Ginecologia Ospedale Cetraro
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Minaccia di aborto
Purtroppo sull'alto tirreno cosentino l'unico reparto di ginecologia rimasto in piedi è a Cetraro. A mia moglie, entrata con minacce di aborto di sera - perdite di sangue - viene eseguita una ecografia vaginale, ma con l'ecografo (probabilmente rimasto quello di 20 anni fa) non riuscivano a vedere un bel nulla, pertanto disponevano il ricovero ospedaliero, punture e riposo, e da li' inizia il calvario. Punture e flebo, beta che salgono e scendono, ecografie in cui non si vedeva se il feto c'era oppure no, il dottore di turno che se ne lavava le mani affidando la terapia a quello del giorno successivo, dottori che ognuno pareva più interessato a seguire i propri pazienti (quelli che vanno a pagamento presso i loro studi privati). Dopo circa una settimana consigliano a mia moglie di firmare e dimettersi e continuare la cure a casa. Da precisare che dopo le perdite e dopo aver fatto notare sia io, prima, che mia moglie dopo, che una flebo ("quella per le perdite per intenderci") non scendeva affatto, l'infermiera rispondeva che era normale e che la colpa era di mia moglie, pertanto non la sistemava. Poi durante la notte di nuovo perdite di sangue e la stessa notte cambiano immediatamente come prima cosa la flebo. Alla fine firmiamo e decidiamo di fare le cure a casa e, come segnato, di andare dalla nostra ginecologa dopo una settimana. Dalla nostra ginecologa a nostro malgrado scopriamo che: cuore del feto non batte più, camera gestazionale con distacco di placente, forte emorragia (già in atto da almeno 10 giorni). Pertanto corriamo a Cosenza per eseguire il raschiamento, non certo a Cetraro.
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