Centro Riabilitativo di Ceglie Messapica
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Ringraziamento al San Raffaele
Dopo nove mesi, mio marito Angelo M. esce dal San Raffaele con le sue gambe grazie a tutti i dottori, agli infermieri ed alla terapista Angela Nucci.
Ringraziamenti
Esperienza più che positiva. Ambiente familiare, personale professionalmente preparato che presta assistenza al paziente con sensibilità e vicinanza. Lascio l'ospedale con immensa gratitudine verso i dottori che non hanno mai risparmiato spiegazioni chiare e puntuali.
Un sentito grazie agli infermieri, ai fisioterapisti e a tutto il personale che ha operato con pazienza e dedizione, dandomi coraggio e fiducia nei momenti più difficili.
Ricovero in degenza per trauma midollare
Scrivo a nome di mia mamma Rossano Chiara, ricoverata al San Raffaele - corsia A - a causa di un incidente stradale.
Grazie al trattamento riabilitativo fatto con professionalità ed umanità, mia mamma ha raggiunto risultati insperati, la cura, l'assistenza e la pulizia messe in atto dal personale della corsia A, le hanno consentito una degenza serena e anche piena di attenzioni, nonostante il suo carattere non facilissimo e volitivo.
Ricovero di mia madre
Mia madre è stata quattro mesi ricoverata in questa struttura, dove non c'è stato alcun miglioramento.
E' uscita denutrita, disidratata, in condizioni igieniche deplorevoli, con diverse piaghe da decubito.
Riabilitazione post Covid
Il mio compagno è entrato per riabilitazione polmonare e muscolare post Covid ed è uscito morto dopo solo 3 giorni di recupero. Dal momento che è entrato non ho potuto più vederlo, solo per videochiamate che mi faceva lui stesso. Impossibile parlare con i dottori, il mio compagno mi chiamava ogni mezz’ora chiedendo aiuto, pulivano i suoi bisogni dopo 2-3 ore perché chiamavano noi che sollecitassimo che andasse una infermiera. Il peggio però è che per 2 giorni mi ha chiamata dicendo che non riusciva a respirare, ma che gli infermieri rispondevano che era un tipo ansioso. Il mio compagno ha iniziato a sentirsi male verso le 6.00 di pomeriggio con febbre, mancanza di respiro e battiti cardiaci a 139. Lo hanno curato solo con gocce per calmarlo. Ultima videochiamata a mia cognata alle 4.00 di mattina, dove lui stava molto male. E' poi morto alle 5.00 di mattina per arresto cardiaco. Dopo ore di sofferenza. E senza che nessuno si rendesse conto che stava in arresto cardiaco. Ho tutti i messaggi del mio compagno sul telefono e cercherò giustizia per lui.
Riabilitazione
Il paziente all'ingresso della struttura era in condizioni molto migliori che all'uscita.
I pazienti vengono abbandonati e poco curati. Non consiglio il ricovero, ormai le ASL offrono terapie domiciliari di gran lunga migliori.
ECCELLENZA IN PUGLIA
Sono entrata in questa struttura per circa due mesi con una diagnosi di "Sindrome di Guillain Barrè".
Quando sono entrata non riuscivo a camminare ed ero psicologicamente distrutta. Sin da subito sono stata accolta dal personale medico che ha prontamente impostato un programma riabilitativo e mi mi ha sostenuto sin dai primi giorni. Con il sostegno dei medici, dei fisioterapisti e di tutto il personale, ho progressivamente raggiunto miglioramenti insperati. Competenza e professionalità contraddistinguono questa struttura che non finirò mai di ringraziare.
Ottimo servizio in generale
Dopo l'intervento di sostituzione dell'anca sinistra con protesi, effettuato presso l'ospedale di Brindisi, sono giunto in questa struttura per la riabilitazione motoria, trovando un ottimo staff sotto tutti i punti di vista.
Figlia di paziente
Il mio papà è entrato il 3 di novembre di quest'anno 2021, ricordo ancora quel giorno in cui l'ho accompagnato, dietro all'ambulanza. L'accoglienza è stata sin da subito deludente.
A causa del Covid ha dovuto fare 20 giorni di isolamento, nonostante avesse ripetuto l'ultimo tampone Covid (negativo) il giorno prima presso l'ospedale Perrino, dove era ricoverato per ictus. Non volevano nemmeno che gli lasciassi il telefono per poter comunicare con lui.. Il caposala e il medico della corsia mi hanno incontrato dopo circa due ore di attesa nel giardino. Il caposala mi disse che non serviva il telefono perché ci avrebbero contattato loro, anzi, addirittura mi disse che ogni settimana si sarebbero fatte le videochiamate con il loro tablet. Ecco, questo non è mai avvenuto. Dopo più di un mese e mezzo, sotto mia insistenza telefonica, ho chiesto chiarimenti e si sono giustificati dicendo che avevano problemi di connessione .Il mio papà aveva un emiparesi sinistra e problemi di linguaggio (disartria), quindi poverino da solo non riusciva a prendere il telefono e a chiamare, ma più giorni passavano e meno informazioni ci davano. Quando facevamo le videochiamate con il suo telefono, lo vedevamo male, con la barba incolta, denti sporchi, viso e mani sporchissimi, praticamente gli facevano solo il bidet. Lui piangeva tanto, ogni giorno ci supplicava affinché chiedessimo agli oss o agli infermieri di fargli la barba e di lavarlo. Tutto questo è accaduto nella corsia D e nella C. Per poter chiedere informazioni ai medici sul suo stato di salute, ero sempre io a fare decine di telefonate o al reparto, oppure al CUP. Le cose sono cambiate un pochino solo quando è passato nella corsia A, ma sempre solo - e ripeto "solo" - quando chiamavamo noi tante e tante di quelle volte che non si possono immaginare. To ero intenzionata a firmare le dimissioni prima del termine, poi mi contattò il primario della corsia, promettendomi che le cose sarebbero cambiate. Io mi sono fidata di lui, però il risultato è stato che mio padre è deceduto il due di febbraio, quando mancava un mese alla dimissione. Ci hanno detto che ha avuto un arresto cardiaco. La cosa più atroce è stata che a comunicarci del malore di mio padre è stato un degente della stanza; allora io mi sono allarmata e ho provato a chiamare in reparto, ma nessuno mi rispondeva. Allora ho chiamato al CUP e mi hanno detto di non allarmarmi, che di sicuro non era accaduto nulla di grave, altrimenti mi avrebbero contattato loro. Ecco, dopo circa due ore e mezzo di attesa ho riprovato in reparto e mi hanno finalmente passato il medico di guardia, il quale mi ha comunicato il decesso di papà. E' disumano tutto questo, non lo auguro a nessuno, addirittura tre giorni prima il medico della sua corsia mi disse che papà oramai era in via di guarigione, mi disse solo notizie positive. So che per tutto il periodo di degenza non è mai stato fatto un eco cardio, né una consulenza cardiologica. Posso solo dire che il papà in quei mesi ha perso la sua dignità, piangeva ogni giorno per poter essere lavato, e poterci vedere non ci è mai stato concesso nemmeno attraverso una finestra, nemmeno il giorno di Natale, nonostante io sia un sanitario con tampone Covid ripetuto ogni tre giorni e addirittura anche vaccinata.. Ho sempre chiesto il permesso di poterlo vedere anche a distanza, ma non mi è stato mai concesso. Il mio papà era una persona buonissima, aveva settant'anni, non aveva nessuna patologia, è stato colpito da ictus dopo un intervento di protesi dell'anca e alla fine se ne è andato in questo centro.
Maria Cosima Errico
Deludente competenza medica San Raffaele
Con queste poche righe e con grande umiltà vorrei raccontare la mia esperienza al San Raffaele per essere magari di aiuto a qualcuno che trovandosi in difficoltà come me ha bisogno di valutare e scegliere strutture per la cura della propria persona.
Il 18 settembre ha avuto inizio il mio periodo di degenza al San Raffaele di Ceglie Messapica. Dopo aver subìto una serie di interventi fuori porta, il mio recupero fisico dipendeva da un accurata fase di riabilitazione e fisioterapia…
Da subito un’ottima accoglienza, una struttura eccellente, nuova e pulita, ma ahimè non posso fare a meno di dichiarare a grandi lettere la mia grande delusione nel riscontrare una poca preparazione e specializzazione dei medici non adatte al ruolo che di fatto esercitano, e che oltretutto nel mio caso non sono stati in grado di intervenire in emergenza.
Superficialità nel diagnosticare e nel valutare sintomatologie del paziente. Dopo giorni di lamenti per dolori alle gambe, si sono accorti troppo tardi che la mia gamba, per la non buona circolazione, era andata in trombosi.
Ho aspettato 25 giorni su 45 per un ecodoppler, che di fatto ha riscontrato una pressione irregolare.
Per non parlare di una pillola somministrata che una volta assunta mi ha procurato uno shock anafilattico, gestito da loro con poca professionalità tanto da richiedere l'intervento di un medico esterno.
Una cosa però importante e necessaria da dire è il grande operato, la grande disponibilità e professionalità delle infermiere, che si assumono compiti e responsabilità al di fuori di quello che in realtà compete loro. Sono meravigliose... e sono proprio loro che fanno la differenza in positivo. Il mio ringraziamento va solo a loro. Grazie a Maria Palmisano, Antonio Contestabile, Gioia Patisso, Mina Argentiero, Maria Carmela Cito, Marika Maldarella, Tonia Caliolo, Madia De Carlo e Serena Demitri. Un sentito Grazie va anche alle fisioterapiste, soprattutto a Domenica (la brunetta).
E per ultimo, ma non per importanza, segnalo la scarsa qualità della mensa, che in una struttura così dovrebbe eccellere, ma che in realtà è a dir poco pessima.
Nella speranza di aver dato un mio valido contributo …Saluto quanti leggeranno queste mie parole.
Claudia Alfarano
La mia fortuna... essere nelle loro mani
Sono arrivato in clinica a causa di una grave malattia che mi ha reso tetraplegico, praticamente muovevo solo la testa e parlavo. E' stato un momento molto difficile della mia vita, trovarsi dalla sera alla mattina dipendere al 100% dagli altri. Tutto il personale della corsia A mi è stato molto vicino in tutto e per tutto, soprattutto psicologicamente con grande professionalità e dedizione ad affrontare questo particolare momento della mia vita.
In particolare vorrei sottolineare il lavoro prezioso svolto dalla mia fisioterapista Stefania (il mio angelo CUSTODE) che ha lavorato tanto al mio fianco per iniziare il cammino verso la guarigione.
Ringrazio anche tutto il personale medico, il Primario, tutto lo staff della palestra centrale, in particolare Angela e Domenica e l'assistente sociale.
Purtroppo, per motivi che dipendono dal servizio sanitario regionale, mal gestito, non vicino alle esigenze dei malati, sono stato costretto ad abbandonare questa struttura e continuare il mio percorso in un'altra struttura molto lontano dai miei affetti.
Vorrei conclude con un paradosso della vita: grazie alla mia malattia ho avuto il piacere di conoscere il San Raffaele di Ceglie, che non dimenticherò mai e dove mi hanno fatto sentire di essere orgoglioso di essere pugliese.
Grazie di vero cuore.
Dopo 1 mese me ne sono andato
Dovevo stare qui 2 mesi, avendo avuto un ictus e una disfagia non riuscivo a deglutire, mangiavo e bevevo solo con sondino naso gastrico. Dopo 1 mese me ne sono andato via avendo perso 11 kg. Bastava informarsi su nuove tecniche e alimenti per questo tipo di deficit. Assente il personale medico. Un grazie ai fisioterapisti molto professionali. Corsia A: gestione da rivedere.
Eccelle, a eccezion fatte!
La struttura è d'eccellenza, la struttura appunto. Alte le aspettative, personale infermieristico e para-infermieristico (corsia C, eccezion fatta per qualche mosca bianca) poco verosimilmente stressato e più attento a rispettare le proprie conversazioni e i giochetti al cellulare, durante le innumerevoli pause, che i reali bisogni dei pazienti. Una vera nota dolens per una realtà così di nicchia e delicata date le patologie e i soggetti da assistere. Encomio pieno va alle fisioterapiste della palestrina, il resto (de)cade nella media, anzi, nel medio-basso! C'è tanta gente fuori, qualificata e volenterosa di lavorare, peccato che siamo - come sempre - nell'Italia dell'inefficienza e della raccomandazione facile.
Buono il centro ma....
Ricoverata 4 anni fa nel reparto mielolesi per una temporanea disabilità, non sono mai stata visitata da un neurologo pur essendo i miei esiti di grave patologia neurologica. In un mese di pessima degenza, sono stata solo visitata da una psicologa e ho fatto un EEG con personale poco qualificato.... I fisioterapisti preparati si contavano sulle dita di una mano. Infermieri disattenti, a volte mi è stata sbagliata la somministrazione delle compresse previste e stabilite dall'ospedale da cui ero stata dimessa. Responsabile medico di corsia scarsamente preparato. Se non fosse stato per una sola terapista che ha sostituito per qualche giorno quella assegnatami, sarei ancora là..
Me ne sono andata via dopo un mese.
Struttura ottima!
Ho avuto modo di conoscere il centro a causa di un genitore affetto da una grave tetraplegia flaccida. Il paziente, ricoverato nel reparto sub-intensiva, era seguito e controllato; personale infermieristico gentile e disponibile (tranne qualche infermiera che aveva poca voglia di lavorare), molto dolce e soprattutto qualificato. Il personale medico eccezionale, a partire dal direttore sanitario, al dottore Resta, la dottoressa Marzano, e tutti i medici presenti in reparto! Presenti, disponibili e attenti nei 3 mesi di permanenza e, anche se c'erano pochissime speranze, hanno dimostrato di fare tutto il possibile. Per quanto mi riguarda, ho trovato un centro d'eccellenza con uno staff da fare invidia alla maggior parte delle strutture del sud italia!
FISIOTERAPIA
Io sono un paraplegico di Bari e sono 3 anni che non sono chiamato a Ceglie; ma so che state chiamando gli extra regionali.... e noi? Non potete fare pressione alla Regione Puglia... A casa stiamo diventando dei tronchi senza la fisioterapia mirata per i mielolesi.
DISTINTI SALUTI.
Dott. Navarro
Ottima struttura, tutti bravi, specialmente il dottor Jeorge Navarro Solano.
Un centro ottimo
E' veramente un centro ottimo, con professionisti validissimi e dirigenti medici competenti. Nel mio caso hanno effettuato un trattamento agli arti inferiori e superiori che mi ha permesso quasi di rinascere; davvero, stavo da dio. Mi ha seguito la dottoressa Marzano, che sentitamente ringrazio.
riassunto ciclo riabilitazione
IL MIO COMMENTO IN GENERALE E' POSITIVO, MA IL MIO RAMMARICO E' CHE POTREBBE FUNZIONARE MOLTO MA MOLTO MEGLIO. PURTROPPO I FONDI PER LA SANITA' SONO QUELLI CHE SONO. RIVOLGENDOMI ALLA DIREZIONE DEL S.RAFFAELE DI CEGLIE MESSAPICA, CHIEDO CHE SE C'E' LA POSSIBILITA' DI MIGLIORARE IN GENERALE, PER ESEMPIO ATTREZZATURE NUOVE NELLE PALESTRE E SICUREZZA IN PISCINA (PAVIMENTO ANTISCIVOLO) PER I PAZIENTI.
CHE SI FACCIA. GRAZIE. FACCIAMOLA DIVENTARE ANCORA DI PIU' UN CENTRO DI ECCELLENZA QUESTA STRUTTURA ANCHE NELLE PICCOLE COSE.
DISTINTI SALUTI.
da non sottovalutare anche il prezioso lavoro degli infermieri e ausiliari.
LA STRUTTURA OSPEDALIERA CON I SUOI SPAZI INTERNI MA SOPRATTUTTO ESTERNI, CHEPERMETTE AL PAZIENTE DI MUOVERSI CON DISINVOLTURA E LIBERTA'.
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