Medicina Ospedale Pordenone
Recensioni dei pazienti
7 recensioni
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Grazie
Ho ricevuto un ciclo completo di chemioterapia e radioterapia, durato più di 2 anni.
Vorrei esprimere la mia più grande gratitudine alla dott.ssa Anna Ermacora, alla dott.ssa Silvia Crestani e a tutto lo staff infermieristico per la competenza tecnica, ma soprattutto per la umanità e comprensione che mi hanno dimostrato - e che ho visto dispensare anche ad altri pazienti del reparto.
Iperpiressia
Complimenti a quelle poche persone del reparto che svolgono il loro lavoro in 2° medica con professionalità, allegria e sorriso nonostante il lavoro sia duro. Le altre dovrebbero invece prestare maggiore attenzione al paziente.
Paziente
Il personale del reparto è competente e sa il fatto suo, peccato che non ci sia comunicazione tra di loro..
Non esiste il concetto di privacy per gli assistenti che, nonostante sia richiesto di comunicare esclusivamente ad un numero di telefono in caso di problemi, continuano a chiamarne un'altro.
Gli infermieri sono molto attenti e cortesi, mentre devo dire che ci sono parecchi assistenti che sono scortesi.
Il cibo all'interno del reparto è terribile, ho ricevuto parecchie volte patate e spinaci marci.
Grazie
A gennaio 2014 ho ricoverato mia mamma nel reparto 3 medica dell'Azienda Ospedaliera di Pordenone. Purtroppo, dopo una lunga malattia, mi ha lasciato...
Ringrazio il personale medico, infermieristico e tutti gli operatori per la competenza, la professionalità e l'umanità dimostrata durante tutta la degenza della mamma. Ho incontrato persone molto attente e competenti. Ringrazio ancora tutti loro che ogni giorno si prodigano a svolgere questa difficile missione, che costantemente assistono gli anziani ricoverati portandoli alla guarigione o nei casi più infausti, accompagnandoli verso la morte. Ho sempre visto, giorno e notte, infermieri operativi, attenti, scrupolosi, competenti, pronti a rispondere alle molteplici necessità di pazienti e familiari. Mi sono accorto di quanto gli infermieri di questo reparto siano sottoposti a intenso e continuo lavoro, nonostante le difficoltà dovute alla mancanza di risorse economiche e fisiche imposte dai tagli effettuati dallo Stato sulla sanità.
Non riesco a credere ai miei occhi quando leggo commenti nei quali si criticano questi operatori sostenendo non siano professionali, umani, sensibili o non siano disponibili a sopperire alle necessità primarie dei pazienti. Sono stati vicini a me e alla mia mamma, accompagnandola fino alla morte... Io credo che tutte quelle persone che si permettono di criticare l’operato altrui, dovrebbero avere più rispetto per questi "ANGELI" che ogni giorno si prodigano per prestare assistenza a tutti i nostri anziani pluri-patologici e pluri-problematici; mi permetto addirittura di consigliare di essere più umili e umani loro stessi. Nessuno vi obbliga a portare il vostro caro in ospedale, tenetelo a casa l'anziano, prendetevene cura voi. Anzi, un consiglio spassionato e utile soprattutto per voi stessi, ma anche per gli altri: diventate volontari AVO! Saranno sicuramente più d’aiuto i vostri gesti che le vostre parole!
Complimenti a tutto il personale della 3 medica e a chi lo coordina.
Grazie di cuore.
MAI IN TERZA MEDICA
I malati sembra quasi che debbano morire alla svelta. Le infermiere, se non ci sono i parenti a controllare, non aiutano neppure a mangiare. Non vogliono l'assistenza dei familiari alla mattina, ma spesso la esigono la notte... forse perchè devono riposare in cucina gli infermieri. Cari infermieri e tutto il personale, dovete mettervi in testa che forse diventerete anziani anche VOI e vi auguro di essere trattati come nella terza medica di Pordenone.
Ho visto scene incredibili... ne cito una: una povera vecchietta sola non era autosufficiente e quindi non poteva mangiare sola, se non aiutata. I parenti alle 12.00 non c'erano. E' arrivato il vassoio, glielo hanno messo sopra un tavolino con ruote sul letto. La vecchietta non poteva mangiare, allora una signora ha avvertito l'infermiera, la quale ha detto che non aveva tempo. Dopo circa mezz'ora sono venuti a ritirare IL VASSOIO ANCORA PIENO... con il seguente commento "evidentemente non aveva fame". Spero, quando diventerete vecchi, di essere trattati così, perchè ve lo meritate.
Paolo Comen
E' successo a noi
Mio padre è stato ricoverato in una fase in cui la malattia, infausta, era ormai all'esito finale. Non avevamo nessuna illusione che nostro padre potesse guarire, ma avevamo tutto il diritto di avere diritto ad un trattamento dignitoso per il paziente e un dialogo basato su disponibilità e comprensione verso noi familiari... Invece il paziente ematologico è solamente una palla al piede e chi gli è vicino è praticamente da evitare. Per quanto riguarda la competenza professionale, non possiamo muovere critiche, ma rimane che il rapporto personale è da qualificare freddo, granitico al limite della tolleranza. Una volta avvenuto il decesso, secondo noi dovuto anche a una forma di sottovalutazione del divenire degli eventi nelle ore precedenti, ho fatto presente quanto sopra sia al primario che ad alcuni dei suoi collaboratori. Abbiamo ricevuto scuse e una parvenza di mortificazione e, dulcis in fundo, un biglietto di gentili condoglianze!
Testamento biologico
Ho seguito di recente per circa 3 mesi e fino al decesso la mamma, anziana e debilitata, tra vari ricoveri ospedalieri e in struttura per lungodegenti e, pur non escludendo a priori l'impossibilità di poter prevedere un recupero fisico significativo, non avrei mai immaginato di giungere alle conclusioni cui sto giungendo, cosa che mi ha aperto gli occhi su circostanze pregresse e previsioni scontate già dichiarate (non escludendo ci sia stata induzione esplicita al convincimento di doversene andare oltre a somministrazione intenzionale di farmaci non necessari). E se non ho visto male (forse lo stress della situazione non mi ha consentito al momento in cui i fatti si svolgevano di ragionarci su) il tutto anche nei confronti di più degenti. Mi pare si debba dedurre che tra il personale vario che si avvicina ai letti dei pazienti (già operativo in reparti o strutture diverse, nuovo o stagionato, stabile o precario che sia) qualcosa sia inevitabilmente destinato a sfuggire di mano. Discreto l'orientamento terapeutico di fondo, ma vanificato dalle circostanze di cui sopra. Valutando le mie esperienze in fatto di strutture mediche non consiglierei questo reparto come forse nessun altro, anche se gli ospedali sono dopo tutto indispensabili, ma sono aziende e performano più o meno bene.. Non dico di più!
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