Medicina Ospedale Santarcangelo Di Romagna

 
4.0 (3)
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Il reparto di Medicina interna dell'Ospedale Franchini di Santarcangelo Di Romagna in provincia di Rimini, situato in via Pedrignone 3, ha come Direttore il Dott. Morolli Luca (luca.morolli@auslromagna.it). Il reparto, afferente al Dipartimento Internistico, si occupa di pazienti affetti da patologie di interesse internistico. Ambulatorialmente si avvale dei seguenti ambulatori: ambulatorio di cardiologia (le visite per pazienti da 0-3 anni si prenotano telefonicamente ai numeri 0541 705272-0541 705440; da 3 a 6 anni sono prenotate tramite CUP e CUPtel, ma esclusivamente per l'ambulatorio cardiologia -Cardiologia e UTIC- presso l'ospedale Infermi; oltre i 6 anni le prenotazioni avvengono tramite CUP e CUPtel e le visite possono essere eseguite anche dagli ambulatori territoriali), ambulatorio ecografia addominale/ ecodoppler (tel. 0541 326561), ambulatorio di pneumologia, ambulatorio di reumatologia. Per informazioni è possibile contattare il numero 0541/326515800 in tutti i giorni feriali dalle ore 8.00 alle ore 14.00.

Recensioni dei pazienti

3 recensioni

Voto medio 
 
4.0
Competenza 
 
3.7  (3)
Assistenza 
 
3.7  (3)
Pulizia 
 
4.3  (3)
Servizi 
 
4.3  (3)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Competenza
Assistenza
Pulizia
Servizi
Commenti
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Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

Competenza, pazienza e umanità

Veramente tutti molto disponibili e competenti, è bellissimo vedere dei giovani, sia OSS che infermieri, con tanta voglia di lavorare.
Molto gentile anche chi si occupa delle pulizie.
Grazie.

Patologia trattata
Versamento pleurico.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
5.0
Competenza 
 
5.0
Assistenza 
 
5.0
Pulizia 
 
5.0
Servizi 
 
5.0

BRAVISSIMI

Un grande grazie a tutto il reparto (dirigenti medici, infermieri ed O.S.S.), diretto in maniera ineccepibile dal Dott. Luca Morolli, per la professionalità, la competenza, la cortesia e la pazienza verso il paziente.
GRAZIE.

Patologia trattata
SCOMPENSO CARDIACO.
Esito della cura
Guarigione totale
Voto medio 
 
2.0
Competenza 
 
1.0
Assistenza 
 
1.0
Pulizia 
 
3.0
Servizi 
 
3.0

Abbandonata al suo destino

Il mio commento altamente negativo si rivolge alla fisiatra, che ha valutato la paziente anziana e alla conseguente mancata riabilitazione motoria. La paziente arriva in lungodegenza il 7 febbraio e viene dimessa senza aver effettuato la riabilitazione il 25 febbraio. Al 7 febbraio era allettata da un mese e mezzo, trattata con sedativi, antipsicotici, morfina, antibiotici per la setticemia, trasfusa. Non è stata concessa dalla fisiatra la fisioterapia a domicilio a causa del fatto che aveva capogiri nel mettersi a sedere (diceva di sentirsi insicura e di avere paura perchè sentiva di non avere le forze, e la mano destra che non rispondeva e non le consentiva di afferrarsi) che noi familiari con un po' di pazienza riuscivamo a farle passare, tant'è che riuscivamo anche a metterla in carrozzina. Con una storia clinica così complessa, come si puo' pretendere che al primo tentativo si alzasse? Ci voleva Gesu' Cristo a dirle alzati e cammina! Veniamo a sapere da una fisioterapista (che dobbiamo pagare a domicilio, con tutte le spese che siamo costretti a sostenere per la sopraggiunta invalidità totale della mamma) che si tratta di normale RETROPULSIONE DA ALLETTAMENTO, assolutamente frequente in questi casi, e che vi sono tecniche per vincerla che dovevano essere applicate. Al reparto lungodegenza ("cortodegenza" nel nostro caso) mia madre ha avuto un trattamento di soli 5 giorni, poi è stata abbandonata a causa della difficoltà a farla sedere. Bisogno di liberare posti letto? Il dubbio ci è venuto. Il tentativo di metterla in piedi è stato precoce e forse troppo intenso per le sue condizioni, e fatto due sole volte, la prima ci sono riusciti ma la mamma aveva capogiri (con pressione 50-90, 60-100, per lei critica anche in condizioni di salute normali). Ha anche un danno reversibile da ictus alla mano e gamba destre che non è stato trattato, e se non trattato entro 6 mesi non recupererà più. Abbiamo chiesto la rivalutazione fisiatrica a domicilio, ma i tempi sono lunghi percio' al 1 aprile abbiamo dovuto iniziare la terapia a pagamento, con un ritardo ulteriore di un mese e mezzo. Veniamo anche a sapere che tra le cause del delirium c'è l'allettamento prolungato. La stiamo trattando con psicofarmaci e invece sarebbe sufficiente avere un po' di pazienza e competenza per abituarla alla posizione eretta. La fisiatra non ha parlato con noi familiari e non ha ascoltato le nostre informazioni in merito. La seconda settimana la fisioterapista non l'ha trattata nemmeno alla mano (poteva farlo da supina) e veniva ogni tanto a fare un tentativo breve per metterla in piedi. Ora che abbiamo visto la fisioterapista privata, abbiamo capito che la fisioterapia poteva e DOVEVA ESSERE FATTA. Il malato ha diritto alla cura e alla qualità della vita, ritengo che se mia madre avrà un recupero non soddisfacente o non lo avrà, la responsabilità possa essere attribuita alla superficialità con cui è stata trattata. Ha cambiato fisioterapista tre volte, in una paziente con delirium e paura mi pare veramente inopportuno. Gli ultimi dieci giorni è stata praticamente parcheggiata in attesa di dimissioni, con problemi di forte depressione e delirium in atto. E adesso arrangiamoci da soli.

Patologia trattata
Tentativo di riabilitazione motoria a paziente anziana con dissecazione aortica complicata da ictus, delirium, setticemia, allergia a farmaci, globo vescicale, problemi renali, anemia severa transitoria.
Esito della cura
Nessuna guarigione