Geriatria Molinette
Recensioni dei pazienti
9 recensioni
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Scortesia ed assenza di umana pietà
Mia madre, uscita in buone condizioni dalla lungodegenza di Lanzo, si è poi ammalata dopo una lunga permanenza in pronto soccorso, dove ha contratto un virus terribile.
Ora è deceduta da pochi giorni in Geriatria.
Quando andai a chiedere alla sera quali fossero le reali condizioni di mia mamma, considerando che stava già molto male, una dottoressa di cui non farò il cognome mi aprì, dopo aver bussato alla porta dello studio dei medici, e mi rispose che" il dott. Scala non la segue più perché tanto non c'è nulla da fare". E richiuse la porta.
E' così che io venni a sapere che in realtà per la mamma non c'erano più speranze... Al mattino dopo ribussai, dopo una notte bruttissima pensando a mia madre, per sapere cosa si potesse magari ancora fare, lei mi rispose" ma di nuovo!? tutto quello che dovevo dirle gliel'ho detto ieri sera".
Un medico non dovrebbe essere solo bravo a curare, ammesso che questa signora lo sia, ma dovrebbe anche relazionarsi ed avere empatia con i soggetti deboli, che sono i bambini, gli anziani e anche i parenti delle persone che se ne stanno andando, ed in questo la signora si è a me dimostrata assolutamente priva di ogni tipo di gentilezza o anche solo umana pietà.
Pessima esperienza
Mio suocero è entrato al pronto soccorso per un mal di schiena e, visti gli esami e l'età (85 anni), è stato ricoverato nel reparto Geriatria. La diagnosi è stata di spondilodiscite. Soffriva di disfagia e aveva dolori molto forti alla schiena che non gli permettevano di stare sdraiato. Dopo un mese non si nutriva più autonomamente, non beveva più, aveva perso 40 kg., faceva un esame dietro l'altro, dopo una diagnosi di tumore che si rimpallavano da un dottore all'altro con i vari prima "lo escludo", poi "forse", poi "forse no", poi "sicuramente sì," mai documentata da eventuali biopsie e lui mai visto da un eventuale oncologo.
Alla fine è deceduto, completamente debilitato, dopo averlo trasportato ormai in fin di vita preso l'Hospice di San Vito, dove sono stati di una delicatezza infinita.
Osteomalacia
Dopo molto tempo e molte indagini sulla mia patologia, finalmente in questo reparto, con la competenza del dott. Marco Di Stefano e quella del Prof. Giancarlo Isaia, si scopre che sono affetto da osteomalacia grave.
Esperienza pessima
Gravi problemi di comunicazione e informazione; andando a chiedere più volte ai dottori e dottoresse informazioni sulla situazione di mia madre, le risposte sono state sempre molto laconiche, comunicando in primo luogo però la necessità che il congiunto fosse collocato in luogo famigliare per ridurre gli esordi di delirium. Allora perchè non continuare le cure nello stesso reparto, invece di comunicare solo 24 ore prima che il giorno successivo il famigliare sarebbe stato ricoverato in altra struttura? Non vige il diritto alla continuità delle cure (specialmente nelle persone anziane)? La mia sensazione personale è quella che la regola organizzativa principale sia quella di garantire un alto turn over al reparto, a prescindere dalle necessità fisiche e psicologiche delle persone.
Ringrazio alcune persone del personale infermieristico per il lavoro sicuramente importante e faticoso che svolgono e, forse, ancor più faticoso in un ambiente che presta una debole attenzione alla relazione e alla comunicazione.
Reparto eccellente
Reparto assolutamente positivo. L'assistenza e la cura per mia madre, grande anziana, è stata perfetta.
Il personale medico (dottoressa Comba) e paramedico è molto attento, preparato e pieno di attenzioni.
Considerazioni
Da subito si ha l'impressione di essere in un reparto dove manca la comunicazione tra medici e infermieri.
Tranne una ragazza gentilissima e molto disponibile, oltre che molto precisa, che mi sembra si chiami Lisa, il resto lavora seguendo uno standard personalizzato.
Terapie molto importanti date sempre in orari diversi, quando il farmaco richiederebbe precisione e puntualita' costante con indicazioni legati all'assunzione sempre diversi.
Ogni persona segue il proprio metodo.
Personale medico presente, ma a volte male organizzato.
OSS... alcune veramente indisponenti e sgarbate.
Se il paziente non e' autonomo e non ha un parente vicino, rischia di rimanere tutta la notte scoperto e con il letto posizionato completamente piatto e, per chi ha difficolta' respiratorie, non è che sia il massimo.
Per adesso brutta impressione, vediamo il proseguo.
Pessima esperienza
Ho portato mia mamma all'ospedale sperando che la curassero ed è andata così:
Non mangiava da molti giorni e beveva pochissimo da alcuni giorni. Ricoverata in geriatria, l'hanno solo reidratata dicendo che l'esito delle analisi del sangue indicava sì una disidratazione, ma anche una sospetta neoplasia. Da allora più nulla, alcuni medici l'hanno data per spacciata, altri dicevano che stava benissimo e non sapevano neanche della neoplasia e che a non mangiare non sarebbe morta (è mancata dopo due settimane di ricovero), non l'hanno mai nutrita adeguatamente e non hanno mai chiamato un oncologo. Le hanno dato morfina perché sostenevano che avesse dolore. Non aveva mai avuto dolori a casa ed aveva però una forma di depressione. Insomma, è stata "abbandonata".
Eccellenza assoluta
Mio padre di 81 anni è arrivato in reparto in condizioni disperate. Dopo un mese trascorso, ed altri 5 mesi trascorsi all'IRV Post Acuzie, si è fortunatamente ripreso.
Grande professionalità di medici ed infermieri. Grande pazienza e tanta tantissima umanità. Il reparto funziona benissimo, sono tutti attenti, gentili e premurosi.
Grazie di cuore.
La relazione umana con degenti anziani
Il personale OSS e infermieristico, tranne qualche eccezione, non è in grado di svolgere una professione che richiede: rispetto, sensibilità, delicatezza, competenze comunicative e relazionali, umiltà- quella che spiega Norberto Bobbio.
Non si dà del tu a una persona anziana che ha una lunga storia alle spalle, se la relazione non è sullo stesso piano!
Non si dice alla persona anziana che "è fuori di testa!" quando in realtà non c'è sufficiente ossigeno nel sangue (gli effetti sono noti anche ai non addetti ai lavori!).
Non si umilia una persona anziana se è costretta al pannolone per la prima volta nella sua lunga vita, e ha una temperatura di 39 gradi
Il contatto con il corpo della persona anziana richiede delicatezza e rispetto.
Un'altra cosa: forse è bene insegnare a misurare la temperatura, visto che gli addetti alla rilevazione hanno sbagliato per ben due volte in quattro giorni!
In quattro giorni scarsi mio padre è morto e non abbiamo ancora una diagnosi definitiva.
L'impressione di superficialità si è tramutata poco a poco in certezza.
Sospetto- non certezza- di polmonite? perchè non è stato chiamato subito uno pneumologo?
Il minimo visto il paziente ex infartuato e in ossigeno-terapia!
Ringrazio solo le persone che hanno assistito mio padre l'ultima notte, quando però era troppo tardi per il recupero.
Forse doveva andare così... si sa che si troverà una spiegazione plausibile, che non mi convincerà mai. Ma voglio ripetervi: svolgete questo lavoro solo se c'è amore e passione per quello che fate. Mio padre lo diceva sempre.
Ma non mi fermerò: lo farò per gli altri che entreranno nel vostro corridoio con fiducia.
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