Cardiochirurgia San Filippo Neri
Recensioni dei pazienti
28 recensioni
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Ottima esperienza
Ottimo reparto. personalmente ho trovato un medico semplice nel comportamento, chiaro nelle spiegazioni, bravo e competente nel lavoro.
Assoluta eccellenza
Ricoverato d'urgenza la sera proveniente da una coronarografia disastrosa (ma non infartuato), mi hanno scarrozzato il giorno dopo per tutti i reparti per i molti esami necessari, con buona organizzazione e rapidità. La sera, il cardiochirurgo prima e l'anestesiologa poi, mi hanno spiegato tutto ciò che mi aspettava nei giorni successivi, con grande disponibilità e pazienza e, soprattutto in maniera molto rassicurante, pur senza nascondermi i rischi oggettivi di un'operazione del genere. Anche gli infermieri hanno avuto lo stesso tono pacato, consapevole e rassicurante.
Tutto, nella preparazione, si è svolto come descritto, ed io ho affrontato l'intervento con grandissima serenità ed avendo bene in mente quelle due o tre cose che dovevo fare per collaborare al meglio.
L'anestesista, l'unica che, naturalmente, ricordo all'opera, è stata fantastica: mano leggerissima (avevo le arterie devastate dalla coronarografia) e continua comunicazione per accertarsi di non farmi male.
Il risveglio in terapia intensiva è stato molto positivo: il reparto è organizzato con i massimi standard di organizzazione e pulizia. Solo è noiosissimo. magari una televisione, anche senza volume, aiuterebbe a trascorrere ore interminabili di attesa.
L'intervento è andato benissimo, ed anche le cicatrici sono minime. Nel periodo post intensivo i tre-quattro giorni in reparto sono stati rilassanti, con un'assistenza infermieristica e medica sempre di ottimo livello e amichevole.
Uscita senza complicazioni.
La cartella clinica rilasciata dall'ospedale è molto corposa ed esauriente, ed è stata apprezzata per il suo ordine dai medici che successivamente l'hanno consultata.
L'operazione è andata benissimo.
Ringraziamentol
A fine gennaio 2008 la cardiochirurgia del S.Filippo Neri, per mano del dr. Alberto Costantino, mi ha ridato la vita.. Oggi 13 febbraio 2015, in perfetta salute, continuo a pregare per loro.
Reparto cardiochirurgia
Sono stati tutti speciali, dall'anestesista dott. Bocci, al cardiochirurgo dott. Cini. Complimenti e grazie.
Ringraziamento a tutto lo staff di cardiochirugia
Il reparto di cardiochirurgia funziona bene, l'assistenza è buona specialmente in terapia intensiva; gli infermieri sono tutti competenti e professionalmente esperti.
RINGRAZIAMENTO SPECIALE AL PROF. CAMPANELLA
Sono Alessandro, operato il 30/7/2013, volevo esprimere il mio sentito ringraziamento al professor Ciro Campanella, alla sua equipe chirurgica, infermieri e personale del San Filippo Neri, per l'ottimo lavoro eseguito con competenza e professionalità.
Operata al San Filippo Neri
Avevo solo 27 anni e da un giorno all'altro mi viene riscontrata la stenosi mitralica, che sicuramente avevo già da tempo. Sono stata operata il 2 novembre del 1984 dal dott. Bianchi Giuseppe, poi primario al San Giovanni di chirurgia vascolare, dal dott. Di Cintio Vincenzo, ora primario al Pertini, e dal dott. Reedy Francis, ora primario al San Giovanni. Attualmente sono tutti chirurghi vascolari, infatti all'epoca il reparto era cardiochirurgia e chirurgia vascolare. Che dire sulla professionalità dei medici, sulla competenza e sull'umanità? Noto con piacere che alcuni dei medici di allora sono rimasti, il dott. Alberto Costantino, il dottor Loiacono, il dott. Sordini, il dottor Gallo, ho letto tante note positive su questi medici, e li ricordo giovani giovani, ma evidentemente capaci visto che ancora sono presenti in questo ospedale. Lo stesso dico di coloro che poi hanno scelto la chirurgia vascolare. Io attualmente sto bene, anche se mi avevano detto che dopo 10 anni mi sarei dovuta rioperare e di anni ne sono passati circa 30; è chiaro che la cardiopatia mitralica è andata avanti, ma in modo leggerissimo, e non è ancora arrivato il momento di sostituire la valvola. Un grazie di cuore va al dott. Reedy, che ancora mi sopporta.
GRAZIE DOTT.RI CAMPANELLA, LEONARDI, MADARO
Ho 68 anni compiuti. Sono stato operato il 29/10/2012 dal prof.re Ciro Campanella coadiuvato dai dott.ri Leonardi e Madaro ed dall'anestesista dott.ssa Mioni. L'intervento è stato: rivascolarizzazione miocardica con vena mammaria e vena safena, plastica mitralica e posizionamento anello C.E.n.34. Un sentito ringraziamento (è il caso proprio di dirlo... di vero cuore) al professore ed a tutta la sua equipe. Ritengo che il reparto che il professore dirige andrebbe strutturalmente migliorato, onde facilitare il lavoro di questi restauratori della salute. Ancora un grazie a tutti.
+ duplice by pass aortocoronarico.
UN PAZIENTE RICONOSCENTE
E pensare che non ho mai creduto ai miracoli...
Sono stato trasferito d'urgenza in questo ospedale in quanto, a seguito di due infarti, le mie condizioni cardiache non lasciavano spazio ad illusioni. Sono stato operato dal Dott. Roberto Cini il 18 aprile 2012 ed è grazie a lui e tutta l'equipe del Prof. Ciro Campanella che oggi sono vivo e posso sognare e fare ancora progetti.
Voglio testimoniare non solo le indiscutibili capacità professionali, ma anche il pregevole sostegno emotivo dimostrato sia per noi pazienti, sia per i nostri cari, che con grande apprensione temevano per la nostra vita.
Un sentito Grazie da parte mia a tutti con il cuore...
FANTASTICI TUTTI
11 Settembre...
Sapevamo già che non era una data come le altre, ma...
è l'11 settembre del 2012 che mio padre (78 anni!) viene sottoposto ad un importante intervento al cuore.
Viene operato dal primario, il Prof. Ciro Campanella.
E' a lui che diremo sempre grazie...
Ma è assolutamente doveroso estendere il ringraziamento a tutto il reparto, dalle infermiere e gli infermieri tutti, nonchè a tutti medici del reparto, che hanno fatto tutto ciò che c'era da fare con competenza, umanità e professionalità: sono stati e sono dei grandi. GRAZIE.
Vederli ora in TV manifestare la prevista chiusura del NOSTRO reparto mi ha generato sconforto e delusione...
Se c'è da fare qualcosa... come possiamo aiutarli?
Ringraziamento prof. Campanella e staff tutto
Mio padre è stato ricoverato lo scorso maggio. La sera dopo il suo arrivo in ospedale una dottoressa dell'Utic, insospettata dalle analisi, richiedeva un controllo urgente; dal controllo è emerso che aveva un aneurisma all'orta toracica.
Il 23/05 è stato operato, l'intervento è durato più di 10 interminabili ore, ogni 2 ore circa ci dicevano come procedeva l'intervento.
Dopo le interminabili ore è uscito il prof. Campanella, che ci comunicava che l'intervento era riuscito alla perfezione (intervento extra corporeo), il cuore di mio padre aveva ripreso a battere e lui reagiva bene.
Il giorno seguente ci è stata data la possibilità di vederlo e di "parlarci", è stato un momento indimenticabile, dopo tutte le ore di intervento, appena entrati nella stanzetta mio padre era riuscito a tirarsi su con forza dal letto, tanto era felice di vederci e noi di vedere lui.
Purtroppo la mattina alle 03.00 ci è arrivata la telefonata dell'ospedale che ci comunicava che le condizioni erano peggiorate, appena arrivati (viviamo a 80 km. di distanza), ci è crollato il mondo addosso, il mio adorato papà non aveva superato il post intervento.
Vi ho raccontato la breve storia di mio padre perchè ne approfitto per ringraziare tutti i medici e infermieri dell'UTIC e del reparto rianimazione cardiochirurgica, nonchè il prof. Campanella per la sua professionalità e umanità.
Purtroppo il mio papà non c'è più, però continuerò a dire e a raccontare che in quei tristi giorni di ricovero mio padre ha incontrato veri professionisti (sia medici che infermieri) che gli sono stati accanto, lo hanno aiutato a superare le paure (era molto, molto pauroso); persone che svolgono il loro dovere non solo per i "soldi", ma anche per passione.
Grazie di nuovo a tutti.
10,100,1000 dottori come Rocco Gallo, Madaro, Cini
A 45 anni un giorno come tanti, ti svegli e fai le cose di sempre non immaginando mai di salutare tuo figlio di 9 anni che va a scuola e rischiare appena mezz'ora dopo di non rivederlo mai più! Accadde questo, precisamente il 16 aprile del 2010, in una mattina come tante, in seguito ad un leggero bruciore alla spalla sinistra (di solito avevo sentito che un infarto si avverte da un bruciore di stomaco, dolore al braccio, al petto ecc...); non mi sfiorò nemmeno un'istante che potesse essere l'infarto, ma la fortuna volle che ebbi una illuminazione "dall'alto": quella di farmi accompagnare precauzionalmente da mia moglie ad un piccolo ospedale vicino casa mia. Per fortuna, in quanto da li a pochi minuti, quando già ero in macchina cominciò a girare tutto e (è una sensazione indescrivibile) capii però che stavo perdendo la vita! Facemmo in tempo ad arrivare in ospedale e mi fecero subito una puntura (credo eparina) e gli enzimi e dopo molte ore mi fu diagnosticato un infarto in atto e il bisogno di trovare una struttura adeguata per un intervento tempestivo! Fui "catapultato" da una giornata normale all'incubo infernale che poi ho vissuto in questi ultimi due anni. Arrivai in nottata al San Filippo Neri (prima di allora non sapevo nemmeno che ci fosse un ospedale con quel nome) e passai una notte orribile nell'Utic; poi il giorno seguente, in seguito alla coronarografia, si decise per tre bypass coronarici, da fare con urgenza in quanto ero già molto grave! dopo due ore ero in sala operatoria, non sapendo nè cosa mi dovessero fare, nè chi! Quattro giorni dopo ripresi conoscenza in rianimazione ed ero totalmente scioccato del mio stato e del luogo (ho visto morire molti pazienti in quei giorni). Per farla breve, da lì passai alla terapia intensiva: Il Paradiso! Rispetto al resto. Dopo una settimana passai finalmente al reparto e conobbi il grande Rocco Gallo e capii che era stato lui a salvarmi la vita! Il reparto era molto fatiscente e i servizi igienici e la mensa erano schifosamente terribili, ma in compenso, a partire da Gallo, Madaro e tutti gli altri cardiochirurghi e il personale, mi hanno dato quello che in nessun ospedale blasonato si potrà mai ricevere: la professionalità unita alla vera umanità e bontà d'animo! Poi, in conseguenza dell'intervento, mi si è infettata la ferita allo sterno e li è cominciato un inferno vero di due mesi, da non augurare a nessuno; e devo dire grazie alla dottoressa Tocco che alla fine è riuscita a guarirmi e a mandarmi finalmente a casa, dove ho ripreso lentamente a vivere ed oggi sono completamente guarito da tutto, e seguito da un altro grande cardiologo- emodinamico del San Filippo Neri: Vincenzo Pasceri. Questa è stata la più brutta esperienza della mia vita, ma mi ha fatto trovare dei "fratelli" fra i pazienti come me (ne cito solo alcuni: Corrado, Massimo, Luciano, Gianni ed altri con i quali abbiamo molte cose in comune- patologia a parte).
Il mio riconoscimento a grandi persone e medici di prim'ordine: Gallo, Madaro, Cini, Tocco, Pasceri e altri. Grazie mille per tutto e, ogni qualvolta ne avrò la possibilità, testimonierò la vostra professionalità, magari aiutando chi come noi prima dell'intervento, ha una paura del tutto giustificata ma, attraverso le nostre testimonianz,e può avere un pò di fiducia in più. Dieci, cento, mille Gallo!
Bypass coronarico 1998- dott. Sordini
Seguo sempre con attenzione le vicende che riguardano l'ospedale San Filippo Neri, e in modo particolare il reparto di CARDIOCHIRURGIA.
E' UN REPARTO ECCELLENTE SIA NEI MEDICI CHE NEL PERSONALE TUTTO.
Un ringraziamento particolare lo dedico al Dottor Sordini, sono arrivato presso il reparto in condizioni molto critiche, sono stato operato dal dottor SORDINI nel novembre 1998: in lui ho trovato, oltre all'abnegazione e una grande professionalità, anche tanta umanità.
elogio al dott. Sordini e staff
Vorrei esprimere la mia somma gratitudine al Dott. Sordini e a tutti i medici e unità di personale impegnati in sala operatoria, nel settore della terapia intensiva e nel reparto stesso di cardiochirurgia. Sono stato operato nell'aprile 2008. Sto bene e ho ripreso la mia vita, segnata comunque da un'esperienza di forte intensità sia emotiva sia fisica, che aiuta a ponderare il senso stesso della vita. Ancora un GRAZIE a tutti e al Dott. Sordini in particolare.
Stefano Rezzi
Migliorare la gestione e la comunicazione!
Nulla da eccepire sulla qualità dei cardiochirurghi e sulla competenza tecnico-sanitaria della terapia intensiva.
Andrebbe di gran lunga migliorata l'organizzazione generale dei vari reparti e la gestione del paziente e la comunicazione, sia tra i membri stessi del personale che con il paziente ed i propri familiari.
Mio padre è stato preparato per l'intervento, rimandato all'ultimo momento perchè si sono accorti solo la sera alle 20.00 della presenza di una infezione urinaria (da analisi fatte molti giorni prima nell'altro reparto e mai guardate), causata da un catetere vescicale posizionato da 10 giorni e mai rimosso.
Dopo l'intervento, andato per carità perfettamente, è stato dimesso dalla terapia intensiva e, dopo 2 giorni, la mattina alle 7.00 ha avuto bisogno di esser nuovamente portato in terapia intensiva a causa di una "normale fibrillazione atriale".. tutto nella norma secondo i medici, se non fosse che noi familiari non veniamo avvertiti di questo spostamento, scoprendolo solo la sera alle 19.00 quando andandolo a trovare non lo troviamo nel suo letto, ed al suo posto c'era un'altra persona. Non una parola di scuse... senza considerare gli 80 km. di distanza da casa nostra all'ospedale.
Anche la dimissione è stata gestita in maniera alquanto scadente, causando enormi problemi logistici sia a mio padre stesso che a noi familiari.
REPARTO ECCELLENTE SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA
Mi chiamo Renato, ho 46 anni e mi sono ricoverato il 14 luglio 2011 per dolori al petto, decidono subito coronarografia preventiva per vedere se fosse possibile angioplastica: nulla da fare, le ostruzioni erano molteplici e si decise per il by-pass. Il 15 luglio a mezzanotte e mezza primo arresto cardiaco di 5 minuti mentre dormivo; gli infermieri intervennero prontamente e attuarono defibrillazione, salvandomi cosi' la la vita. Cosi' si decise per l'intervento d'urgenza il 15 pomeriggio. Sette ore sotto i ferri del Dr. Leonardi, coadiuvato dal Dr. Bocci anestesista. Operazione riuscita. Il 16 luglio, alle 2.00 del mattino, secondo arresto cardiaco di 20 minuti. Ero praticamente morto, ma il personale non desistette con il defibrillatore fino alla riattivazione del mio cuore alle 2.20 del mattino. Alle 4.00 del mattino rientrai in camera operatoria per l'asportazione di due ematomi sottocutanei fatta dal dr. Loiaconi. Intervento riuscito. Sono rimasto 4 giorni in terapia intensiva cardio-chirurgica, assistito al 100%, notte e giorno, dal personale infermieristico coordinato dalla integerrima caposala Lina. Poi 10 giorni in terapia intensiva coronarica, anche li' assistito notte giorno da infermieri e da dottori assolutamente encomiabili (Dr. Amir Kol per esempio).
Mi hanno salvato la vita.
Saro' loro eternamente riconoscente.
applicazione di doppio by-pass aorto-coronarico con utilizzo delle arterie mammarie.
Elogio ai dottori Cini e Madaro
Vorrei lanciare attraverso questo sito un sentito ringraziamento ad un modello di Sanità che nel Lazio funziona e lavora secondo i principi dell'etica e nel pieno rispetto del giuramento di IPPOCRATE. La nostra riconoscenza va al reparto di CARDIOCHIRURGIA ed in particolare al Dott. Roberto Cini, al dott. Pasquale Madaro e a tutta l'Equipe, per il grande e amorevole impegno profuso verso il caso di mia figlia Loredana, essendo stata sottoposta ad un delicatissimo intervento chirurgico al cuore.
Grazie ancora, Famiglia Vittorio De Sorbo.
Non credevo tanto, grazie Dr. Loiaconi
L'undici di Maggio del 2011 a Roma Tutti aspettavano l'evento terremoto (che per fortuna non è arrivato), ma io nel mio piccolo purtroppo ho avuto l'evento sismico. Alle 4,45 del 11/5/2011 insieme al suono della sveglia, un leggero dolore alla scapola di destra mi accompagnava al risveglio; con il passare dei minuti il dolore si spostava alla scapola di sinistra. Non convinto di questa situazione, sveglio mia moglie e mio figlio e mi faccio accompagnare al pronto soccorso del San Filippo e da quel momento gli eventi si rincorrono e si accavallano, tanto che intorno alle 08.00, dopo gli esami di routine, mi trasferiscono in UTIC. il giorno dopo, dopo aver effettuato la coronarografia, decidono di trasferirmi al reparto di Cardiochirurgia. Dopo tre giorni mi hanno operato e in data 26 Maggio sono stato dimesso.
Voglio ringraziare tutti, dal portantino al primario, lo staff medico è sempre stato pronto a spiegazioni esaustive a tutte le domande che gli venivano rivolte, sia da parte mia che dei miei familiari, in qualsiasi momento della giornata. Un ringraziamento particolare al Dott. Loiaconi, il Cardio-chirurgo che ha effettuato l'intervento.
Inoltre mi sono lasciato per ultimo un grazie di cuore a tutto il personale del reparto di Terapia Intensiva Coronarica per la loro professionalità e umanità.
I MIEI ANGELI
Manca il supporto psicologico prima e dopo. Per il resto sono stati i miei angeli, sia a livello umano che professionale.
GRAZIE DI ESISTERE
Ho 49 anni e mai mi sarei aspettato di trovarmi il 26 di giugno 2009 ad affrontare quello di cuic a volte si sente parlare, "La Grande luce Bianca", e risvegliarsi pensando che attorno a te ci siano gli Angeli. No, non è tanto per me, ma quanto hanno fatto per mia moglie tutti i dottori, infermieri ed assistenti, che si sono prodigati a sostenere il morale di lei. Quando sei infermo tra tubi e dolori puoi solo che chiedere se per favore ti aiutano, non sei solo, non hai diritto di esclusiva in questi reparti UTIC - Rianimazione - Reparto Cardiologia- devi solo che ringraziare perchè è grazie al loro impegno costante e continuo che ti permettono di riabbracciare i tuoi cari.
la strada per il "paradiso"
Mi chiamo Placido Brozzi, detto Giorgio. Sono nato nel ’37 alla Balduina dove, da tempi antichi, la mia famiglia ha gestito un’osteria, poi con me un ristorante, fino ai giorni della mia malattia. Adesso, il locale è affittato a dei cinesi. Ora vivo in un meraviglioso paese, Bassano Romano, in provincia di Viterbo. Ambisco a fare il gentiluomo di campagna, ma non sempre mi riesce. Una notte di quindici anni fa, sono stato svegliato da un leggero bruciore allo stomaco. Ho chiamato il mio rarissimo amico Nanni, medico otorino, che mi ha consigliato di recarci alla struttura ospedaliera più vicina, dove mi è stato diagnosticato un infarto miocardico in sede inferiore laterale. Dopo 12 giorni di cure in ospedale, sono tornato a casa, in compagnia dei miei bruciori di stomaco, per i quali, durante le visite di controllo, mi è stato suggerito di rivolgermi ad un gastroenterologo. Dal punto di vista cardiologico sembrava fosse tutto a posto. Almeno questo mi è stato detto dagli specialisti che ho incontrato ed ai quali, nelle nostre conversazioni, avevo chiesto se non fosse il caso di sottopormi ad una coronografia. All’opportunità di fare questo esame mi avevo fatto pensare l’esperienza vissuta precedentemente da un mio amico. “È un esame pericoloso e non ce ne è bisogno”, mi è stato risposto. Fatte visite ed esami specialistici di altro tipo, mi sono stati diagnosticati un’ernia iatale, esofagite da reflusso e via dicendo. Tutto questo lo scrivo senza intenzioni polemiche. I medici che ho incontrato in questi anni li ringrazio, convinto che abbiano fatto il loro lavoro in coscienza e buona fede. Lo scrivo perché il racconto della mia esperienza possa servire a persone che si trovano nelle mie stesse condizioni. A queste persone consiglio di rivolgersi, senza perdere tempo, ad un centro specialistico, come ho fatto io con 15 anni di ritardo. Stanco di questo dolore, che negli anni è aumentato di intensità, e delle varie gastroscopie, endoscopie, scintigrafie, ecocardiogrammi in libertà e sottosforzo, ho chiesto al mio medico di famiglia di prescrivermi una visita cardiologica. “Beh, a questo punto”- mi ha detto il mio medico- “penso sia una buona idea”. Praticamente è successo quello che succede quando si va da un avvocato o dal commercialista: bisogna sempre suggerire qualcosa. Con la prescrizione per un visita specialistica, mi sono rivolto ad un cardiologo, fuori dal “giro”, il quale ha confermato che per eliminare possibili dubbi sulla natura di quel dolore sarebbe stato effettivamente utile fare una coronografia. In un giorno di giugno, munito della richiesta medica per una coronografia, e spinto da non so esattamente cosa- sarà forse stato il mio inconscio!?-, invece di andare in macchina, ho preso il treno fino all’ospedale San Filippo Neri, di Roma. Arrivato, mi sono rivolto all’ufficio preposto e il medico che mi ha visto, dopo aver confermato la necessità di una coronografia, mi ha invitato ad aspettare che mi chiamassero per effettuare l’esame. Il 4 giugno sono stato ricoverato presso il reparto di Cardiologia. Dopo qualche giorno uscendo dalla sala di emodinamica, ho incontrato un signore dalla barba e dai capelli bianchi (il cardiochirurgo di guardia), il quale, in modo molto simpatico e rassicurante, mi ha comunicato che avevo bisogno di un intervento di bypass aortocoronarico, poi eseguito il 18 giugno. Nell’immediato non mi sono reso ben conto della mia condizione, ma posso dire con certezza di aver avuto la sensazione di trovarmi in “paradiso”. Sarà stata l’emozione della notizia inaspettata, ma è questo che ho avvertito e il ricordo di quel momento e del mio medico “traghettatore” lo porto con me. Da allora provo a raccontare questa mia esperienza anzitutto per ringraziare tutti, indistintamente, dal primario all’ausiliaria. È per questo che non faccio nomi, ma dico grazie a tutto il reparto. Sin dal momento in cui mi sono risvegliato dopo l’intervento, nella sala di terapia intensiva, dove quella sensazione è tornata, sento l’esigenza di questo ringraziamento pubblico, al quale sono spinto da ricordi nitidi di quello che ho vissuto. Serbo il ricordo chiaro delle parole dell’anestesista, che mi diceva che era andato tutto bene; il ricordo del professore, del quale mi aveva colpito, sin dal nostro primo incontro, l’espressione del viso, un viso che diceva anche quando non usava le parole, e le sue battute molto simpatiche (“Rischi di più a non operarti che ad operarti. Quindi Sali al piano di sopra, che te dovemo operà!”); la dedizione degli infermieri, nella terapia intensiva e nel reparto. Io, che vengo dal mondo del lavoro, non pensavo che si lavorasse così tanto impegno in un ospedale: ogni volta che ho detto “grazie” mi sono sentito rispondere “niente grazie, questo è il mio lavoro”, proprio come accade quando si sente e si porta fino in fondo la responsabilità del compito sociale che siamo chiamati a svolgere. Io non ho il talento dello scrittore, ma voglio provare a scrivere una frase, anche con il rischio che venga fraintesa o potrebbe sembrare egoisticamente banale. Sento un dolore profondo per tutte quelle persone che dall’intervento non si risvegliano, e ciò che mi addolora più della morte e della sua idea, è sapere che il loro mancato risveglio è anche un mancato “appuntamento” con quella sensazione, molto difficile da raccontare, che si sente nel passaggio tra l’intervento e il pieno recupero della coscienza di sé. Tutto molto bello, tantissimo amore, tanta umanità. Non vorrei essere preso per “matto”, ma è un’esperienza da vivere. Dimesso il 25 giugno, sono uscita in punta di piedi dal mio “paradiso”. Non so se sono guarito dalla malattia fisica. Sono nella fase del postoperatorio, ma sento che le cose stanno andando nella direzione di un pieno recupero. Di certo sono guarito da quella malattia sociale che ci vuole indifferenti nei confronti degli altri essere umani, che ci vede a volte sprezzanti nei confronti di persone che studiano, si specializzano, che ricercano e che portano la responsabilità della cura della nostra vita e di salvarla quando questa è in pericolo. Poco importa se in ragione di questa professione alcuni di loro potrebbero diventare anche molto ricchi, perché quando curano, quando operano è la loro umanità che incontri e la loro ricchezza umana è comunque sempre superiore al loro conto in banca. Grazie per questa mia esperienza positiva.
Giorgio Placido Brozzi
GRAZIE PER AVERCI RESTITUITO LA SPERANZA
Mai e poi mai dimenticheremo la giornata passata ieri 26 aprile 2010 in ospedale nel reparto di cardiochirurgia del San Filippo Neri. Mai potremo cancellare l'alternarsi dei sentimenti nei nostri cuori, l'espressione dei nostri volti, lo smarrimento a tratti incontrollabile dei nostri occhi.. davanti a quella porta....quella della camera operatoria. Nel momento in cui si è chiusa, insieme a lei si è chiuso un mondo e se ne è aperto un altro... il mondo della speranza, della paura, del dolore... delle preghiere neanche si sa più a chi. Ognuno di noi con nelle mani un piccolo "qualcosa" a cui attaccarsi... un piccolo pulcino giallo di peluche che Gabriele pochi giorni prima aveva regalato al suo "grande" papà Marino...ore.. ore interminabili nell'attesa del miracolo.. E poi lacrime di gioia infinita... stretti uno all'altro abbiamo pianto quando abbiamo sentito il nome... Marino... ce l'avevi fatta e non potevamo ancora crederci... ancora oggi siamo frastornati, e tutto questo GRAZIE A LEI PROF. PAOLO SORDINI E ALLA SUA EQUIPE. grazie per averci ridato il sorriso, grazie per aver ridato ad una famiglia la possibilità di sognare. mai dimenticheremo il suo viso sereno, la sua voce pacata e la sua mano che sapientemente ha saputo di nuovo far battere un cuore..
Cardiochirurgia top
ALL'OSPEDALE SAN FILIPPO NERI IN CARDIOCHIRURGIA SONO DEGLI ANGELI.
E' con grande ammirazione che intendo celebrare e condividere con i lettori l'esperienza che ha coinvolto il mio papà, un uomo di 62 anni arrivato all'ospedale San Filippo Neri di Roma il giorno 25 gennaio 2010 con pochissime speranze di vita, a seguito di un gravissimo infarto. E' grazie alla serietà, professionalità dell'equipe del Prof. Paolo Sordini che il mio papà oggi sorride ancora. In questi 25 giorni mio padre ha subìto due interventi difficilissimi, è stato rianimato per ben 4 volte, è stato assistito presso la terapia intensiva con intensità, spronato a vivere. Ringrazio tutti i medici e paramedici per l'amore con il quale lavorano presso il reparto di terapia intensiva della cardiochirurgia del nosocomio citato. Ho vissuto nei corridoi dell'ospedale momenti difficili ed ho potuto ammirare con quanta dedizione e serietà si lavori presso questo nosocomio. Il personale sanitario si è occupato con interesse ed affetto anche di noi parenti. Era giusto menzionare che esiste anche una sanità positiva e sono convinto che in Italia ci sono tanti posti che funzionano egregiamente come quello che ho avuto la fortuna di frequentare. Un ringraziamento particolare va anche alla caposala della Terapia intensiva, donna di sani principi che lavora per vocazione con dedizione. Mi auguro che anche altri pazienti possano ricorrere e trovare attraverso questa mia recensione un consiglio utile verso un reparto di cardiochirurgia all'avanguardia.
sostituzione Valvola Aortica
Mia Madre non riscontrava problemi di altra natura, tipo diabete, o coronarie ostruite, o altro, ma non ha superato l'intervento. Ci avevano detto che c'era un rischio del 3%, ma mia madre stava bene, ossia facendoci intendere che questo rischio si abbassava.
giudizio
Tutto eccellente. ringrazio il Prof. Cini e tutto lo staff medico.
Ringrazio anche tutto il personale paramedico per la cortesia ed umanità dimostrate.
Se continua così..
Sono arrivato in urgenza è ho subito percepito un senso di abbandono. Il reparto, vecchio, è assolutamente inadatto ad alloggiare dei cardiopatici. Il personale infermieristico di reparto è in buona parte allo sbando, qualcuno dei giovani è piuttosto volgare ed inadatto al ruolo. I medici, seppur competenti e capaci nelle diagnosi e negli interventi chirurgici, si fanno vedere (qualcuno) solo durante la visita mattutina di routine, poi sono praticamente introvabili sia da parte dei pazienti, sia da parte dei parenti. Buona invece l'assistenza post intervento nel reparto di terapia intensiva, anche se il luogo non è del tutto confortevole, poi però si ritorna in reparto e lì torna la... paura (al paziente) a causa dello stato di abbandono nel quale viene lasciato. Ricordo con piacere solo la parole di incoraggiamento rivoltemi, in terapia intensiva, dalla anestesista che mi aveva assistito nell'intervento e che evidentemente aveva intercettato sul mio viso un senso di prostrazione e sconforto. Spesso servono ma purtroppo pochi sembrano capirlo.
sostituzione valvola
Condivido l'opinione del paziente ai cui hanno fatto il bypass aortocoronarico. Anche io ho trovato il corpo infermieristico impreparato e pazienti lasciati a sè stessi.
L'abito fa il monaco
Reparto fatiscente, corpo infermieristisco impreparato e volgare, infezioni della ferita a più pazienti nello stesso periodo.
I pazienti sono lasciati a sè stessi.
Medici assenti e sboccati.
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