Gastroenterologia Casa Sollievo della Sofferenza
Recensioni dei pazienti
19 recensioni
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Umanità
Personale gentile, accogliente ed empatico. Mi hanno rassicurata per tutto il tempo dell'esame (rettoscopia).
Ottimo reparto
Mio figlio è affetto da morbo di Crohn. Da diversi anni è in cura in questo reparto. Abbiamo trovato sin dall'inizio tanta attenzione al paziente; il personale è sempre empatico e rassicurante. Ci ha seguito sin dall'inizio la dott.ssa Sonia Carparelli, persona sempre disponibile (anche fuori orario di lavoro) e molto competente.
Ringraziamenti
Sono paziente, da tanti anni, del reparto di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva dell'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" di San Giovanni Rotondo (FG) per controlli programmati del colon. I complimenti sono massimi per accoglienza e assistenza personale.
Grazie al personale e alla struttura ospedaliera per l'eccellenza verso i propri pazienti.
Visita gastroentrologica intra-moenia
Visita intramoenia. Il medico parla al telefono con un altro medico di un altro paziente, senza neanche preoccuparsi di ascoltarmi. Non faccio neanche in tempo ad esporre i miei problemi, che mi liquida visitandomi alla velocità della luce dicendo di dimagrire e basta. I problemi restano ed io resto con l'amaro in bocca, senza neanche l'indirizzamento ad altro specialista al fine di approfondire. In un battibaleno devi avermi preso per un ipocondriaco, cosa che non è purtroppo, e mi ha liquidato con buona pace dei soldi spesi, del viaggio e delle speranze riposte. Molti medici a volte non capiscono che non tutti i pazienti rientrano nelle diagnosi di routine cui sono abituati. Bisognerebbe talvolta sforzarsi a capire il paziente e i suoi sintomi..
Disbiosi intestinale
Sono stato dal Prof. Andriulli per un consulto poichè da ben 4 anni avevo forti sintomi dispeptici, ho perso tanto peso e avevo costantemente diarrea, dolori addominali, stanchezza e dolori muscolari. Non sono stato minimamente ascoltato, nè ho ricevuto una diagnosi. Risultati: ulteriore aggravamento dei disturbi, 14 ricoveri in ospedale e soluzione trovata dal sottoscritto studiando la materia. Non vado oltre...
GRANDE EQUIPE!
Sia medici che infermieri, oltre ad avere grande professionalità, hanno tanta umanità e pazienza. Non hanno avuto mai avuto fretta a dare indicazioni, ad ascoltare ma soprattutto a parlare molto con i pazienti. Addirittura quando mio figlio è andato a Palma di Maiorca a lavorare, il dott. Biscaglia si è preoccupato di dargli un nominativo di un collega dell'ospedale di Palma che cura queste malattie rare. Infatti ha continuato lì a curarsi con la terapia biologica: Infliximab.
Come mamma posso dire solo: grazie di esistere.
Figlia di ricoverato
Mio padre è ricoverato da quasi una settimana e sono stati fatti appena 3 esami, altri esami li abbiamo fatti fuori - sempre sottoscritti da voi. Ancora oggi non si è mosso nulla. Mio padre ha un tumore al colon retto ulcerato e lacerato ed ormai i medicinali non hanno più effetto. Si è ricoverato che aveva dei piccoli dolori; ora si ritrova che i medicinali non hanno più effetto. Chiami gli infermieri per mettere le flebo e si presentano dopo un'ora e intanto lui soffre dal dolore. Finisce la flebo e per venirtela a togliere ci mettono un'altra ora. Vuoi chiedere spiegazioni a un dottore e non ti calcola nessuno. Abbiamo ormai tutti gli esiti, ma ancora nessuno può dirci se ci sono metastasi. Grave e forse martedì prossimo iniziano a vedere con la radioterapia.. Però ancora non se ne parla per iniziare a farla. E intanto le cose peggiorano ed i dolori sono sempre più forti. Che vergogna. Non aggiungo altro perchè potrei dire cose davvero pesanti. Vorrei aggiungere un'ultima cosa: è un mese che mio padre perde sangue dal retto. Regolatevi un po'..
Pancreatie acuta severa
Ciao sono Simone e sono uscito da 2 giorni dal reparto di gastroenterologia di casa sollievo della sofferenza. Voglio associarmi a tutte quelle persone che non si sono trovate bene. Premetto del personale non tutti gli infermieri sono delle persone che secondo me dovrebbero cambiare lavoro, come gli O.S.S. e così anche i dottori. Sono stato ricoverato 17 giorni e in questi di mi è successo di tutto. Ora vi elenco alcune cose che mi sono successe. Dal 1° al 4° giorno nessuno mi chiedeva come stessi, gli infermieri entravano, anzi, se entravano, solo per cambiarmi le flebo, però dopo che avevo suonato il campanello almeno 2/3 volte. Addirittura un giorno sono rimasto dalle ore 20:00 alle 23:30 con la flebo finita. C'è il turno nuovo mi disse, perché non hai chiamato.. Quando rispondevano al campanello erano sempre scocciati. Ripeto, non tutti erano uguali.
Poi dopo 4 giorni mi è venuta la febbre che variava da 37,5 a 38,8, allora io pensavo che avendo la febbre che non scendeva mai erano loro che dovevano pensare a tenerla sotto controllo e a monitorarla... Sì magari... invece ero io che mi dovevo alzare dal letto e cercare o aspettare che passasse qualcuno ogni 2/3 ore per tenerla sotto controllo. Oppure chiedere una tachipirina. Poi quando riuscivo a chiedere se me la misurassero, erano anche scocciati.
Poi il 12/05/2015 mi hanno dimesso. Ero tutto contento e visto che prima delle 13:00 non portano il foglio di dimissioni, così ho mangiato, ho avvisato mia madre (che si trovava con me) e mia sorella (che si trovava al paese di mia provenienza). Così dopo aver mangiato ed erano passate almeno 2 ore dalla visita, mi sono vestito, ho preparato le mie cose e sono andato a fare la richiesta per farmi spedire la cartella clinica a casa. Intanto che io facevo queste cose, mia madre era andata a parlare con il prof. Andriulli, visto che dovevo affrontare un viaggio di non pochi km. Il prof. le disse: Signora, noi non dimettiamo pazienti che non sono guariti o che non possono fare la convalescenza a casa. Ultime parole famose, io mi trovavo a richiedere la cartella e venne la figlia del mio vicino di letto e mi disse: Simone torna su che tanto non esci e ti vuole parlare urgentemente il Prof. Conoscitore. Rintraccio mia madre, le dico come stanno le cose, intanto a me era crollato il mondo addosso perché non SAPEVO COSA STESSE SUCCEDENDO. Vado a parlare e il medico mi dice non ti dimettiamo più perché hai i valori delle piastrine e dei globuli bianchi alti. Quanto alti gli chiesi? Piastrine 1.000.000 e globuli bianchi 22.000. Vi posso dire che piastrine dovrebbero essere tra i 300.000 e i g.b. 11.000. Ero a rischio di trombosi, ictus o infarto. Fate voi da quel giorno quanta fiducia ho potuto avere nei confronti del primario. I giorni successivi che mi visitava il prof Conoscitore è riuscito a farmi abbassare tutti e due i valori. Purtroppo il lunedì 18/05/2015 il Prof. Conoscitore non c'era e il primario mi ha dimesso. I valori erano 600.000 piastrine e 12.000 g.b. Allora mia madre é andata a parlare con la dott.ssa Niro e la sua risposta é stata. Signora, siamo in Italia, se suo figlio si sente male durante il viaggio si ferma e chiama il 118. Cosa che ha scritto anche nella lettera di dimissioni. Ora sono riuscito a tornare a casa, ma immaginatevi il mio viaggio di rientro e vi dico che gli avevo fatto presente che dovevo anche guidare io. Per loro ero guarito perché la diagnosi con cui ero entrato non dico che l'avevano guarita, perché ci vorrà del tempo, ma l'avevano attenuata.
Non soddisfatta
Il 29/09/2014 ho effettuato una visita specialistica a pagamento dal dott. Andriulli per una manifestazione acuta di diarrea e vomito che ad oggi ancora non risolvo. Senza essere presa minimamente in considerazione, il dottore ha attribuito il tutto ad uno stato d'ansia, consigliandomi come terapia lo yoga. Risultato: continuo a perdere peso (7 kg.) e mi sono dovuta rivolgere ad un centro più serio che sta facendomi fare un check-up completo!!! Intanto ho perso un mese e mezzo di tempo!!!!
Errori diagnostici
Tempo fa, nonostante visita a pagamento e relativo ricovero, non sono riusciti a diagnosticare una "normale" patologia infiammatoria intestinale. Medici arroganti, disservizi, lungaggini, impossibilità ad ottenere informazioni, hanno causato perdita di tempo e aggravio della patologia per assenza di terapia. Sono stato costretto a migrare a Rieti, dove finalmente, grazie al Dott. Barberani, nell'Ospedale di Rieti, SENZA DOVER PAGARE UN CENTESIMO, ho ottenuto terapia adeguata dopo accertamenti diagnostici precisi (in Day Hospital, in un giorno e non con i lunghi inconcludenti ricoveri nel reparto di Gastroenterologia della Casa della sofferenza di San Giovanni Rotondo).
Gastroenterologia
Ho qui trovato competenza e umanità con gli ammalati che si ritrovano ad dover affrontare la malattia.
Esperienza negativa
Premetto che mi associo alla recensione di Mara del settembre 2012.
La mia personale esperienza è stata estremamente negativa.
Mercoledì 19 marzo 2014 conduco mia suocera (anni 88 compiuti) dal dr. Andriulli, di cui era già stata paziente diversi anni fa. Dopo una breve visita a pagamento intramoenia, il dottore ha deciso di ricoverarla immediatamente. Per qualche giorno sono state somministrate solo "glucosate", alla faccia di quello che il SSN paga per la degenza giornaliera. Il venerdì è stata sottoposta ad ecografia e poi a TAC. Lunedì 24 incontriamo il dr. Andriulli, che senza mezzi termini ci "gela" facendo presente che vi era una ostruzione dei dotti biliari per cui era necessario intervenire per inserire uno "stent" o qualcosa del genere. Intervento in anestesia totale da effettuare il mercoledì 26; successivamente bisognava inserirne uno più largo a distanza di otto giorni, cioè il 2 aprile. Di nuovo in anestesia totale, è stato tentato l'inserimento che, non essendo riuscito, nella stessa sede è stato inserito un altro stent dalla parte opposta al primo, per cui la paziente ha due tubicini che fuoriescono dall'addome. Ovviamente due anestesie totali sono state fatali, tant'è che la paziente non ha più la forza di alzarsi. Mi sorge il dubbio, così come manifestato anche dai dottori della sala operatoria, che il secondo intervento fosse inutile ed è quindi stato programmato senza valutare attentamene (con i sistemi della diagnostica) la situazione dei dotti biliari. Questi i fatti, ora gli aspetti negativi.
- l'assistenza è quasi inesistente;
- nessun dottore o infermiere ha mai chiesto alla paziente (allettata da oltre otto giorni) se fosse andata di corpo; né alcun dottore o infermiere si è preoccupato di mettere un catetere alla paziente per evitarle l'uso della "pala" anche per fare pipì;
- i dottori non sono quasi mai disponibili e se lo sono ti ricevono in mezzo al corridoio, dove inevitabilmente si parla anche di patologie gravi alla faccia della "privacy";
- la stanza in cui era ricoverata è situata vicino ad una porta di passaggio tra il reparto e l'atrio; la porta a chiusura automatica veniva attraversata qualche centinaio di volte al giorno con un fastidioso rumore creato dal forte sbattere delle ante (alla faccia della tranquillità dei pazienti); ma quello che è più grave è che erano proprio dottori ed infermieri a farla sbattere violentemente;
- il bagno nella stanza della degenza non rispetta le norme di igiene; non esiste una ventola che aspiri le esalazioni di coloro che lo usano più spesso, come quelli sottoposti alla preparazione per rettoscopie, colonscopie ecc..; gli olezzi prendono sfogo da una griglia laterale che immette gli stessi direttamente nella stanza;
- non parliamo dei cibi che sono assolutamente pessimi di gusto e qualità;
- per finire, dopo l'intervento del due aprile, verso sera, alla paziente si è manifestata febbre; tale situazione in qualsiasi ospedale statale, anche quello più sperduto, nessuno si sarebbe mai sognato di dimettere un paziente; EBBENE, NEL REPARTO DI GASTRO CIO' E' AVVENUTO CON ESTREMA DISINVOLTURA, per cui mia suocera, alle nove del mattino del giorno tre aprile, è stata messa "in uscita" e, cosa ancora più grave, non abbiamo avuto "L'ONORE " di parlare con qualche dottore per avere ragguagli sul post-degenza. Una infermiera di buon cuore ha avuto la compiacenza di spiegarci qualcosa. L'ospedale di S. Giovanni, frequentato 15 anni fa, è solo un bel sogno svanito nel nulla. Farebbe bene il SSN a controllare gli ospedali convenzionati con Esso per valutarne l'efficacia, l'efficienza, la sicurezza, la vivibilità degli ambienti e la professionalità delle prestazioni. Ho certamente dimenticato altri aspetti, ma in conclusione eviterei un ricovero nel reparto di gastro. Tra l'altro ho avuto modo di sapere che anche altri reparti non offrono più l'assistenza di una volta.
ESPERIENZA NEGATIVA
All'inizio di novembre abbiamo ricoverato mio suocero in questo reparto e purtroppo la nostra esperienza è stata negativa. Per avere chiarimenti dai medici sulla situazione del paziente, era necessario aspettare delle ore, per poi trovarsi a colloquiare con medici visibilmente seccati. Stessa situazione abbiamo riscontrato quando chiamavamo gli infermieri, perché il paziente aveva bisogno d'aiuto. Un elogio va invece al personale del pronto soccorso, molto disponibile e tempestivo.
GRAZIE A TUTTO IL PERSONALE
E' un reparto eccezionale perchè, malgrado le tante degenze, il personale riesce con una abnegazione incredibile a sopperire ad ogni esigenza del paziente. Personale davvero gentilissimo, disponibile e bravissimo. Grazie di cuore.
TITTI MARTINI
Umanità
Ho avuto occasione di conoscere questa equipe per la mia malattia; non ci sono parole per descrivere queste persone che svolgono il loro lavoro con UMANITA', parola che molte persone che operano in questo settore molto spesso scordano. Comunque consiglierei questo reparto a tutti quelli che ne hanno bisogno. Insieme a questa favolosa equipe non voglio scordare di ringraziare tutti gli infermieri, che sono l'anima del reparto grazie alla loro professionalità. Una piccola freccia a sfavore dei medici: siate sorridenti come loro e siate più disponibili come gli infermieri.
Un saluto affetuoso anche a tutti gli ausiliari. Grazie a tutti.
RINGRAZIAMENTO AL REPARTO DI GASTROENTEROLOGIA
SONO UN PAZIENTE DELLA PROVINCIA DI BARI, VORREI RACCONTARE CON POCHE RIGHE LA MIA ESPERIENZA POSITIVA PRESSO L'OSPEDALE CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA, REPARTO GASTROENTEROLOGIA, A CAUSA DI UNA INFIAMMAZIONE DEL PANCREAS.
VORREI RINGRAZIARE TUTTO IL PERSONALE INFERMIERISTICO E MEDICO PER LA LORO ATTENTA PROFESSIONALITà E CORDIALITà. GRAZIE DI VERO CUORE, CONSIGLIO VIVAMENTE A COLORO CHE HANNO BISOGNO DI RECARSI PRESSO CODESTA STRUTTURA.
Esperienza negativa
Ho avuto la disavventura di incappare in questo reparto 5 anni fa, ma ritengo utile mettere a disposizione la mia esperienza a quanti siano alla ricerca di informazioni e, magari, sono affetti dalla stessa patologia di mia nonna. Preciso di non poter esprimere giudizi sull'assistenza infermieristica e sulla pulizia del reparto, perché mia nonna non vi è stata ricoverata, ma posso spendere qualche parola sulla competenza dei medici che vi lavorano.
Nell'ottobre 2007 fissai una visita all'ambulatorio di reumatologia presso il reparto di Medicina Generale dell'Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza per mia nonna (all'epoca 80enne), afflitta da artrite reumatoide e da plurime ernie del disco che le procuravano dolori lancinanti e le rendevano problematica la deambulazione. Specifico che mia nonna ha una disfunzione del fegato e delle vie biliari dovute a un ispessimento della bile, che deve essere attentamente valutata nella somministrazione di qualsiasi farmaco: per tale ragione avevo portato tutti i referti e i risultati delle ultime analisi di mia nonna per poterli mostrare al reumatologo.
Dopo aver escluso ogni tipo di intervento chirurgico date la posizione delle ernie e l'età di mia nonna, il reumatologo, tenuto conto della patologia epatica di mia nonna, ritenne opportuno chiedere un consulto dal reparto di gastroenterologia prima di prescriverle una terapia antiinfiammatoria e antidolorifica.
I medici chiamati a consulto, dopo un esame piuttosto sommario degli esami di mia nonna (nemmeno 5 minuti di orologio: e la documentazione che avevo portato era piuttosto "corposa"), ci dissero laconicamente che la situazione del fegato di mia nonna era "estremamente compromessa" e che qualsiasi tipo di terapia farmacologica per l'artrosi avrebbe potuto farla precipitare. Fine consulto. Dopo aver letteralmente inseguito i medici nel corridoio per chiedere ulteriori delucidazioni (mia nonna non avrebbe potuto fare alcuna terapia per i problemi reumatologici? avrebbe dovuto modificare la terapia che già seguiva per il fegato?), questi, visibilmente seccati, mi dissero bruscamente "guardi, con la patologia epatica che ha, se tutto va bene sua nonna ha ancora 6 mesi di vita".
Lo shock di quella "sentenza" inaspettata, la freddezza e la maleducazione dei medici (si può comunicare una notizia di questo tipo a un paziente o a un parente in un corridoio, senza alcun tipo di tatto e di umanità?) e la necessità di assistere mia nonna, che aveva ascoltato tutto, mi resero impotente e mi impedirono di chiedere altre informazioni ai medici. Il reumatologo prescrisse a mia nonna una terapia analgesica "blanda", che a suo dire avrebbe un po' calmato i dolori con un minimo impatto sul fegato.
Il giorno dopo, non rassegnandomi al responso ricevuto a Casa Sollievo della Sofferenza, chiesi un consulto urgente al reparto di Medicina Interna della Seconda Università di Napoli. Ebbene, sono trascorsi 5 anni e mia nonna conduce una vita dinamica e attiva (compatibilmente con gli acciacchi dell'artrite e delle ernie, per i quali segue una terapia ad hoc): la sua patologia epatica non era evidentemente mortale, ma doveva essere soltanto adeguatamente monitorata e tenuta sotto controllo con la giusta terapia farmacologica. Per questo ringrazio il prof. Lucivero, della Seconda Università di Napoli, medico competente e umile e uomo di rara sensibilità, e la sua equipe, che continuano a seguire con serietà e professionalità mia nonna.
Quanto al reparto di gastroenterologia di San Giovanni Rotondo, mi auguro che a nessuno tocchi vivere la mia esperienza e spero che in 5 anni le cose siano migliorate: non solo per la competenza medica, ma anche per l'umanità e la cortesia dei medici. Nel dubbio, se potete, rivolgetevi ovunque ma girate alla larga da questo reparto!
(Per inciso, a Napoli hanno sostituito anche la terapia prescritta dal reumatologo di Casa Sollievo della Sofferenza, perché aveva gravi controindicazioni epatiche... no comment...).
Scandaloso!
Ho dovuto attendere più di una settimana per una colonscopia che, alla fine, non hanno ritenuto necessaria; nessuna accortezza per i cibi da somministrare a una persona indubbiamente affetta da una patologia intestinale, oltre che da un'intolleranza al lattosio (ah, ma secondo loro le intolleranze alimentari sono "una moda"). Nella mia personale esperienza ho trovato medici superficiali e giovani dottoresse più attente a far presente la loro presunta "esperienza nelle malattie infiammatorie croniche dell'intestino", che a esaminare i pazienti; personale scortese e arrogante.
A San Giovanni Rotondo ho perso tempo (prezioso) inutilmente e soltanto dopo un ricovero al Policlinico di Bari (durante il quale mi sono stati effettuati tutti gli esami diagnostici necessari), ho scoperto di avere il morbo di Crohn e ho potuto finalmente cominciare le terapie adatte.
Morale della favola: non è necessario macinare centinaia di chilometri, molto spesso le eccellenze sanitarie si trovano a pochi passi da casa vostra... e mi riferisco al Policlinico di Bari!
Esperienza negativa
Mi hanno tenuto segregato dentro in quella stanza fatiscente stipato con altri 5 pazienti per quasi 10 giorni senza farmi alcun tipo di analisi, andando a far saltare esami quali ileocolonscopia e gastroscopia perché, a loro modus pensandi, ne avevo fatte troppe... e come potevano, allora, riuscire a capire la mia malattia e la sua eziologia? Io sono intollerante, tra l'altro, al lattosio e alla caseina. Sono anche molto stitico. Ebbene, non solo mi davano da mangiare piatti all'interno dei quali il lattosio straripava (latticini freschi, purè di patate, ecc...), ma aggiungevano al tutto anche primi piatti come riso, nessuna verdura, mele o banane! E quando parlai loro della mia intolleranza, mi sentii rispondere: "Noi non crediamo nelle intolleranze, perché se ti diamo da mangiare un alimento al quale sei intollerante la reazione del fisico è quella di farti andare di corpo e ti liberi". Ma siamo impazziti?!!??! Sono rimasto ricoverato per tutto quel tempo per riuscire a farmi fare solo una ecografia e gli esami del sangue (che avrei potuto fare tranquillamente a casa mia in ambulatorio, a 180 Km di distanza da questo ospedale. La scortesia è ai massimi storici e chiamano i pazienti per numero, neppure per cognome!
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