Medicina A Ospedale Asti
Recensioni dei pazienti
7 recensioni
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Ottimo
Personale competente, gentile e disponibile sempre, anche coi pazienti (come mia madre) poco collaborativi.
Grazie, specialmente al dott. Bussolino Carlo.
Brutta polmonite
Vogliamo ringraziare l'equipe di Medicina A dell'Ospedale di Asti, in particolare il direttore responsabile dott. Pietro Riva.
Abbiamo apprezzato la competenza, la dedizione e la pazienza dei medici che si sono occupati di papà nel mese di Febbraio 2022, a seguito di una brutta polmonite.
In particolare ringraziamo la dottoressa Trovato per l'eccellente professionalità, la disponibilità, la cortesia, l'attenzione rivolta a tutti i pazienti e parenti.
Un grande grazie anche a tutto il personale paramedico per l'inestimabile valore di umanità, oltre che di competenza professionale.
Le persone che compongono questo reparto hanno dimostrato di esercitare in maniera organizzata ed efficiente la delicata professione medica e paramedica, dimostrando che il SSN - oltre che costituire una grande conquista sociale - riesce spesso a coniugare il significato della parola eccellenza.
Monica e Michela Tosin
Infezione vie urinarie
Sono la figlia della paziente Gai Vittoria e mi permetto, ammesso il momento difficile, di raccontare la vicenda di mia madre. Mia madre, in data 2 dicembre 2020, ha avuto nel primo pomeriggio un dolore al fianco destro; ho avvisato il suo medico curante che ha diagnosticato una infezione alle vie urinarie, le ha fatto un buscopan iniezione e il dolore è passato. Quindi ha iniziato la terapia antibiotica Zitromax 500 e Tavanic 500 bevendo circa 2 litri di acqua. In serata aveva qualche linea di febbre, massimo 38, trattata con Tachipirina 100. In prima serata abbiamo fatto il tampone rapido, negativo, e un'ecografia addominale totale, con esito negativo. La mattina successiva abbiamo fatto esame per valutazione di ematocrito e urinocoltura. Il tutto in forma privata. La situazione era nella normalità.
La notte tra il giovedì la febbre è risalita e aveva difficoltà ad urinare. Alle 8.00 di venerdì 4 dicembre abbiamo avuto gli esiti degli esami, la creatinina era a 2 e aveva qualche linea di febbre. Allora, sentito il medico di base, abbiamo chiamato il 118. I parametri di pressione, cuore e saturazione erano nella norma e mia mamma era lucida e presente.
Al 118 ho consegnato tutta la documentazione, più la cartella diabetologica coi controlli effettuati, dato che lei soffre di Diabete Mellito 2 da 15 anni trattato con Gliconorm e Trajenta. Inoltre anche cartella relativa ad un problema oncologico al seno (in cura presso IRCC CANDIOLO dal 2018) trattato con Letrozolo 2.5/ riduzione più del 50%/ paziente stabile.
Nel tardo pomeriggio sono stata chiamata da una dottoressa del reparto Medicina A per conoscere le terapie in corso e per informarmi che il tampone era negativo e veniva trasferita presso il loro reparto. Alle 23.00 sono stata chiamata e mi è stato detto che sarebbe stata sottoposta ad un piccolo intervento. Non abbiamo più avuto notizie fino alle ore 22.00 del giorno 5 (abbiamo provato nella giornata a chiamare e o non rispondevano, o mi chiedevano il numero telefonico). La chiamata delle 23.00 è stata poco chiara, mi hanno detto che mamma non era collaborativa. Domenica 6 abbiamo chiamato alle 12.30 e ci è stato detto che era stazionaria e che andavano di fretta. Lunedì 7 abbiamo richiamato alle 12.30, mi è stato detto che le avrebbero fatto un secondo tampone. In serata siamo stati informati del trasferimento in Medicina B. Alle 9.00 del giorno 8 sono stata contattata dalla dottoressa primaria del reparto, dottoressa competente e UMANA che ci ha proposto di vedere per pochi minuti sia io che mio fratello la nostra mamma. Arrivati in reparto, nel rispetto di tutte le norme (entrambi abbiamo fatto il tampone rapido e siamo negativi), molto umanamente ci ha detto che la mamma era in pre-coma e grave. La nostra mamma è mancata il giorno 9 alle 10.10 per setticemia. Mi permetto di chiedere se la mia mamma in medicina A abbia ricevuto cure adeguate. Ora lei non è più con noi, ma questo dubbio ci rimane. Posso solo dire grazie alla primaria della Medicina B per competenza e grande umanità. Per tutto il resto, camera mortuaria compresa, esprimo una pessima opinione.
Silvana Varaldi
Ricovero in Medicina A
Un grazie di cuore agli infermieri, tutti gentili e molto disponibili. Non discuto poi le competenze, ma qualche dottore sembra troppo indifferente davanti a chi sta per morire.
Brutta esperienza.
Massima delusione
Nel 2000 ho scoperto che all'ospedale di Asti c'era l'ambulatorio di endocrinologia ed allora ho iniziato ad essere seguita dal dottor Saracco, anzichè continuare ad andare a Torino. Pensavo, anzi ne ero proprio convinta, che fosse una persona seria, perspicace, ponderata nel seguire i propri pazienti. Così è stato, ma mi son trovata bene fino a che non ne ho avuto veramente bisogno in modalità grave!
Infatti, come ho detto sopra, si tratta solo di un'ambulatorio, ma se uno dev'essere ricoverato e seguito? Dove viene localizzato? Viene messo nel reparto di Medicina A, che non è certo valido per le patologie endocrine o a loro attinenti.
Nel dicembre 2013 ho avuto un attacco intestinale piuttosto serio aggravato da una probabile influenza e da un'enterocolite successivamente diagnosticatami dal professor Bortolotti del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, ma fino ad allora mai riconosciuta e ovviamente mai curata a dovere. Sono stata quindi ricoverata per 10 giorni in Medicina A, dove il personale infermieristico e le o.s.p. erano gentili, ma non c'era quasi nulla che potessi mangiare perchè io sono intollerante al latte e soprattutto in quei giorni ero con dissenteria..
Per quanto riguarda i medici... nè il dottor Saracco, di cui mi fidavo ciecamente, nè tanto meno alcune dottoresse della sua equipe, mi credevano, anzi: erano convinti fosse tutto dovuto da una forma di stress nervoso, cioè dalla "testa!"
Io avevo anche un dolore persistente nella parte destra dell'addome, ma dato che non si trattava di appendicite, ne è stata segnalata l'esistenza, ma con noncuranza come se si trattasse di un banale raffreddore!
Come se non bastasse, nella lunga e penosa attesa per poter effettuare gli esami, quelli più invasi come la colonscopia e l'enterorisonanza per escludere alcune patologie gravi, mi hanno mandata dalla psicologa, che al terzo incontro ho salutato perchè a me non serviva qualcuno per chiacchierare o sfogarmi, dato che ho una mamma super eccezionale che mi assiste e una solida e ben salda famiglia con cui parlare.
Ma non finisce qui il mio calvario!!! Dopo aver effettuato tutti gli esami, sono riuscita ad incontrare la dott.ssa Battaglia, che ha dato come diagnosi: "colite aspecifica" - definizione che ancor oggi mi domando a cosa serva! E mi ha curata con "budesomide", cioè cortisonici adatti per chi è affetto da Morbo di Crohn, questo mi è stato successivamente spiegato da esperti specialisti.
Terminata questa inutile cura che mascherava sia i dolori intestinali e sia quello inguinale, i dolori sono riemersi, anzi, riesplosi più potenti di prima ed accompagnati da frebbriciattola persistente.
Sono stata nuovamente ricoverata ad aprile 2014 nel reparto di Medicina A e solo grazie ad una dott.ssa dell'equipe del dott. Saracco, di cui non conosco il nome e che ha suggerito di fare un'ecografia in ginecologia dalla dott.ssa Ragno, sono finalmente giunta a capo del mio calvario. Infatti, grazie alla grande pazienza e perspicacia della dott.ssa Ragno che mi ha creduta e trattata come una persona che aveva veramente male, e perciò bisognosa di aiuto, si è scoperto che il mio dolore nella "fossa iliaca" era provocato da un lipoma e non poi così piccolo e che, se pur lentamente, continuava a crescere.
A questo punto, credevo proprio che con una diagnosi in mano il dottor Saracco avrebbe preso provvedimenti, invece...
Chiese sì un consulto in chirurgia e dopo due giorni, anche su mio sollecito, giunse il dotto Amerio che mi aveva già visto 15 giorni prima al pronto soccorso, dove avevo fatto ben 3 ecografie e una tac con mezzo di contrasto da far scoppiare il cuore, e non aveva saputo dire niente perchè da quegli esami sbagliati non si vedeva nulla. Non degnò neanche uno sguardo all'ecografia della dott.ssa Ragno e alle mie domande mi rispose che dovevo convivere col mio male, che non era niente e che più lontano stavo dai medici meglio era per me - e non mi dilungo sui commenti su cui si perse... piuttosto imbarazzanti e riguardanti il mio abbigliamento.
Allora andai su tutte le furie e il dottor Saracco, come si suol dire, se ne lavò le mani dicendomi che ero maggiorenne e se volevo potevo anche uscire e fare come volevo fare.
Così feci e grazie al suggerimento di una mia zia e cugina, contattai subito il dott. Rosina, primario della gastroenterologia del Presidio Gradenigo di Torino, che mi consigliò di lasciar perdere Asti e di recarmi immediatamente dal primario della chirurgia generale del suddetto ospedale.
Il professor De Paolis, visti gli esami sbagliati e contrastanti e sentito quanto gli raccontai, mi propose di rifare gli esami e così accettai ed entro un mese giunsi alla risoluzione del problema: il 30 maggio sono stata operata al Gradenigo dal suddetto professore, che con una grande umanità e delicatezza, vicino al tavolo operatorio, mi chiese ancora scusa perchè doveva fare un intervento trazionale a causa della grandezza del lipoma (3,5 cm. per 5 cm.). Infatti ho ben 8 punti esterni, più della sutura interna perchè i tessuti si stavano indebolendo.
Mi domando solamente: che sarebbe accaduto se i tessuti si fossero lacerati? Dato che dovevo tenermelo e conviverci?
Ora sono seguita anche in endocrinologia al Gradenigo, dove il dottor Arecco mi ha modificato alcune cose della terapia precedente e mi segue con una certa serietà e professionalità.
RINGRAZIAMENTO ED ELOGIO
Sono stata in Medicina A per 18 lunghi giorni, assistendo mia madre ORLANDI VITTORIA, deceduta ieri mattina, purtroppo, e sento il bisogno di elogiare tutto il personale della Medicina A dell'ospedale di Asti, tutti, dal Direttore responsabile ai medici, agli infermieri, alle OSS crocerossine, nessuno escluso, per la grande umanità dimostrataci. Benchè mia mamma avesse la veneranda età di 94 anni, è stata seguita con professionalità e tanta attenzione e commovente delicatezza. Posso assicurare che in questi momenti drammatici l'umanità dei medici fa davvero la differenza! Vorrei che questo messaggio arrivasse a tutto il reparto, insieme ad un grande e commosso ringraziamento a tutti, per essersi prodigati a favore di mia mamma. Grazie!
Grazie dott. Semeraro!
Non conosco tutto lo staff, ma ho avuto modo di incontrare il dott. Vito Semeraro per degli episodi di PDC di dubbia origine.
Mi ha ricevuto anche se normalmente non si occupa dei pazienti privatamente, nè fuori dai ricoveri o dal pronto soccorso; posso dire che lo ha fatto esclusivamente per etica professionale!! e credo al giorno d'oggi sia una dote più unica che rara!!
Nonostante questo "fuori onda", mi ha ricevuto e si è preso tutto il tempo per ascoltare ogni dettaglio della mia vita!! intendo dire oltre due ore!!!
Il reparto è inoltre dotato di un nuovissimo macchinario per il "tilt test", al quale mi sottoporrò presto, senza dover andare a Torino da qualche sconosciuto.
Grazie dott. Semeraro!!
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