Endoscopia digestiva Policlinico Umberto I

Ringrazio il dottore ANGELO ANTONIOZZI dell'ospedale Umberto I di Roma, e i suoi assistenti. Finalmente, dopo anni di visite, colonscopie, gastroscopie, il dottore ha scoperto che ho una forma di Dolicocolon, ossia un colon allungato con eventuali strozzamenti dello stesso.
Questo problema mi causava blocchi intestinali, diarrea, stitichezza, e altro ancora.
Anche se ero sedato cosciente sentivo che aveva problemi ad inserire la sonda, ma alla fine ha fatto tutto il percorso, arrivando fino alla fine, cosa che non è riuscita a nessuno con le colonscopie precedenti.
Questo per me ha dimostrato che ho trovato un dottore bravissimo, un dottore preparato, testardo, ma anche gentilissimo, mi ha tranquillizzato subito. Lo ringrazio con tutto il cuore, lui e la sua assistente, che reputo un angelo.
Consiglio vivamente questo dottore e, per quanto mi riguarda, colonscopia effettuata senza il minimo dolore - e credetemi che ne ho fatte di colonscopie prima.

Per le mie molteplici patologie mi sono sempre rivolto al Gemelli ma questa volta, essendo il Policlinico Umberto I l'unico che mi ha prenotato la colonscopia 12 mesi di distanza (altrimenti si andava oltre l'anno), mi sono rivolto a loro. Ebbene, nonostante il caos strutturale di questo ospedale e la difficoltà nel raggiungerlo (la persona che mi accompagnava non è potuta essere presente perchè impossibilitata a parcheggiare), nonostante i percorsi contorti nel raggiungere la III Clinica Chirurgica, l'esame è stato eseguito in maniera perfetta da una equipe professionale, gentile, premurosa e discreta, nonchè piena di attivismo. In assenza del mio accompagnatore, mi sono stati vicino fino a quando non sono stato in grado di muovermi autonomamente. Bravi veramente, loro. Meno bravi coloro che dovrebbero garantire esami così importanti in tempi umanamente compatibili, situazione che rende difficile ad avvicinarsi a delle eccellenze come queste e che in parte le umilia e sminuisce. Questa è una vergogna.
Ringrazio e mi complimento con l'equipe della Endoscopia digestiva del Policlinico Umberto I.

Ho fatto più volte la colonscopia e la gastroscopia presso questo centro e ho sempre trovato medici e infermieri molto gentili e disponibili.
Oggi probabilmente l'infermiera Alessandra era stanca (erano le 15.30 e io avevo l'appuntamento alle 13.15), mi ha offesa asserendo che questi esami non sono sempre necessari e, chiedendomi l'età (70 anni), mi ha detto che da ora in poi non potrò più farla come prevenzione. Sono anche sicura che mi ha fatto poca sedazione, 3 mg. di midazolam (insufficiente per un adulto) e confrontando la sedazione fatta a mio marito la settimana precedente (4 mg + altro farmaco). Io ero tranquilla, viste le precedenti, invece ho sentito tutto.

Premetto che sono un invalido con gravi difficoltà di deambulazione. Posso testimoniare che il personale sanitario mi ha aiutato in ogni modo possibile nella preparazione e che il medico che doveva eseguire l'intervento, il dottor Angelo Antoniozzi, si è dimostrato attento e premuroso, oltre che molto competente. L'intervento in sé è filato via liscio senza causarmi alcun disagio.

Le infermiere e il personale in genere sono eccezionali, mi hanno dato tranquillità e trattano i pazienti con molta accarezza e gentilezza.
Grazie a tutti voi.

Non hanno pazienza. Mi sono sentita trattata male. Non vedevo l'ora di uscire da questo esame doloroso.

Ho effettuato una pancolonscopia presso il Policlinico Umberto I e, nonostante il periodo di gran caos a causa del coronavirus, ho trovato un ambiente molto efficiente e attento al paziente, tenendo conto che si parla di un ospedale molto grande, dispersivo e male organizzato.
Lo staff dei medici e infermieri è stato superlativo, altamente specializzato e gentile.
Lo consiglio vivamente.

Ho effettuato una colonscopia presso questo Nosocomio (Ospedale Umberto I di Roma), presso il reparto endoscopico, in un primo momento credendo di trovarmi in un centro di eccellenza- 20 minuti dopo ho capito di essere altrove. Il personale con cui ho avuto a che fare (infermieri) e’ risultato supponente. Entrato nella stanza chirurgica, il medico mi ha rivolto alcune domande e mi ha assicurato che mi avrebbero sedato, somministrandomi il Midazolam; successivamente mi hanno somministrato 3 ml. di tale sostanza (quantitativo non sufficiente per un adulto) e così in pratica mi sono vissuto l’esame per intero, pienamente cosciente di tutto. Alla fine del predetto, provo a rivolgere alcune domande al medico che ha effettuato l’intervento, il motivo di alcuni disturbi gastrointestinali che ho accusato prima di giungere all’Ospedale, e lui mi risponde “CHE NE SO IO...” . Mi portano così in sala d’attesa, e chiedo all’infermiere di farmi parlare con un medico per avere una spiegazione riguardo l’esame, la stessa mi risponde “E CHE CI VUOLE A CAPIRE...”.
Ribadendo di non essere del settore, e partendo dal presupposto che se un infermiere risponde così ad un assistito, possiamo quindi pensare che anche una persona comune di strada potrebbe ricoprire la sua stessa posizione in un Ospedale del genere, mi viene spiegato quindi il contenuto del referto a mo’ di quando ti spiegano una ricetta culinaria. Preciso che non sono un tecnico del settore, ma se mai avessi bisogno, non tornerei in questo reparto.

A seguito della mia esperienza personale, ci tenevo a lodare questo reparto, che funziona benissimo sia a livello di professionalità che, soprattutto, a livello di umanità.
Grazie!!!