Ematologia Ospedale Cosenza
Recensioni dei pazienti
6 recensioni
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Igiene assente
Esperienza pessima in questo reparto di ematologia, in quanto sporco e con infermieri che lavorano con molta superficialità.. Invito chiunque legga questo commento di non sottovalutarlo, ma di prenderlo in considerazione perché io ho perso un padre per una leucemia sì, ma anche a causa della scarsa igiene che vi era qui. Mio padre è morto a causa di una infezione, però credetemi, penso dovuta alla scarsa igiene e/o a personale che entrava in stanza senza i giusti indumenti e le dovute accortezze.
LA MIGLIORE SCELTA POSSIBILE
Linfoma intestinale di tipo non Hodgkin a grandi cellule B. Questa la diagnosi emersa dall’esame istologico condotto a seguito di intervento di resezione colica, eseguito in data 18 Novembre 2016.
25 Novembre. Prima visita ematologica.
Chiarificazione dell’iter, illustrazione della malattia, delle terapie da seguire, e di quanto fosse necessario conoscere per intraprendere il percorso di cura. Stabilito il piano terapeutico, in data 5 Dicembre ha inizio il ricovero protocollare previsto per il primo dei sei cicli immuno-chemioterapici stabiliti, somministrato cinque giorni dopo, il 10 Dicembre.
I dubbi, le paure, le domande che ottenebravano le nostre menti, erano troppe, finanche per una famiglia intera, ma fin da subito, l’intero team di medici e infermieri, si è dimostrato capace, disponibile, pronto a offrire sollievo con risposte, delucidazioni e consigli.
Di settimana in settimana, controllo dopo controllo, la fiducia nell’equipe medica ematologica cresceva, suffragata dalla costante attenzione e precauzione verso tutto ciò che potesse ledere l’incolumità del paziente. Nulla è mai stato sottovalutato, né lasciato in preda al caso come una zavorra qualsiasi. Tutto è sempre stato opportunamente calcolato, studiato, ponderato.
Come la biopsia osteomidollare effettuata per un più accurato accertamento che verificasse l’assenza o presenza di eventuali infiltrazioni della malattia a livello midollare. Scongiurato il problema, si è proceduto con il regolare trattamento stabilito, affrancato da quello domiciliare, tenuto sempre sotto stretto controllo medico.
Finanche quando è sopraggiunto l’imprevisto di una febbre, gli specialisti non hanno esitato nel prendere rapidamente le giuste decisioni affinché il ciclo di chemio non venisse rimandato e il paziente non ne risentisse.
La PET intermedia, prevista ai fini della rivalutazione della malattia, è stata eseguita in data 4 Marzo. Il risultato, comunque più che soddisfacente, evidenziava una captazione minima di un linfonodo a livello ileo-ciecale.
Si è convenuto, quanto sperato, che la remissione totale sarebbe sopraggiunta a seguito dei due cicli di chemioterapia e dei sei di terapia biologica ancora da somministrare.
I medici non hanno mai manifestato dubbi circa l’esito ottimale: fermezza e determinazione trapelavano assiduamente dai loro discorsi, non si sono sbilanciati laddove credevano che non fosse opportuno farlo, non hanno nutrito speranze, prima di aver valutato le condizioni e le strategie di intervento da ogni angolazione possibile. La loro sicurezza è diventata la nostra, la loro chiarezza di intenti è stata per noi un porto sicuro, la loro attenzione e assidua presenza ha rinvigorito la nostra fiducia e demolito, mese dopo mese, la paura cieca.
Mario HA SCELTO i medici nelle cui mani affidare la propria vita, senza mai dubitare delle loro capacità, certo che la loro preparazione, precisione e la loro empatia, meritassero a pieno la sua fiducia. Non ci sarebbe potuta essere scelta migliore, perché lo scorso 15 Giugno, la PET finale non ha rilevato più traccia alcuna di malattia. Mario, a 29 anni, è guarito.
Ad oggi, per quanto sia necessario attenersi al protocollo follow-up per i dovuti controlli periodici previsti per i prossimi cinque anni, è la serenità, la certezza della remissione a farla da padrone e ad aver dissipato ogni velo di dubbio dal cuore, rimosso il greve fardello.
La malattia priva di tante, troppe cose, ma offre, di contro, un dono meraviglioso: la possibilità di rendere grazie.
E la nostra gratitudine verso il reparto di Ematologia dell’A.O. di Cosenza, verso il suo primario, i suoi medici, i suoi infermieri e il personale tutto, è INFINITA.
Esperienza positiva
La mia esperienza è invece molto positiva, sono bravissimi per quanto riguarda ciò che ho vissuto personalmente. Il dottor Carlo Gentile è poi una persona attenta ed umana.
Amarezza..
Sono diversi mesi che mia madre soffre ogni giorno per la superficialità disarmante di un dottore che lavora in questo reparto. La storia di mia madre penso sia quella di tanti che si trovano a combattere contro un male grande.. Alla sofferenza derivante dalla chemioterapia, si è aggiunta quella causata dalla poca attenzione che i dottori a volte mettono nel loro lavoro, senza considerare le gravi conseguenze che una mancanza o una decisione presa con leggerezza possa causare. A seguito della terza seduta di chemioterapia, mia madre ha iniziato ad avere febbre alta.. Preoccupata, mi sono rivolta subito al dottore che la seguiva che mi ha tranquillizzata dicendo che la febbre dipendeva dalle punture che faceva per la crescita delle cellule staminali, che sarebbero servite poi per il prelievo che faceva a Reggio Calabria. Questa storia di febbre alta e brividi (che somigliavano più a convulsioni che ad altro), è andata avanti per 5 giorni. Nonostante la visita al centro ematologico per 3 giorni consecutivi, nonostante il visibile peggioramento delle condizioni fisiche, al dottore non è mai venuto in mente che magari ci potesse essere un'infezione in corso. Ma come si fa??? La mia inesperienza e l'ignoranza in materia mi hanno portato a fidarmi ciecamente di lui, inconsapevole del fatto che in realtà mia madre si stava spegnendo ogni giorno di più. In realtà quelle punture non c'entravano niente, perchè poi ho scoperto che non possono portare una febbre così alta. La febbre dipendeva da un batterio che aveva attaccato i polmoni.. E allora perchè non è stata fatta una TAC?? Perchè non si è proceduto ad accertamenti per scoprire la causa di quella febbre? Ignoranza o superficialità? è quello che mi chiedo da 5 mesi.. Grazie a Dio e all'intervento dei medici di Reggio Calabria (dove nonostante la febbre a 39.5 e la forte debilitazione eravamo stati mandati per il prelievo delle staminali) mia madre si è salvata. Ancora oggi lotta però ogni giorno con le sofferenze causate da quella leggerezza..
Vorrei che ci fosse più attenzione, meno superficialità e negligenza, e la consapevolezza per i medici che ogni giorno si deve lavorare per salvare una vita.
Delusione
E' un reparto assolutamente disorganizzato.
Ogni volta ti visita un medico diverso e non c'è comunicazione tra di loro, pertanto non c'è nessuna continuità nelle visite effettuate nel tempo. Il day hospital purtroppo peggio che peggio!!!!
Nessuna considerazione umana del paziente, che viene visto solo come un numero!
Delusione totale.
Delusa
Purtroppo nella mia esperienza ho trovato un reparto male organizzato... non c'è una continuità di assistenza e non è possibile essere seguiti da un solo medico, quindi ad ogni appuntamento è una sorpresa...!!
Non esiste collaborazione fra i medici operanti e spesso l'uno critica l'operato dell'altro!!!
Sono molto delusa.
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