Cure Palliative Ospedale San Martino Genova
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Cure palliative
Paziente morta in 3 giorni:
- assenza di ventilazione forzata;
- assenza di alimentazione parenterale;
- somministrazione immediata di morfina, aloperidolo e buscopan.
- controindicazioni Morfina per scarsa respirazione!
- controindicazioni Aloperidolo per problemi cardiaci!
Paziente con patologie cardiache.
Grazie
Non ci sono abbastanza parole per dirvi grazie...
Il mio papà se n’è andato pochi giorni fa, nella pace. Lo avete assistito in ogni istante, dal primo giorno che è entrato con me con tutto il timore ed i mille dubbi di figlia che ho avuto varcando quella soglia.
Poi da subito invece si percepiva che si entrava in una dimensione di pace, in un mondo a parte, circondati da persone meravigliose e piene di umanità.
Siete riusciti ad esaudire il nostro desiderio, che papà non soffrisse, è così è stato, guidati fino all‘ultimo respiro di papà che era entrato in coma da solo.
Grazie alla Dott.ssa Mattioli, alla Dott.ssa Della Rovere, a tutto il personale infermieristico, a Rina, Marianna, Barbara, Sabina, Tamara, Stefano. A TUTTI grazie per sempre.
Ringraziamenti
Stamattina si è spento mio papà Pietro all'età di 97 anni. Paziente oncologico. E' stato presso l'Hospice Maragliano 10 giorni. Voglio ringraziare tutto il personale del reparto, a partire dalla Primaria che mi ha accolto il primo giorno di degenza di mio padre. Ma in particolare i miei ringraziamenti vanno a tutti/e gli/le infermieri/e e OSS che sono stati/e accanto a mio papà e a noi con professionalità e grandissima umanità, cercando di alleviare in tutti i modi le sue sofferenze. Mia sorella e io abbiamo un grandissimo sentimento di riconoscenza nei vostri confronti. Un caro saluto.
Ringraziamenti
Mia mamma è arrivata da voi giovedì mattina e il venerdì notte è mancata.
Vi ringrazio per averle fatto vivere le ultime sue ore nel modo più tranquillo possibile, per averla coccolata e aver coccolato me.
È bastata una semplice parola per capire l'umanità che c'è da voi e quanto ci tenete al benessere interiore dei parenti e malati.
Speravo di stare con voi un po' di più, ma il destino ha voluto così e sono certa che la mamma ha chiuso gli occhi nel modo più sereno possibile.
Grazie alle infermiere, che sono sempre state dolcissime sia con me che con la mamma; grazie alla dottoressa che non ha esitato quando le ho chiesto di non farle capire nulla che stava per lasciarci. GRAZIE veramente.
Siete degli angeli con il camice.
Pessima
La notte tra il 19 e il 20 luglio mia mamma (80 anni) senza nessun sintomo precedente (e sottoposta sempre a visite mediche) ha smesso di parlare. Abbiamo chiamato l'ambulanza pensando ad un improvviso accidente cerebro-vascolare. Portata a Villa Scassi (noi, causa regole Covid, non abbiamo avuto il permesso di accompagnarla) ci viene riferito alle 4.00 del mattino che dalla Tac risultano metastasi cerebrali partite da non si sa dove. Ci rechiamo a Villa Scassi il giorno successivo e le informazioni che ci vengono date sono scarne, sbrigative e confuse. In un primo momento viene data a mia madre una prognosi di sei mesi/un anno. Il giorno successivo, sempre in modo scortese e sbrigativo, viene detto che la prognosi e' di pochi giorni. Con un tumore primitivo ai polmoni (a quanto pare). Non ci viene detto nulla e al Villa Scassi mia madre ricomincia a parlare. Viene detto a mia sorella che era sotto cura di cortisone. Chiedo se si faranno chemio o radioterapia, i medici sono tentennanti. In un primo tempo dicono sì ad una radioterapia, poi no. A seconda del medico con cui si parla vengono dette cose opposte.
Il 2 agosto mia madre viene trasferita all'Hospice Maria Chighine in fretta e furia. Arriva lunedì 2 agosto che parla, ha fatto colazione, vedeva la televisione e chiedeva degli altri membri della famiglia. Senza troppe parole le staccano tutto, le levano l'idratazione e non la nutrono. Le infilano una flebo di morfina fino a che il cuore non cede il 4 agosto. A 48 ore dal suo arrivo... La sera prima respirava a fatica. Ho chiesto se potevano almeno metterle l'ossigeno, ma mi hanno risposto che non serve. E' morta con il catarro che le usciva dalla bocca e gli occhi sbarrati in cerca di aiuto e ossigeno! Se non ci fosse stata mia sorella a chiamare quando la bocca si riempiva di catarro uscente, nessuno passava! E nessuno si accorgeva quando e' spirata, che era morta in letto. Lo ha segnalato mia sorella! Dalla diagnosi alla morte: 15 giorni.
Richiedere le cartelle cliniche e' utile per indagare, ma la sofferenza che hanno fatto provare a mia madre facendola soffrire così, purtroppo e' rimasta.
Parente terminale
Personale splendido con il malato (57 anni).
Con noi parenti (in base ai turni) li ho trovati incongruenti nel darci le informazioni sull'andare a trovarlo da un giorno all'altro, causando disagi tra noi familiari, essendo tanti.
Qualche giorno dopo l'ingresso in questo posto, mio zio ha avuto una forte emorragia, così la responsabile ha pensato bene di sottolineare al malato il fatto che, se gli era accaduto quell'episodio, era perché sarebbe dovuto morire, quando già gli era già stato detto prima di entrare al Maragliano (il malato ne era già al corrente). Ho trovato questo molto crudele.
Poco tolleranti inoltre nelle visite... Anche a poche ore dalla dipartita, siamo stati cacciati via (sottolineo che eravamo solo parenti) dalla sala d'attesa perché a detta di queste infermiere, facevamo assembramento.
Alla mia richiesta di andare a dare un ultimo bacino d'addio, sono stata mandata via.
Poca umanità. Capisco il Covid, ma erano le sue ultime ore.
Questo è l'unico aspetto che non mi è piaciuto.
Potessimo tornare indietro, non credo che risceglieremmo l'Hospice del padiglione Maragliano.
Carta Carlo
Ringraziamenti a tutto il personale dell'Hospice
A tutto il personale del reparto Hospice Maria Chighine - Cure Palliative del Policlinico San Martino di Genova - 4° piano reparto Maragliano.
Vi ringraziamo con tutto il cuore per le cure sollecite e premurose che avete dimostrato verso la nostra cara Lidia e per il supporto costante e attento verso la nostra famiglia in questo momento difficile.
Il vostro lavoro così prezioso e ricco di umanità ci ha commosso e ci ha aperto alla speranza.
Il dolore, infatti, può trovare conforto nel sapere che ci sono persone le quali, in modo silenzioso e generoso, si prodigano per aiutare in modo egregio chi soffre.
Grazie infinite.
Ringraziamenti, ma non solo
Solo pochi giorni, purtroppo, di degenza di mio padre malato terminale, sono sufficienti a ringraziare il personale del reparto della premura e della gentilezza, la psicologa e i Braccialetti Bianchi, angeli di corsia. Tutte persone che mi hanno fatto sentire accolta e che meritano la mia riconoscenza. Non così il primario, che si è mostrato con me una persona con assenza empatia ed ha avuto un atteggiamento presupponente ed emotivamente aggressivo. Mi ha fatto provare una sensazione di colpevolezza ed inadeguatezza con un comportamento a tutti gli effetti sterile al fine dell'elaborazione di un lutto. Anche perché trattare i parenti con manifesta superiorità non aiuta a far sì che accompagnino il morente con serenità.
Il personale, la forza del reparto
A parte il primario che ti fa le condoglianze appena entri senza nemmeno mai vedere il paziente, piuttosto basandosi sulla cartella clinica, spero, e universalizzando la tecnica di approccio per rendere consapevoli i parenti che lì dentro si va a morire, il personale è qualificato è molto competente e, insieme ai braccialetti bianchi, sono la forza del reparto. Dio benedica loro è tutta la gente dotata di cuore.
Grazie
Sento anche io di ringraziare gli operatori e i professionisti del reparto Hospice del policlinico; medici, infermieri, assistenti e collaboratori tutti, compresi i volontari dei Braccialetti bianchi. Mio papà è stato ricoverato in fase terminale, affetto da un feroce carcinoma, ha trovato un ambiente e personale accogliente e preparato in modo eccellente. Il lavoro e la dedizione di tutti lo hanno sollevato dalle sofferenze dei suoi ultimi giorni, Non ci sono parole per definire la gratitudine nei confronti di tutto il reparto che unisce la professionalità e la passione per un lavoro davvero, davvero difficile. Grazie di cuore.
Esperienza positiva
Mia madre e' stata ricoverata presso l'Hospice del Maragliano per oltre 50 giorni in seguito alle complicanze di un intervento di mastectomia per carcinoma mammario.
Contrariamente ai giudizi sotto espressi, circa i quali non mi permetto di obbiettare, mi limito a riferire quella che e' stata la nostra esperienza. L'assistenza prestata fino alla fine e' stata, a mio avviso, di prim'ordine. Il trattamento farmacologico ha preservato mia madre da sofferenze difficilmente tollerabili. Mai ho riscontrato carenze sul piano professionale da parte di medici e paramedici, costantemente presenti ed attenti ad ogni aspetto del trattamento, incluso l'aspetto psicologico ed umano. Encomiabile il supporto da parte dei volontari " Braccialetti bianchi " sempre disponibili a confortare e coadiuvare il personale ad esempio durante la somministrazione dei pasti per gli impossibilitati a nutrirsi autonomamente. Mai ci siamo sentiti soli o prevaricati da scelte cliniche discutibili.
Ritengo pertanto che mia madre sia stata accompagnata con simpatia, dignità e amore fino al termine del percorso e di questo saro' sempre grato a tutto il personale sanitario e volontario.
Giampaolo Delucchi
UN'ESPERIENZA TRAUMATICA
In questo luogo vige il totem- divinità- PROTOCOLLO stabilito in modo ferreo dal primario, con il quale mi sono trovata MALISSIMO, MALISSIMO, per la sua incapacità di ascoltare i parenti dei pazienti e modo perentorio di comunicare e imporre le sue decisioni mediche a persone duramente provate dalla sofferenza, senza alcuna delicatezza (a mia madre in coma vigile è stata non solo negata l'alimentazione parenterale ma, ciò che è assai più grave a mio parere, anche l'idratazione endovena, e ho ritenuto questo eticamente inaccettabile e assai discutibile, anche perché mia madre non sarebbe mai stata d'accordo). Se lo avessi saputo prima, se mi avessero informata compiutamente prima, se i medici che mi hanno convinta a portarla in Hospice mi avessero detto la verità, se non mi fossi fidata di loro, GIAMMAI avrei portato mia madre in Hospice, MAI.
La mia esperienza è negativa al massimo, mi pento mille volte di aver portata mia madre in questa struttura e dovrò convivere per tutta la vita con questo scrupolo di coscienza e trauma.
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