramma e fatto fare analisi del sangue, da cui e’ risultato tutto regolare anche se la pressione, la massima, era 140, quando di solito ho 110.
Sicuramente ero in uno stato di agitazione, dovuto alla permanenza in quell’ambiente, all’attesa di un evento, l’operazione al tendine, sulla cui data nessuno sapeva fare una previsione. Un infermiere ha detto “Eh ma voi che entrate al pronto soccorso dovete sapere che possono pure passare 15 giorni prima dell’intervento.”
Denuncio l’atteggiamento del medico e delle infermiere di quella notte, avrebbero dovuto fare loro gli accertamenti, poiché il mio problema non era di natura ortopedica, e comunque tranquillizzarmi anche soltanto con delle parole adatte. Mi sono sentita trattata non come una persona, ma come un oggetto fastidioso!
La mattina dopo ho firmato per uscire dal pronto soccorso del San Camillo, mi sono rivolta a una struttura privata, sono stata operata il 3 febbraio e dimessa il 4 febbraio. L’ortopedico che mi ha operato ha detto che il tendine di Achille una volta rotto deve essere operato in breve tempo.
Mi auguro che questa mia denuncia possa portare a qualche risultato positivo per qualche altro paziente.
Ringraziamento a medici ed infermieri
Nonostante i ritmi quasi disumani, nessun professionista è mai mancato di attenzione, competenza ed umanità.
La paziente 94enne alla fine non ce l'ha fatta, ringraziamo comunque per l'assistenza prestata e la professionalità mai mancata anche verso i familiari.
Un grazie particolare, ma che vale per tutti, alla dottoressa Mirante.
Ottimo reparto, assistenza adeguata
Attenzione, competenza e buona capacità relazionale.
Competenza e professionalità in PS disumano
Innanzitutto voglio ringraziare il dott. Mattia Internullo che mi ha visitata e diagnosticato subito la malattia: professionale e impeccabile, perfetto in tutto, nella visita, nello spiegare la diagnosi, nel prendersi la premura di chiamare i miei parenti, nello spiegare il trattamento, la cura e le tempistiche di guarigione... Non finirò mai di ringraziarlo, mi ha salvato la vita (anche perché la prima dottoressa che mi ha vista al PS voleva mandarmi a casa con un po' di cortisone...).
Purtroppo però ho dovuto passare circa due notti al PS e:
appena arrivata sono stata visitata, ma tra la visita e la Tac sono passate circa 6 ore di attesa;
il PS è affollato, pieno di anziani in barella perché credo ci siano problemi con i posti letto, c'è solo un bagno pubblico...
Poi si sa, al pronto soccorso può arrivare di tutto, due notti sono stata lì e per due notti i medici hanno dovuto chiamare i carabinieri.
Spero riescano a trovare il modo di migliorare.
Ringrazio la dott.ssa Tanzilli
Desidero ringraziare tutto il personale ed in particolare la dott.ssa Tanzilli Loredana che la sera dell'11 maggio ha assistito mia madre arrivata al pronto soccorso con pressione alta e fibrillazione atriale in corso.
Oltre alla competenza e professionalità, ha avuto nei confronti di mia madre molta empatia e gentilezza.
Ringrazio Lei e tutto il personale.
Ottimo reparto
Mio padre è stato ricoverato in questo reparto per via di una caduta avvenuta in casa. Si è trovato bene, i medici si sono prodigati per lui e gli hanno fatto di tutto e di più. Inoltre mi chiamavano tutti i giorni per darmi sue notizie. Anche il personale infermieristico sempre gentile e disponibile, un grazie speciale.
Un grazie sentito e ammirato
Il pomeriggio del 30/04 mi sono recata al Pronto Soccorso del San Camillo a seguito di una ferita procuratami all'avambraccio per banale incidente domestico. L'attesa nel corridoio adiacente al reparto, che è stata decisamente lunga prima di essere chiamata da uno dei medici di turno (il Dott. Garofalo, peraltro gentilissimo e molto efficiente), mi ha dato modo di osservare, in presa diretta, la mole di lavoro STRAORDINARIA a cui tale struttura fa fronte. Tutto il personale è stato sempre paziente nei confronti di chi, indispettito dall'attesa o esasperato dal dolore accusato, chiedeva informazioni sulla tempistica o si introduceva, a mio avviso in modo talvolta inopportuno e inadeguato, nel reparto; non ho visto fermarsi un solo istante nessuno del personale, dai medici di turno agli infermieri fino agli operatori preposti al triage, e non li ho mai visti perdere di lucidità e prontezza di fronte all'arrivo improvviso di ben tre codici rossi in poche ore, uno dei quali ha impegnato gran parte del personale nelle terapie d'emergenza del caso. Ovviamente tali circostanze hanno allungato i tempi di attesa dei pazienti lungo il corridoio, ma sicuramente il numero degli operatori sanitari presenti è decisamente sottodimensionato rispetto alle esigenze della struttura: in queste condizioni, infatti, è normale che la patologia più grave ed urgente abbia la priorità su quelle meno gravi, tra cui la mia ferita. A tutto il personale del Pronto Soccorso, che opera in condizioni veramente difficili e che, nei limiti umani rispetto al lavoro immane a cui deve far fronte, lo fa con grandissimo impegno, lucidità e pazienza, va il mio grazie più sentito e ammirato.
Ringraziamento
Sono stato ricoverato presso il PS COVID per una sincope. Personale perfetto sia da un punto di vista professionale che umano. E' uno dei migliori team che abbia mai incontrato.
Pronto soccorso - madre Covid positiva
Mia madre l’ho portata al pronto soccorso perche’ erano settimane che non si sentiva bene, e’ risultata positiva al Covid-19. Per due giorni e’ stata al pronto soccorso in corridoio al freddo e, nonostante andassi a dirlo al pronto soccorso, non hanno dato piu’ coperte per aiutarla. L’infermiera a cui lo avevo chiesto la seconda notte mi aveva assicurato che sarebbe andata a vederla, ma mia madre non l’ha proprio vista. In piu’ il pavimento era sporco anche di sangue, e avevano dato i pannoloni. E’ peggiorata con una polmonite e poi, quando l’hanno trasferita alla clinica Privata Villa Tiberia, dopo una settimana è morta. Informarsi sempre se le cliniche/ospedali sono specializzati.
Pensate sempre a dove portate i familiari al pronto soccorso.. io ho fatto lo sbaglio di averla portata vicino casa.
Cure per un'anziana
Sono la figlia di una signora anziana che è stata prima al pronto soccorso del San Camillo e poi successivamente trasferita presso Medicina d'urgenza. Volevo ringraziare tutti perché mia madre è arrivata da voi quasi morta e invece l'avete salvata.
Il mio ringraziamento va anche per l'umanità, la competenza ed il mettersi dalla parte di chi ha un paziente ricoverato. Mia madre, nonostante l'età avanzata, è stata trattata e curata come se avesse vent'anni.
Grazie, grazie.
Personale veramente bravo, grazie!!!
Sono stato ricoverato al Pronto Soccorso della struttura ospedaliera da 27 gennaio al 30 gennaio. Desidero ringraziare il personale medico, infermieristico ed ausiliario per l'alta professionalità con cui operano, in una situazione a dire emergenziale è riduttivo, con degenti con patologie varie, barelle una accanto all'altra, e in alcuni casi per alzarsi si doveva chiamare l'infermiere per creare lo spazio utile per farlo.
Pronto soccorso per non essere pronto!
Entri alle 20:15 perché accusi dolore a fianco destro sotto costole (precedente intervento a appendicite in peritonite a inizio mese). Subito prelievo del sangue, dopo di che puoi anche finire al Creatore, perché dopo 4 ore e mezza ti chiamano per gli esiti degli esami del sangue, poi dopo due ore per una ecografia!.. E chissà se tra un anno avrò l'esito dell'ecografia, visto che ancora sto aspettando! Premetto poi che un altro signore, caduto dalla bici e con possibile trauma cranico, stava dalle 9.00 del mattino ed è andato via alle 23.00 passate!
una nota a favore della infermiera all'accoglienza, subito disponibile.
Elogio al Pronto Soccorso
Caro Dott. Guglielmelli, il 21.06.2018 sono dovuto ricorrere al pronto soccorso dell’ospedale S. Camillo di Roma per un problema cardiaco che, senza un intervento tempestivo, si sarebbe potuto rivelare grave.
Le scrivo per esprimere pubblicamente la mia più sincera riconoscenza a tutto il personale: medici, infermieri e studenti, uomini e donne, che vi lavorano con una competenza e una umanità straordinarie. Il clima del pronto soccorso è sempre convulso, per motivi evidenti: è un’emergenza continua. Sono stato visitato “subito” e accolto rapidamente nella struttura per le cure adatte a risolvere il mio caso. Pur nella concitazione del va e vieni e dei nuovi arrivi, tutti sono stati sempre pronti e ed efficienti, con me e con tutti; anzi con qualcosa in più della semplice efficienza, pure necessaria: un tratto umano di gentilezza e di condivisione che aiuta i pazienti a sopportare meglio il dolore.
Tutto il reparto è condotto da persone giovani, sorridenti. Non so se è una mia percezione deformata dal “pregiudizio” positivo, ma mi sembravano tutti anche belli, che non guasta.
Conoscevo quel reparto anche per altre “visite” in occasione di parenti ricoverati; ebbene, la mia visita “personale” conferma le impressioni avute altre volte.
Sono entrato alle ore 18,12; sono stato dimesso, dopo la soluzione positiva del mio caso, alle ore 21,29; con una cartella clinica ricca di analisi, e un appuntamento di controllo presso l’ambulatorio dell’ospedale tra 20 giorni. E tutto gratuitamente.
Pubblico questo mio commento perché quel reparto e il suo Direttore meritate un ringraziamento da parte di un cittadino che si è sentito accolto in un ospedale pubblico da persone che svolgono il loro dovere con l’intelligenza e la generosità che il nostro paese merita.
Grazie di cuore.
Letto 3
Medici e staff infermieristico bravissimi.
Il mio calvario è iniziato dopo una meningite, dove ho rischiato la vita.
Allo Spallanzani mi hanno salvato.
A Villa Sandra infermieri e fisioterapisti sono stati bravissimi (non posso dire altrettanto dei medici, che andavano a tentativi).
Poi esco di mia volontà (per fortuna) e mi reco al pronto soccorso del San Camillo con successivo ricovero presso la Medicina d'urgenza. Mi hanno subito fatto un drenaggio toracico per un versamento al polmone sinistro e tolti 3 litri di liquido.
Dopo 10 giorni circa esco e ora sono a casa.
Delusa e indignata al pronto soccorso codice verde
8 ore per fare una Tac al cranio! Poteva essere una ischemia, o un ictus, una cosa cerebrale vascolare profonda.. ci sarebbero volute altre 4 ore dopo la TAC per fare una visita neurologica. Io ho aspettato due ore ancora questo neurologo, che non si è visto, così ho firmato per uscire. La dottoressa scostante e non cordiale, non disposta a dare alcuna informazione né ai parenti né ai pazienti. Grande scortesia, è stata una vera delusione.
Ricovero Pronto soccorso
Ho accompagnato mia moglie al pronto soccorso per sospetta ischemia. Dopo averla accettata in triage, sono passate 4 ore per le prime visite. Durante queste ore sono rimasto nella sala d'attesa dei familiari ed ho riscontrato che più che una sala d'attesa per familiari, è una succursale per vagabondi senza dimora, dal momento che usufruiscono dei servizi igenici, stazionano sulle sedie per mangiare, dormire e sporcare... nell'attesa che i loro telefoni cellulari si ricarichino elettricamente utilizzando una presa di corrente. Tornando alla diagnosi di mia moglie, è stato consigliato il ricovero. Consultandoci, abbiamo accettato il ricovero proposto dal medico. Ci aspettavamo però un ricovero, in una stanza con un letto... invece mia moglie ha passato la notte in barella in un corridoio del pronto soccorso, senza servizi igenici, ancora vestita e con le scarpe. L'indomani ritorno a trovarla e riscontro che tutto i corridoi del P.S. sono pieni di barelle. Qualcuno racconta anche d'essere già al 5° giorno di degenza in quella situazione. Questo è veramente uno scempio di sanità, eppure il contributo sanitario nazionale, l'Irpef, e le relative addizionali ci vengono trattenute, ma i servizi sono veramente scadenti. Il personale si è abituato a questa situazione ed in questo disagio cerca di svolgere il suo lavoro. Non è concepibile che dopo un infortunio con necessità di ricovero, ci si ritrovi in un corridoio con scarsi servizi igenici (nei quali non è nemmeno possibile chiudersi dentro a chiave), privi di finestre per ossigenare l'aria, con degenti che hanno necessità di flebo e ossigeno, perciò con i relativi supporti in mezzo a quello che resta di un corridoio; oltretutto il servizio pasti non è assicurato (ho portato io da casa un pasto a mia moglie); le luci dei corridoi, chiaramente, non vengono mai spente (trattandosi di un seminterrato) e anche il riposo diventa difficile oltre al disturbo sonoro di chi si lamenta, chi degenera in urli, il personale che chiama ad alta voce per le visite.... Questa situazione sembrerebbe comune a parecchie strutture mediche in Italia. Possibile che il Governo, il Ministro della Salute non si attivino affinchè anche il P.S. abbia giuste ed adeguate strutture per i ricoveri? Se parliamo dei Diritti del Malato questi sono palesemente lesi. Farò perciò un esposto presso il Tribunale dei diritti del malato, sperando comunque che non ci siano altre nottate passate in questo reparto di P.S. privo di strutture per degenti.
Visita generale, Tac, visita neurologica - in attesa Ecodoppler, visita otorino.
Non è ammissibile!
Non è ammissibile che in una città europea esista un simile pronto soccorso. E' vergognoso, punto.
A parte il mio caso personale - che qui poco rileva - ciò che più conta è vedere gente anziana in gravi condizioni abbandonata a sè stessa per ore e giorni.
Ho visto una signora che era lì da 72 ore, non parlava e non si muoveva più. Per far muovere gli addetti, qualcuno inventava trucchi assurdi.
In ogni caso: vergogna! Sul sito dell'ospedale appare la mail del direttore del pronto soccorso: dal momento che l'organizzazione è pessima, sebbene la competenza sia ottima, mi pare giusto scrivergli delle nostre insoddisfazioni.
pronto soccorso san camillo
Giovedì, dopo un incidente giocando a calcio, la notte all'una arrivo al pronto soccorso col ginocchio gonfio e dolorante; in triage faccio l'accettazione, chi è di turno mi dice che con l'ortopedico di solito si fa veloce, mi mandano in sala d'aspetto codice verde e ho solo una persona in attesa prima di me. Il tempo passa, il dolore è sempre più forte; passano 3 ore e mezza e nessuno chiama il mio nome; sono le 4:30 di mattina e sono sempre solo io in attesa di essere visitato. Non riesco a camminare, provo dolore stando seduto sulla sedia in corridoio; passa un'infermiera del reparto e le chiedo una barella, o una sedia a rotelle per stare piu' comodo... Mi porta in una sala d'attesa grande circa 30 mq. con una quindicina di pazienti in barella gia' in visita e mi fa mettere su una poltrona. A quel punto chiedo che in quella sala non avrei sentito se mi chiamavano e lei mi rassicura che sarebbero venuti a chiamarmi lì; c'era il monitor che indicava i pazienti in attesa, io lo guardavo ma cominciavo a a perdere frazioni di tempo, mi addormentavo a tratti; le 5:30 e ancora niente; alle 6:40 riapro gli occhi e il mio numero non c'era piu' in attesa sul monitor! Chiedo all'infermiera (un'altra) che era in quella sala e, controllando sul PC, mi dice che mi hanno chiamato alle 5:50 e non ho risposto alla chiamata! Ma come potevo rispondere se non sentivo in quella sala che mi ci hanno messo loro!
Preso da una crisi di nervi sono dovuto tornare in triage e rifare l'accettazione e rifare la fila! non hanno voluto sentire ragioni!
Si fanno le 8:30 e, finalmente, dopo 7 ore e 30 la prima visita e quindi mi mandano a fare la lastra; torno dall'ortopedico e mi dicono che ho una frattura alla spina tibiale mediale e forse ci potrebbero essere lesioni ai legamenti, 30 giorni di gesso poi visita dall'ortopedico e risonanza magnetica.
L'ortopedico mi dice che al posto del gesso posso mettere un tutore, piu' leggero e comodo, ma la USL non lo passa, mi indica una sanitaria vicino all'ospedale e o trovo qualcuno che viene in DEA, prende il modello di tutore, lo compra e me lo riporta, oppure rifiuto il gesso, vado alla sanitaria, lo compro e me lo mettono.
Non ho nessuno in quel momento da mandare a comprare il tutore, mi fanno firmare il rifiuto del gesso, dato che abbiamo optato per il tutore, e mi dimettono, cioè: mi fanno uscire dall'ospedale con una frattura solo col mio ombrello!
Compro il tutore e alla sanitaria non me lo mettono perche' sul referto non c'e' scritto come vada posizionato!
Siamo a venerdì, lo metto da solo e quando arriva domenica il ginocchio e' un pallone, pure il piede gonfio.. Così la mia compagna mi carica in auto e mi porta al Santo Spirito, ove appaiono contrariati per aver cambiato ospedale e quindi devo rifare tutto da capo.. Le lastre fanno male mi dicono, chiedo di rifare il tutto e sapete, dopo aver rifatto due volte le lastre, cosa è risultato?? Non ho nessuna frattura!!! Probabile lesione del legamento crociato anteriore!
ringraziamenti al dottor Pititto
Oggi ho ritirato la cartella clinica del decesso di mia madre.
Volevo comunque lodare e ringraziare il Dottor Pititto Andrea per essere stato competente e soprattutto gentilissimo ed umano.
Il 17 Dicembre 2010 mia mamma e' stata ricoverata e nella notte tra il 17 ed il 18 e' deceduta purtroppo. Il medico di turno alla Medicina d'urgenza- Pronto Soccorso del San Camillo era il Dottor Pititto. Io nel momento del decesso ero sconvolta e non in grado di ascoltarlo, ma alcuni giorni dopo mi ha dato diponibilita' in maniera educatissima, ascoltandomi e spiegandomi di mia mamma.
Grazie ancora
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